DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Francesco Persili per Dagospia
Tangenti ed escort di lusso. Presunti fondi neri per favorire la rielezione di Blatter e traffici sporchi sui diritti tv. Biglietti dei mondiali rivenduti a prezzi moltiplicati sul mercato nero «e una vasta gamma di trastulli erotici», ad iniziare da Miss Meraviglia, la misteriosa amante che il vecchio boss del calcio Joao Havelange condivideva con un altro papavero del pallone.
È il libro nero della Fifa, “The dirty game” (nella versione italiana edita da Rizzoli “Omertà”), il racconto-denuncia firmato dal cronista di guerra e di mafia Andrew Jennings su 40 anni di malaffare della massima organizzazione calcistica. Business e giochi sporchi. «Studiando Havelange e Blatter ho capito che ero tornato nel mondo oscuro che avevo conosciuto in Sicilia, nella cultura criminale dell’omertà, solo trasferita in un altro continente», scrive il reporter che ricorda gli anni a Palermo e Cosa Nostra studiata da vicino con Giovanni Falcone.
«Se viene lanciato un dollaro per aria, lui difficilmente lo lascia cadere per terra», si può partire dalla definizione che il giornalista di SkySport Federico Buffa ha dato di Joao Havelange, l’uomo che ha trasformato il calcio in multinazionale grazie a tv e sponsor, per entrare nelle pieghe del sistema Blatter e del Comitato esecutivo Fifa azzerato dagli scandali e dalle inchieste.
Affari e bustarelle, società fantasma e cene a base di caviale, aragosta e vini pregiati. Follow the money, segui il denaro e finisci in Svizzera, alla sede della ISL, l’agenzia di marketing sportivo che gestiva i diritti tv. Colonne di cifre in dollari e franchi svizzeri e pagamenti segreti. Tangenti per mantenere in vita il sistema.
Il marcio che viene a galla è vastissimo: i mondiali sono assegnati ai Paesi che sostengono Blatter nel consiglio direttivo e le squadre dei paesi ospitanti ricevono arbitraggi favorevoli: si sconsiglia la lettura di alcune pagine all’ex ct della Nazionale Giovanni Trapattoni e agli azzurri che nel 2002 subirono l’onta della direzione killer di Byron Moreno. Contro la Corea anche la Spagna fu penalizzata. Tutto secondo copione. Il vicepresidente Fifa Warner, in un raro momento di sincerità, ammise che il risultato «era più favorevole per le televisioni».
Al centro della tela c’è Sepp Blatter con la sua corte, le sue fidanzate, gli affari tv gestiti da Infront tramite il nipote, gli intrighi, i comparaggi e le spietate lotte di potere interne. Gli amici di ieri diventano i nemici di domani. Quando il qatariota Mohamed Bin Hamamm si mette in testa di scalare l’organizzazione, viene accusato di corruzione e addio sogni di gloria. Chuck Blazer, alto dirigente Fifa che viveva nel lusso più sfrenato nella Trump Tower, viene incastrato grazie ai documenti di Jennings e accetta di collaborare con l’Fbi. Registra di nascosto le conversazioni di diversi funzionari Fifa. E viene giù tutto.
Dal giro di mazzette fino alle manovre occulte per l’assegnazione dei mondiali. Si uniscono le votazioni per due edizioni (Russia 2018 e Qatar 2022): altre creste, altri favori, altri regali. Gli Usa, beffati alla quarta e decisiva votazione quando 14 voti su 22 convergono sull’emirato, iniziano ad indagare. Il blitz dello scorso maggio e le dimissioni di Blatter terremotano la Fifa.
Non viene risparmiato nessuno. Né Platini, né Franz Beckenbauer. L’ex presidente della federazione Zwanziger conferma allo “Spiegel” «l’esistenza di fondi neri nella candidatura tedesca al mondiale 2006». Si parla di voti comprati (il rappresentante dell’Oceania lasciò la stanza prima della votazione decisiva) conti segreti e di 6,7 milioni versati dall’allora capo dell’Adidas Dreyfus al comitato organizzatore di Germania 2006 presieduto da Kaiser Franz che sarebbero finiti nelle tasche di Mohamed Bin Hammam, all’epoca sostenitore della rielezione di Blatter alla presidenza dell’organizzazione.
«Queste persone erano convinte che lucrare sullo sport fosse un loro sacrosanto diritto come le limousine, le poltrone di pelle in prima classe sugli aerei, la compagnia di presidenti e sovrani e le belle ragazze che li incoronavano con ghirlande di fiori…», Jennings incassa il sostegno dell’ex fuoriclasse del Barcellona Romario oggi senatore in Brasile e lancia l’idea di una Fifa casa di vetro. «I cittadini hanno strappato ai governi la trasparenza online e le leggi sulla libertà di informazione. Ora tocca al calcio. Tutte le riunioni trasmesse in streaming su Internet, niente più nascondigli. Trasparenza totale». Tra soldi spariti, inchieste e scandali, basta una diretta streaming per restituire al calcio credibilità e innocenza?
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