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IOR COLATO - IL PRESBITERO AMERICANO PETER BRIAN WELLS CONOSCE TUTTI I SEGRETI E LE TRAME DEI SACRI PALAZZI - SAREBBE LUI A TENERE LE FILA COL POTENTE BLOCCO USA, IN PARTICOLARE CON L‘EX CONSIGLIERE IOR, CARL ANDERSSON, E IL LEGALE DELLA CURIA, JEFFREY LENA

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Peter Brian WellsPeter Brian Wells

Francesco De Dominicis per “Libero Quotidiano”

 

Sono le 20 di sabato 31 marzo 2012. Il segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone, convoca una riunione urgente per discutere, formalmente, gli sviluppi dell' indagine sullo Ior aperta a settembre del 2011 dalla procura di Roma. Attorno al tavolo, nella sala riunioni al Palazzo Apostolico, la Segreteria di Stato al completo, altissimi dirigenti della banca di Dio e l' intero vertice dell' Aif, l' autorità di informazione finanziaria della Santa sede (l' ente antiriciclaggio).

 

Peter Brian Wells Peter Brian Wells

Rispetto alla convocazione ufficiale, la riunione prende subito una piega diversa e apre la battaglia del cardinal Bertone alle finanze vaticane con l' obiettivo (poi centrato) di rallentare, se non stroncare, la riforma avviata da Papa Benedetto XVI: in rapida successione, da quel 31 marzo, salteranno tutte le persone nominate dal pontefice tedesco per cercare di rendere trasparente l' Istituto per le opere di religione. Una manovra, quella del porporato, che fu ispirata dalle lobby internazionali attive nei Sacri palazzi - dai Cavalieri di Colombo ai Cavalieri di Malta - e che contribuì alle dimissioni dello stesso Joseph Ratzinger l' 11 febbraio 2013.

 

CARL ANDERSON CAVALIERE SUPREMO DEI CAVALIERI DI COLOMBOCARL ANDERSON CAVALIERE SUPREMO DEI CAVALIERI DI COLOMBO

Il resoconto di quell'incontro, che Libero ha potuto visionare, è messo nero su bianco in un documento riservato redatto da un altissimo prelato. Il documento elenca anzitutto i partecipanti al summit: per la Segreteria di Stato, oltre a Bertone sono presenti il sottosegretario agli Affari generali, Giovanni Angelo Becciu, il sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, Ettore Balestrero, l'assessore Peter Brian Wells, il ministro degli Esteri, Dominique Mamberti. Per l'Aif c' è il presidente, il cardinal Attilio Nicora, il direttore, Francesco De Pasquale, e il suo vice, Alfredo Pallini.

 

Lo Ior è invece rappresentato dal direttore generale, Paolo Cipriani, dal vice Massimo Tulli, dal dirigente Giovanni Marinozzi e da un altro funzionario, il cui nome non è stato registrato nelle carte riservate.

 

CARL ANDERSON DEI CAVALIERI DI COLOMBO DAVANTI A TUTTI I CARDINALICARL ANDERSON DEI CAVALIERI DI COLOMBO DAVANTI A TUTTI I CARDINALI

Fuori dalla porta, invece, su espressa richiesta di Nicora, resta l'avvocato della banca vaticana, Michele Briamonte. Mentre attorno al tavolo si nota, tra non poca tensione, l'assenza del presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, probabilmente non invitato. Una scelta «tattica»: Gotti Tedeschi, del resto, non avrebbe affatto condiviso il durissimo attacco all' Autorità di informazione finanziaria con cui stava collaborando per riformare l' architettura finanziaria della Santa sede.

 

CARDINALE NICORA jpegCARDINALE NICORA jpeg

Ed è proprio questo lo snodo cruciale. Gotti Tedeschi e Nicora stavano andando spediti. Troppo. E il percorso andava frenato da chi aveva interesse a mantenere la situazione opaca. È Bertone a prendere la parola per primo nella tarda sera di tre anni e mezzo fa. Ed è lui a puntare il dito contro Nicora: il giorno prima la banca Jp Morgan ha comunicato ufficialmente la chiusura dei rapporti con lo Ior e lo schiaffo, secondo il segretario di Stato, sarebbe la conseguenza delle informazioni passate dall'Aif al colosso americano.

Gotti Tedeschi Gotti Tedeschi

 

Tesi sostenuta anche da Cipriani: è l' Aif ad aver svelato le falle sul riciclaggio di denaro sporco al Torrione di Niccolò V, di qui l'addio della banca americana. Così Nicora, con De Pasquale e Pallini, si trova senza «preavviso» su un irrituale banco degli imputati, ma ovviamente ribatte punto per punto le accuse. Lo farà anche per iscritto nei giorni successivi.

 

Subito, tuttavia, prende atto con rammarico che l'Aif, istituito su preciso input di Ratzinger a fine 2010 per allineare il Vaticano agli standard mondiali, è «considerato l' origine di tutti i problemi dello Ior». Nicora, progressivamente estromesso dalla gestione della lotta al denaro sporco, si dimetterà a febbraio 2014 in polemica. Prima di lui, a novembre 2012, viene rimosso De Pasquale, per spianare la strada allo svizzero René Brülhart (oggi presidente Aif).

 

Il disegno è articolato e il primo degli uomini di Ratzinger a essere «cacciato» sarà Gotti Tedeschi, col blitz coordinato ancora una volta da Bertone a maggio 2012. Da quel momento, la banca d' Oltretevere resta senza testa per nove mesi.

RATZINGER BERTONE E ALTI PRELATI RATZINGER BERTONE E ALTI PRELATI

 

Un periodo lunghissimo nel quale scatta la «pulizia» dei conti: ne vengono chiusi oltre 2mila con l'Aif che non ha mezzi per compiere ispezioni (la prima sarà realizzata negli anni successivi). Il vertice Ior non dà informazioni su quei depositi, trasferiti all' estero: di chi erano e quanti soldi sono usciti dallo Ior?

 

Chi conosce da vicino il dossier sposta l'attenzione su Wells. Sarebbe l' influente presbitero americano a conoscere tutti i segreti e le trame finanziarie nei Sacri palazzi. Insieme con Becciu (ritenuto meno decisivo), Wells oggi è l' unico ad aver conservato la sua poltrona con Papa Francesco.

 

GEORGE PELL E DANEY CASEYGEORGE PELL E DANEY CASEY

Quasi un «intoccabile», si mormora all' interno delle mura leonine: sarebbe lui a tenere le fila col blocco di potere degli Stati Uniti, in particolare con l' ex consigliere Ior, Carl Andersson, e il legale della Curia, Jeffrey Lena. Un blocco che Jorge Bergoglio ha cercato di ridimensionare dando peso al cardinale George Pell. Ma il 74enne porporato australiano per ora non ha toccato palla sullo Ior: le scelte chiave e le decisioni strategiche vengono ancora determinate da interessi «internazionali».

Che poco o nulla hanno a che vedere con fede e religione.