
QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL…
“TE FACCIO SMETTERE DI GIOCARE, TE FACCIO METTERE A FARE IL MURATORE. TI LEVO PURE LA PENNA PER FIRMARE I CONTRATTI PERCHÉ SEI UN CESSO” – LE MINACCE A NICOLO’ FAGIOLI DA PARTE DI UN ESATTORE DEL GIRO SCOMMESSE - L'EX CALCIATORE DELLA JUVENTUS, CHE DA MALATO DI "BETTING" SI E’ RITROVATO CON QUASI 3 MILIONI DI DEBITI, E' AL CENTRO DEL NUOVO CASO CON ALLIBRATORI SENZA SCRUPOLI, PRONTI A PRESTARE SOLDI A STROZZO E CALCIATORI LUDOPATICI - “NON FARE IL FURBO: C’HO GLI SCREEN CHE TE GIOCHI I FALLI LATERALI” – LA PAURA DEL CENTROCAMPISTA: "LA JUVE LO STA SCOPRENDO, SE SCOPPIA LA BOMBA È FINITA" – POI AMMETTE: “HO CHIESTO AIUTO A PERSONE SBAGLIATE. DOVEVO RIDARE AL MESE IL 7 PER CENTO. SONO 140 MILA, MA COME FACCIO” – IL RUOLO DA “BUTTADENTRO” DEL GIRO DI SCOMMESSE DI FAGIOLI STIPENDIATO A PROVVIGIONE DALLA BANDA DI CRIMINALI…
Giuliano Foschini per www.repubblica.it - Estratti
C’è Nelly, l’esattore senza nome perché fa paura anche soltanto a pronunciarlo. “Fagioli, quanto è vero, lo giuro sui miei bambini che mercoledì se non ho i miei soldi vengo a Torino e te faccio smettere di giocare”. C’è Ludwig, l’amico trapper, che come ormai è tradizione in queste inchieste di calcio e malavita, fa da tramite. E minaccia: “Non fare il furbo: c’ho gli screen che te giochi i falli laterali”.
C’è Marco Giordano, il figlio di Bruno, l’ex centravanti della Lazio, oggi procuratore, che si muove e prova a fare da intermediario. “Mio fratello è stato con un nostro amico che è molto, molto pesante, parliamo proprio di romanzo criminale… e ora gli dirà di darsi una grossa calmata, quindi, perlomeno qui su Roma stai tranquillo, che tra mio cugino e questo amico, a Roma non si muove una foglia senza di loro”.
E poi c’è lui, l’attore principale di questo romanzo criminale: Nicolò Fagioli, talentuoso centrocampista ex Juve oggi alla Fiorentina, che da malato di scommesse si è trovato al centro di questo triste spettacolo. In cui una banda di criminali ha trasformato un pezzo di serie A in una sala bingo: ritrovo di ludopatici, con tanto di buttadentro stipendiati a provvigione (vedi Fagioli, appunto) e allibratori senza scrupoli, pronti a prestare soldi a strozzo. Gli unici a vincere sempre.
L’indagine della procura di Milano che ieri si è presa le prime pagine dei giornali è, infatti, soltanto un pezzo dello spaccato del nostro mondo del calcio. I titolari dei centri scommesse lombardi, la gioielleria che spacciava Rolex per coprire i debiti di gioco, sono soltanto uno dei meccanismi del sistema.
(...) Giocano “calciatori e cantanti”. A loro si era rivolto sempre il solito Fagioli. Accumulando un debito senza senso. “Il calciatore — scrive la Polizia — era esposto con l’organizzazione presso la quale effettuava le scommesse illegali per circa 2,8 milioni di euro”.
La cifra, evidentemente, è fuori scala. Anche per un calciatore di serie A e della Nazionale. “Non la guadagno nemmeno in un anno”, “so che questo è il vostro lavoro ma mi dovete dare il tempo di rientrare” scriveva Fagioli in mesi che, a credere alle chat trovate nel suo telefono, per lui sono stati difficilissimi. “Ho l’ansia della partita, ma come faccio…” scriveva agli esattori romani che lo minacciavano fisicamente se non avesse pagato. Il suo problema principale si chiamava “Nelly”, criminale romano che la Polizia non è riuscita a identificare con precisione.
NICOLO FAGIOLI CON LE FICHES E LA MAGLIA AZZURRA
La scheda telefonica che utilizzava è infatti intestata a un cingalese sessantenne. E ai magistrati Fagioli ha sempre raccontato di non conoscere nome e cognome reali dell’uomo. Certo, non scherzava. Le pressioni erano enormi. Le parole violentissime. Il primo contatto arriva tramite Ludwig, un trapper romano amico di Fagioli. A lui il calciatore chiede di conoscere quelli con cui scommettere. “Sono banchi o hanno agenzie?” gli scrive. “Fagioli — ricostruisce la Polizia — chiedeva se si trattava di amici o di “gente brutta””. “Stai tranquillo” gli rispondeva. “Giocano tutti con questi, cantanti e calciatori”.
L’amico trapper
Il contatto funziona. Fagioli comincia a giocare sulla piattaforma dei romani. E ad accumulare debiti importantissimi. Senza però rientrare. All’inizio sembra andare tutto liscio. Poi invece i toni cambiano. “Hai rotto il cazzo”. “Ma pensi che ce possiamo fare prendere per il culo da te?”. Fagioli ha un fido da un milione. E non rientra. I romani vanno da Ludwig. Che si preoccupa. Fagioli manda un messaggio per dire che “Ludovico (vero nome del trapper) non c’entra nulla. Voi fate il vostro lavoro. Io rientrerò”. Ma quelli vogliono i soldi. E i soldi non arrivano. Ludwig minaccia Fagioli facendo riferimento a screenshot nei quali Fagioli ammetterebbe di giocare sui “falli laterali” con un altro nickname. La procura non li ha mai trovati altrimenti la squalifica sportiva non sarebbe stata di soli 7 mesi.
