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Andrea Pasqualetto e Giuseppe Toti per “il Corriere della Sera”
carolina kostner foto lapresse
Vive una fase di nuovi impulsi, nuovi e forti, l’inchiesta della Procura di Bolzano sul caso doping di Alex Schwazer, il marciatore altoatesino oro olimpico nella 50 km ai Giochi di Pechino nel 2008 trovato positivo all’Epo nell’estate di due anni fa e oggi indagato per doping con i medici federali Pierluigi Fiorella e Giuseppe Fischetto e l’ex dirigente Fidal Rita Bottiglieri.
I carabinieri del Ros e del Nas hanno sentito ieri, per la seconda volta, Carolina Kostner — la pattinatrice compagna di Schwazer all’epoca della positività, prima della traumatica separazione —, che aveva reso dichiarazioni giusto un anno fa, il 9 ottobre 2013.
La Kostner si è presentata in Procura ieri mattina intorno alle 10.30 come persona informata sui fatti (quindi senza avvocato) ed è stata sentita per dodici ore, praticamente per tutta la giornata. Alla fine, sono state redatte venti pagine di verbale, già trasmesse al procuratore di Bolzano, Guido Rispoli, che oggi valuterà il dà farsi.
La nuova convocazione della pattinatrice, presente nella villetta di Oberstdorf, in Germania, la mattina del 30 luglio 2012 quando alla porta bussarono gli ispettori del Cio e della Wada incaricati di effettuare un controllo antidoping a sorpresa, era nell’aria da qualche giorno. Gli investigatori hanno richiamato la Kostner per avere chiarimenti sulle due versioni dei fatti rilasciate dall’atleta prima a Bolzano (9 ottobre dell’anno scorso) e poi a Roma, alla Procura antidoping del Coni, nell’audizione del 26 settembre scorso.
Due verbali ritenuti così contraddittori da irritare gli inquirenti. La Kostner non mise al corrente la Procura di alcuni fatti che a suo dire si svolsero la mattina del controllo a sorpresa. Fatti che Carolina ha invece ricordato nei dettagli agli inquirenti del Coni. E che collimano con i contenuti di due documenti — uno della stessa Procura di Bolzano e un altro del Cio — fatti pervenire in via riservata all’Antidoping del Coni. Una stranezza, considerato che la Kostner non avrebbe dovuto essere a conoscenza dei due rapporti.
Al Foro Italico l’atleta disse di essere uscita di casa, dopo aver negato la presenza di Schwazer, e di aver trovato gli ispettori ancora davanti all’abitazione, evidentemente non convinti dalle parole di Carolina. Così, in un estremo tentativo di persuasione, la Kostner chiamò Schwazer al telefono e lo passò a uno degli ispettori, al quale il marciatore disse di trovarsi a Racines, in Alto Adige, a casa sua. Ma le successive indagini dei carabinieri del Ros, attraverso le celle telefoniche, accertarono invece che Schwazer non si era mai mosso dalla casa di Oberstdorf di proprietà di Carolina.
LANCE ARMSTRONG SETTE VITTORIE AL TOUR
Nell’audizione di ieri la Kostner è stata incalzata da una sfilza di domande, che hanno toccato anche altre questioni, oltre a quella dei verbali. Gli inquirenti l’hanno sentita in particolare sul rapporto fra Schwazer e Michele Ferrari, il «dottor Mito», medico di fiducia di Lance Armstrong e allievo del professor Francesco Conconi, ex Rettore dell’Università di Ferrara.
L’avvocato Giovanni Fontana, difensore della Kostner, si è detto stupito: «Per me non c’erano incongruenze fra i due interrogatori. Più semplicemente nel secondo, ad abuntantiam, la mia assistita ha aggiunto dei particolari. Quanto a Ferrari, Carolina l’aveva conosciuto, certo, ma non sapeva chi fosse. Quando il medico analizzò i suoi test lo fece per un’iniziativa autonoma di Schwazer, a sua insaputa».
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