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1. MOGGI, ANDRÒ A CORTE EUROPEA PER TORNARE IN CAMPO
(ANSA) - "La mia battaglia va avanti, mi rivolgerò alla Corte europea dei diritti dell'uomo per cancellare anche la radiazione sportiva e tornare nel mondo del calcio". Il giorno dopo la decisione della Cassazione che ha detto l'ultima parola della giustizia ordinaria su Calciopoli, Luciano Moggi - parlando a Radio Crc, - non si accontenta dell'estinzione dei reati per prescrizione: "Sono stati assolti due arbitri (Dattilo e Bertini, ndr) coinvolti in frode sportiva.
Quindi non è vero che la Cassazione non ha assolto. Gli interessi personali non c'erano e poi la frode sportiva e l'associazione a delinquere da solo non avrei potuto farla. Ci ho sempre messo la faccia perché non temo nessuno".
2. TAVECCHIO "CONFERMATA LINEA FIGC,LITE JUVE TEMERARIA"
tavecchio con la coppola di pelle
(ANSA) - "In attesa delle motivazioni, la sentenza conferma la linea della giustizia sportiva: fatta salva la prescrizione, i reati ci sono stati, l'associazione a delinquere pure, per noi la richiesta di risarcimento della Juve al Tar e' una lite temeraria". Carlo Tavecchio ha commentato cosi' con l'Ansa la decisione della Cassazione su Calciopoli.
3. FINITO IL GRANDE IMBROGLIO CALCIOPOLI NON C’È MAI STATA
Luciano Moggi per “Libero quotidiano”
Era la vigilia di una partita a Palermo, non ricordo se nel 2004 o 2005, avevo ricevuto da tempo una lettera da una signora di quella città in cui era scritto che mi avrebbe voluto incontrare per raccontarmi una cosa strana ma bella capitata a lei, preavvisandomi che non mi avrebbe chiesto nessun favore. Preso dalla curiosità l’ho fatta venire nell’albergo dove eravamo in ritiro e mi sono trovato di fronte una signora anziana alla quale le figlie avevano spiegato chi io fossi.
Questo il racconto: «Signor Moggi, ho sognato di essere in compagnia di Padre Pio, davanti a noi un gregge di pecore con vicino un pastore. Padre Pio mi disse: “Vedi quel pastore? È Luciano Moggi, io gli voglio tanto bene”». Rimasi impietrito e quasi incredulo, mi congedai dalla signora e quella domenica pensai più al sogno che alla partita.
Nel 2006, al sorgere di Calciopoli, preso dalla disperazione di passare per quello che non sono mai stato, pregai tanto Padre Pio e in una notte di quel terribile mese di maggio ebbi in sogno una visione, era Padre Pio che diceva: «Lotta con tutte le tue forze, dimostrerai la tua innocenza e salverai tante vittime innocenti, non aver paura io sarò sempre con te, Dio ti ha voluto sottoporre a questa grande prova».
luciano moggi cristina chiabotto
Queste parole mi incendiarono l’anima e mi dettero il coraggio di affrontare il grande imbroglio. Il resto è di questi giorni. Alle 1.40 di lunedì, dopo sei ore di Camera di Consiglio la Cassazione ha emesso il verdetto; alle 2 andando con alcuni amici verso l’auto dopo le interviste di rito, ho trovato l’ex arbitro Bertini, con il suo avvocato Messeri, seduto su una panchina di piazza Cavour che piangeva: non si era ancora ripreso, era incredulo, stava ripensando alle torture a cui, incolpevole, ha dovuto sottoporsi per 9 lunghi anni.
Alle 2.38 mi ha inviato questo sms: «La gioia per la mia assoluzione si stempera al pensiero che alcuni amici, che hanno condiviso con me questo calvario, non hanno avuto la stessa fortuna. Ti mando un abbraccio grande».
Su queste parole devono riflettere in tanti, in primis la Gazzetta dello sport che anche ieri ha avuto il coraggio di titolare «Calciopoli finisce in prescrizione, ma c’erano associazione e frodi» e anche il Corriere della sera. Senza vergogna, votati, come sono sempre stati, a sostenere la tesi dell’accusa nonostante siano di fronte a evidenze incontrovertibili.
A questi signori, e a chiunque altro si nasconda dietro una penna, do la mia disponibilità ad incontrarli in un dibattito pubblico affinché la gente sappia le verità su questa farsa. Ma nessuno avrà il coraggio di presentarsi e tutti voi, amici lettori, potrete cosi capirne il perché.
Non basta che siano state distrutte famiglie intere, capifamiglia che hanno perduto il lavoro perché indagati, il povero Dattilo che addirittura era stato condannato senza aver mai arbitrato la Juve, solo perché facendo Udinese-Brescia che precedeva Udinese-Juve aveva ammonito tre giocatori friulani, cosa che Auricchio e Narducci pensarono di trasformare in capo d’accusa: per loro quelle erano ammonizioni «mirate», sostenendo che i predetti calciatori non avrebbero giocato contro la Juve: al contrario, giocarono tutti.
MASSIMO MORATTI E LUCIANO MOGGI
Andrea Agnelli Moggi
intercettazione moggi
la trimurti tavecchio macalli lotito
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