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Fagioli teme per la sua incolumità. Le minacce che arrivano sono violente. “Te faccio smettere di giocare. Ti levo pure la penna per firmare i contratti perché sei un cesso. So tutto, i soldi segnati ad altre persone che sono tutti tuoi” gli dice Nelly. Fagioli però quei soldi non li ha.
(...) Fagioli è disperato e gli scrive un messaggio che è la sintesi, triste, di questa storia: “Ciao Marco. Riguardo a quella situazione purtroppo ti devo dire che veramente non riesco più a resistere. Ho fatto danni ma non so più gestirla oggi mi hanno parlato alla Juve dicendomi se avevo qualche problema perché stanno capendo che ho qualcosa e che gli è arrivata voce del gioco e perché non mi vedono più presente con la testa al campo e alle partite... ora domani non giocherò e se continua a così starò sempre in panchina ma perché è vero non riesco più ad andare al campo felice...
Perché la realtà è che ho minacce e tutto e non ho più tempo né scuse né niente. E se scoppia la bomba io sono rovinato a vita. Anche la Juve mi ha detto oggi così. La notte sono triste e al campo non vado più volentieri... Puoi parlare con i capi per capire se possono aiutarmi o no? Perché è un problema più grande di me”.
FAGIOLI E LE MINACCE DELL’ESATTORE «PAGA O TI FACCIO FARE IL MURATORE»
Massimiliano Nerozzi e Simona Lorenzetti per il “Corriere della Sera” - Estratti
«Stai proprio a sbaglià persona. Perché ti faccio smettere. Te faccio mettere a fare il muratore». È la primavera 2023 quando entra in scena Nelly. Nessuno conosce il suo vero nome, usa una sim intestata a un cittadino straniero.
Ma è certo che è un esattore e Nicolò Fagioli gli deve dei soldi. Tanti soldi, un milione e mezzo di euro. Un debito enorme che il centrocampista non è in grado di ripianare. E Nelly non ha più voglia di aspettare.
Spuntano dalle chat di Fagioli — analizzate dalla squadra mobile e dal Sisco di Torino — le pressioni e le minacce. Le ultime, le più pesanti, l’8 maggio. Il «romano» alza i toni: «Hai rotto il ca..o. Tu credi che mi faccia prendere per il culo da te». Fagioli cerca di calmarlo: «Ho fatto un errore più grande del mio stipendio annuale... ho chiesto una mano per darteli. Dato che è giusto così». Non attacca. Nelly: «Quanto è vero, lo giuro sui miei bambini se mercoledì non ho i soldi vengo a Torino e ti faccio smettere di giocare. Ti levo pure la penna per firmà i contratti perché sei un cesso.
So tutto, i soldi segnati ad altre persone che so tutti tuoi».
Fagioli ha debiti tra Roma e Milano, la cifra complessiva è di 2 milioni e 800 mila euro.
«Te faccio mettere a fare il muratore», promette Nelly.
(...)
E sempre dai dialoghi con Marco emerge come in principio ci fosse ottimismo sul giro di persone a Roma che minacciava Fagioli. «Non sono pericolosi, soprattutto ora che questo mio amico, che è veramente pesante, gli dirà di darsi una grossa calmata», rassicura Marco. Di più, siamo ad aprile 2023: «Se questi ti toccano li denuncio e gli dico: sai che c’è? Avete cagato fuori dal vaso, mo’ i soldi li ripigliate col ca..o. Vogliamo fare a chi è più cattivo? Gli spacco il culo, li faccio sparare a questi».
Pochi giorni dopo, però, la situazione si fa nera: «Non c’è da scherzare con questi, perché comunque anche a mettere di mezzo altre persone succede casino, poi ti spiego».
Nel pieno della tempesta, Fagioli sta cambiando procuratore («devo trovare un accordo con D’Amico», il suo storico agente), anche per la promessa che i nuovi avrebbero sistemato i debiti: «La cosa più semplice — scrive Marco, riferendosi all’agenzia londinese — sarebbe che la Juventus parte del tuo stipendio lo fa arrivare a questi, facendo un nuovo stipendio; nel senso, senza tasse, senza ca..i e mazzi». Perché, ormai, il problema del gioco è evidente e Fagioli lo sa: «Perché in realtà, ho minacce e non ho più tempo né scuse; e se scoppia la bomba, io sono rovinato a vita. Anche la Juve mi ha detto oggi così».
Siamo al 24 marzo, lo scandalo scoppierà solo nell’ottobre successivo. E ancora: «Ho fatto danni, ma non so più gestirla, oggi mi hanno parlato alla Juve, dicendomi se avevo qualche problema perché stanno capendo che ho qualcosa e che gli è arrivata voce del gioco». Fagioli cerca soluzioni ovunque per saldare le scommesse. Il 12 maggio, in una chat con un uomo che si fa chiamare M. B. (per la polizia sarebbe un intermediario con Nelly), spiega di aver chiesto aiuto a «persone sbagliate», che per «togliere il debito» ne «creavano uno più grosso»: «Dovevo ridare al mese il 7 per cento. Sono 140K (140 mila, ndr), ma come faccio». In un altro passaggio rassicura: «La soluzione c’è con i procuratori nuovi che sanno tutto e mi aiuteranno a pagare».
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