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TAVECCHIO GATE - IL CONI-FERO MALAGÒ: "NO AL COMMISSARIAMENTO DELLA FIGC MA FRASI DI TAVECCHIO INACCETTABILI. LA SUA RICANDIDATURA? NON STA A ME CHIEDERGLI DI NON FARLO”- THURAM: ”STUPISCE CHE NESSUNO LO OBBLIGHI AD ANDARSENE”

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Da il “Corriere della Sera”

 

«Renzi rispetta il mondo dello sport, conosce le regole: il potere politico non può intervenire perché il Cio e le federazioni internazionali hanno regole precise. Ma lui quelle parole non le può accettare».

 

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, condivide il pensiero del premier: le frasi contro gay ed ebrei pronunciate dal numero 1 della Figc sono «inaccettabili, da censurare e biasimare».

 

Con Carlo Tavecchio ieri c' è stata una stretta di mano e un breve confronto, non ci sarà il commissariamento da parte del Coni perché le gaffe non sono contemplate nello Statuto. «Sono tranquillo - ha detto Tavecchio -. Per le questioni tecniche parleranno i miei avvocati».

 

Intanto, però, un chiarimento su come il direttore di Soccerlife ha ottenuto le dichiarazioni poi pubblicate dal Corriere lo ha dovuto fornire a Malagò con una relazione dettagliata: «Vorrei capire se si può parlare di ricatto o se è stata una chiacchierata tra amici con delle frasi carpite, inaccettabili e sbagliate». Prossima candidatura? «Non sta a me chiedergli di non ricandidarsi», chiude Malagò.

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2. «TAVECCHIO ALL' ESTERO NON RESISTEREBBE»

Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

 

«Questo signore aveva già fatto un'uscita sui neri che mangiano banane, non poteva non avere altri pregiudizi. E infatti nelle nuove frasi discrimina sulla base della religione e della sessualità», dice Lilian Thuram, grande difensore del Parma e della Juventus e campione del mondo (1998) e d' Europa (2000) con la nazionale francese.

 

Da quando ha lasciato il calcio, nel 2008, Lilian Thuram si occupa di combattere il razzismo. Con la sua fondazione rivolta ai giovani, e con libri come «Per l' uguaglianza», edito in Italia da Add.
 

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Nella registrazione diffusa dal Corriere della Sera , il presidente della Federazione italiana gioco calcio Carlo Tavecchio, 72 anni, parla degli ebrei dicendo che «è meglio tenerli a bada», usa il termine «ebreaccio», e a proposito degli omosessuali dice di non avere nulla contro di loro «però meglio lontani da me, io sono normalissimo».
 

Che cosa ha pensato Lilian Thuram quando ha saputo del nuovo scandalo? «Non sono rimasto sorpreso, credo che purtroppo questo modo di pensare sia legato anche all' età del signore. Con questo ovviamente non voglio dire che tutti i settantenni sono razzisti e omofobi, per fortuna. Ma ci sono persone che hanno vissuto in quella tradizione, e neanche capiscono la gravità delle loro frasi».

 

Ogni volta che Tavecchio dice qualche enormità, in effetti, appare stupefatto delle reazioni. «Mi sembra interessante la frase sugli omosessuali, da tenere lontani perché lui è "normalissimo". Quindi a suo parere gli omosessuali non lo sono. Alla fine, in base a questa mentalità, per essere normali bisogna essere bianchi, eterosessuali, cristiani, uomini. È una visione anche sessista».
 

Tavecchio si è distinto in passato anche per un passaggio sulle donne, «finora si riteneva che la donna fosse un soggetto handicappato rispetto al maschio... ».

 

«Lo vede? - dice Thuram -, non sapevo neanche che avesse detto quelle parole sulle donne ma c' era da aspettarselo, c' è una vecchia gerarchia di valori per cui un uomo può sviluppare un complesso di superiorità verso gli altri, siano essi neri, omosessuali, donne, o appartenenti a un' altra religione.

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Le persone di una certa età hanno più probabilità di essere legate a questa mentalità del passato che considera il disprezzo, perché di questo si tratta, come una cosa naturale».
 

Il punto però non sono tanto i problemi personali di Tavecchio, quanto il fatto che resta sulla sua poltrona, e continua a rappresentare il calcio italiano nonostante l' imbarazzo generale, compreso quello del premier Renzi.
 

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«Mi chiedo come è possibile che il presidente del calcio italiano sia qualcuno che disprezza gli altri. Forse, se nessuno lo obbliga ad andarsene, è perché le sue dichiarazioni non sono giudicate poi così gravi. Il sistema alla fine lo tollera, tanto che lo hanno eletto a quella carica dopo che aveva pronunciato le frasi sui neri e le banane. In

America non avrebbe avuto chance. E adesso resta al suo posto per lo stesso motivo».

 

Però l' opinione pubblica reagisce, c' è una petizione con già 50 mila firme per chiedere le sue dimissioni. «Mi sembra un segnale molto importante. La società italiana risponde, e questo è fondamentale. Ogni volta che ci sono episodi di questo tipo vanno denunciati con forza, solo così possiamo educare le nuove generazioni. Certe parole non devono più essere considerate accettabili».

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