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Paolo Tomaselli per il Corriere della Sera
Il primo derby giocato da Claudio Marchisio è stato nella categoria Pulcini. Difficile dire se quello di stasera sarà l' ultimo, per almeno due motivi validi: perché ce n' è un altro in programma a febbraio e soprattutto perché per il Principino la certezza di giocare titolare in questa Juve non c' è nemmeno in Coppa Italia, trofeo che la Juve anche con le seconde linee ha dominato negli ultimi tre anni. È probabile però che il più juventino tra gli juventini abbia una chance di riscatto nella sfida più sentita («Può giocare» concede l' allenatore). Anche perché ormai il centrocampo a 3 è tornato a essere uno dei punti fermi di Allegri, che sul tema ha fatto la tesi di Coverciano.
Marchisio è il capofila degli scontenti in una squadra sempre più nelle mani di Max. Lo era ad agosto, quando ha cercato una via d' uscita (Milan) e poi tra un infortunio e un recupero è scivolato nelle gerarchie. Come lui, anche Daniele Rugani, altro cuore in tumulto: combattuto tra la fede alla società che lo ha portato nel calcio dei grandi e il salto a fine stagione verso altre realtà, come la Premier League. La difesa, con la coppia Benatia-Chiellini, ha trovato solidità e certezze dopo i tanti esperimenti iniziali. Il 22enne toscano però avrà la sua occasione, da non sbagliare.
Quella ce l' avrà anche Douglas Costa. Ma il posto da titolare è un' altra cosa, molto più sfuggente: per tre volte nelle ultime quattro partite, tra cui le sfide chiave contro Inter e Roma, il brasiliano è rimasto fuori. E anche lui cerca una rivincita stasera, se supererà il ballottaggio con Bernardeschi. E potrà farlo probabilmente col modulo che preferisce: se Allegri farà riposare Mandzukic, allora la Juve si ripresenterà con l' albero di Natale, ma quello vero, non quello rimasto in piedi solo nel primo tempo a Verona.
Proprio Costa, assieme a Dybala, sembra perfetto per lanciare Higuain. Che, per inciso, nel derby di campionato era finito per la prima volta in panchina nel 4-0 del 23 settembre. E qualcosina di quella festa bianconera vorrà riprendersi stasera.
Per battere il Toro e regalarsi la semifinale contro l' Atalanta che ha fatto fuori il Napoli di Sarri (ancora punzecchiato ieri più o meno direttamente da Allegri: «Io non penso 24 ore su 24 al calcio altrimenti mi rincoglionirei parecchio») c' è insomma parecchia gente in fila, carica di motivazioni extra. In coda bisogna mettere anche Szczesny, alla settima partita da titolare. Dovrebbe essere contento il polacco, ma ieri Buffon alla Gazzetta ha detto che «Donnarumma se viene alla Juve non sbaglia mai». C' è il rischio che anche Szczesny giochi quindi con la scimmia del mercato sulla spalla?
«No, lui è l' erede di Buffon, l' ho detto e lo ripeto» sottolinea Allegri, con fermezza.
Perché un portiere tranquillo è una necessità.
Anche stasera, contro il Toro ferito dai precedenti negativi e dalle tante assenze, che agita tra i pali il gigantesco Milinkovic-Savic: «Loro hanno una gran voglia di rivalsa, perché hanno perso di brutto in campionato - ricorda Max - e la Coppa Italia può essere un obiettivo per arrivare all' Europa. Sicuramente per passare il turno dovremo giocare una partita molto diversa rispetto a Verona». Con la benzina degli scontenti, la stessa che ha garantito anche lo sprint di Dybala al Bentegodi, si può andare lontano.
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