tommaso marini

“METTO LO SMALTO PERCHÉ MI PIACE, COSA FREGA ALLA GENTE? PERCHÉ NON VI FATE I CAZZI VOSTRI?” – TOMMASO MARINI, CHE HA RIMEDIATO UNA FIGURACCIA AI MONDIALI DI SCHERMA DOVE E’ STATO ELIMINATO AI SEDICESIMI NELLA PROVA DI FIORETTO, DICE DI SENTIRSI COME HARRY POTTER (POSA ER FIASCO!): "GODO COME UN PAZZO QUANDO MI CRITICANO. E' IMPORTANTE FARE SPORT NON PER VINCERE MA PER DIVERTIRSI" (MA QUALCUNO SI DIVERTE QUANDO PERDE?) - "STO FACENDO SFORZI DI AUTOCONTROLLO IMPORTANTI E IN QUESTO, LA SCUOLA DI RECITAZIONE PER CUI HO DECISO DI TRASFERIRMI A ROMA, LA RITENGO FONDAMENTALE” (MA VUOLE FARE L'ATLETA O L'ATTORE?)

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Estratti da fanpage.it

 

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Tommaso Marini A Fanpage.it il 25enne marchigiano racconta le sue difficoltà da adolescente introverso e l'attuale uomo e campione che è oggi. Che stocca in punta di fioretto sulla pedana come nella vita, anche contro luoghi comuni o facili preconcetti: "Oggi sto bene con me stesso e sono chi voglio essere. Faccio tutto ciò che faccio senza badare a chi mi critica".

 

 

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Le vittorie dunque non contano?

Quelle contano sempre ma il messaggio ai giovani è che è veramente importante fare sport non per vincere, ma perché vi divertite, fatelo perché vi deve insegnare cose. Fatelo perché vi aiuterà anche a fare una trasferta, affrontare situazioni differenti. Semplicemente vi insegna a crescere, a imparare a vivere.

 

Quando hai capito che la scherma era davvero il tuo presente e il tuo futuro?

Non c'è stato un momento, io non l'ho scelto. E' sempre stato qualcosa che amavo e mi piaceva tantissimo. Il mio sogno era quello di diventare un poliziotto sportivo e oggi posso solo ringraziare la Polizia che insieme ad altri gruppi sportivi permette alla scherma e agli altri sport di essere vivi e praticati in Italia. Il mio sogno era quello di farlo diventare un mestiere ma le cose sono cioè sono venute un po' da sole. Io mi ci sono ritrovato: ero forte e vincevo le gare, alla fine mi sono ritrovato a farne il mio lavoro

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E' la scherma che ha scelto te, in fondo. E il fioretto chi l'ha scelto?

Uguale, mi ha scelto lui: io mi sento come Harry Potter, è stata la bacchetta a scegliere Harry, non il contrario. Non ho mai avuto dubbi di altre armi. Poi, vivendo ad Ancona è stato naturale perché si faceva solo fioretto, anche se mi piacerebbe molto provare spada… purtroppo non si può fare entrambe le cose.

 

Cosa diresti oggi al piccolo Tommaso, adolescente introverso?

Di non mollare mai, perché oggi credo molto in me stesso. Indipendentemente poi nel riuscire o no in una impresa, in una cosa e quindi di avere tanta fiducia, tanta forza di di carattere.

 

 

Il rapporto con la fama, i tuoi fan, il tuo pubblico, i social, come lo vivi?

Abbastanza bene, sui social pubblico poco i miei successi, in realtà faccio vedere spesso delle parti della mia giornata. Pubblico tanto della mia vita e ho anche un podcast dove parlo direttamente con i più stretti e devo dire che tutti sono sempre molto carini con me.

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Ma perché allora sul tuo profilo Instagram campeggiano fissate tre foto iconiche delle tue medaglie?

Sì, vero ma devo dire la verità: di quelle quelle tre foto, non me ne frega niente… È semplicemente perché mi hanno "consigliato" di metterle. anche la mia agenzia. Mi dicono: "Senti, tu non hai una foto che fai scherma e se una persona guarda e non ti conosce non sa cosa fai nella vita". Così son stato costretto…

 

Fama che è anche fonte di critiche, come le affronti?

A me piace davvero quando mi criticano, ci godo proprio. Ritengo che se qualcuno abbia il tempo da trascorrere criticandomi, significa semplicemente che non ha nulla di meglio da fare. Per me mi tengo solo le critiche costruttive, quelle che arrivano da chi ti vuole bene e vicino. Con le altre mi ci diverto.

 

Il coraggio di dire sempre ciò che pensi a rischio di diventare scomodo, resta?

Sì, ma sto cambiando un pochino, perché non paga sempre. Anche se mi manca quell'aspetto, sto cercando di cambiare perché mi rendo conto che non si può dire sempre tutto. A volte mi ritrovo a pensare "No, stai zitto, aspetta", prima di parlare. Sto facendo sforzi di autocontrollo importanti e in questo, la scuola di recitazione per cui ho deciso di trasferirmi a Roma, la ritengo fondamentale.

 

 

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Combattere contro stereotipi, schemi e preconcetti vale la pena o non conviene?

Sempre, perché se riesco a fare anche qualcosa di positivo verso altri non posso essere solo che felice, ma non ho mai cercato di creare qualcosa o fare qualcosa per far parlare di me. Ho sempre cercato di di essere me stesso, senza badare mai più di tanto al resto…

 

"Marini con lo smalto sulle unghie, con gli anelli, gli orecchini…": ti ha mai dato davvero fastidio?

Un po' sì ma io ho imparato a star bene con me stesso. Non trovo veramente il senso di attribuire per forza sempre a qualsiasi scelta estetica un significato. Mi spiego meglio: "Ma perché ti metti lo smalto? Ma perché hai gli orecchini? Ma perché ti metti questo? Ma perché eccetera eccetera…". Mi fermo e penso: "Ma cosa gliene frega alla gente? Non potete farci i c…i vostri? Non può essere semplicemente che mi piace? Ci dev'essere sempre un significato recondito?". A volte le cose non hanno significato, le fai perché ti piace farlo. Io sono così.

 

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Il movimento della scherma in Italia a che punto è, come lo vedi?

Lo vedo che bisogna ringraziare i gruppi sportivi come il mio… ma sai quante persone che economicamente non potevano permettersi di di affrontare gare ed erano fortissimi grazie a loro hanno poi continuato a praticare e a fare sport in giro per il mondo? Da noi, altrimenti sarebbe impossibile…

 

A proposito di sport italiano, tu hai anche una grande passione per il tennis, da dove nasce?

Non lo so… mi è sempre piaciuto come sport, anche perché è super stiloso, gli atleti sono tutti bellissimi nei loro completi… Poi adesso c'è stato Wimbledon il top dei top.

 

 

Con Sinner che ancora una volta ha dominato le scene mondiali…

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Sinner sicuramente ha dato davvero un'immagine molto bella per tutto il nostro movimento sportivo in generale. Lo vedo sempre un modello di concentrazione in tutto quello che fa e ha un aspetto mentale molto molto importante, molto funzionale. Poi è un talento ma ha abbinato tanto lavoro, magari ne fa un po' meno di altri perché è un fenomeno, ma i sacrifici ci sono lo stesso.

 

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