DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Massimiliano Gallo per ilnapolista.it
Il gol di Osimhen e le mani del Napoli sullo scudetto. È una vittoria da grande squadra. È una vittoria tremendamente importante. Contro un avversario – la Roma – che ha impostato tutta la partita per pareggiare. È una vittoria firmata Osimhen che all’80esimo ha scaraventato in porta un destro a incrociare da grande attaccante. Lui che pochi minuti prima se n’era divorato uno più facile. Del gol di Osimhen vanno assegnati due premi: uno a Politano per l’assist di prima, un tocco delizioso da giocatore importante.
L’altro a Spalletti. Perché tanti altri allenatori avrebbero sostituito Osimhen. Non che il nigeriano stesse demeritando. Si è speso fino allo stremo in un ruolo che non è proprio il suo: il centravanti che deve giocare di sponda. Lo ha svolto con grande generosità, quella generosità che i calciatori mettono in campo quando sentono che ci si sta giocando qualcosa di importante. Ha lottato, ha fatto a sportellate, ha conquistato due ammonizioni. Spalletti la partita l’ha immaginata così e non ha voluto derogare al suo disegno. Ed è stato premiato, come spesso accade quando uno crede fino in fondo alle proprie idee.
Il Napoli ha vinto con merito e le mani sul campionato le ha messe. È innegabile. È arrivato a Roma con la forza della capolista. E si è visto nella faccia degli avversari, che avevano il volto della paura.
L’atteggiamento della Roma è stato l’atteggiamento della squadra che sapeva di essere inferiore. Temeva la forza e la qualità del Napoli e doveva sopperire alla proprie lacune con un surplus di attenzione e grande applicazione in fase difensiva. Lo ha fatto, almeno fino all’80esimo. La paura dei giocatori giallorossi è sempre stata palpabile. Davanti non ha creato quasi mai occasioni. Forse solo mezza. Mourinho è tornato a essere energico. Ha dovuto continuamente incoraggiare i suoi. Poche concessioni all’estetica, com’era prevedibile.
La mossa del portoghese è stata piazzare Pellegrini su Lobotka che infatti è limitato in fase di impostazione. A fine primo tempo lo slovacco ha toccato appena 24 palloni: uno in più di Lozano, meno dei suoi compagni di reparto Zielinski (34) e Ndombele (36). Volendo fare un paragone pugilistico vintage, la Roma ha imitato Vito Antuofermo mitico italiano che fece pari con Hagler abbracciandolo per quasi tutto il match. Ecco, il Napoli era Hagler. Nei piani di Mourinho, la Roma avrebbe dovuto anche ripartire e fare male. Qualche volta il piano è riuscito, raramente, soprattutto con Zaniolo che sulla destra un paio di volte è riuscito ad andare via in velocità e si è fatto notare anche per un ripiegamento difensivo.
Molto temuto Kvaratskhelia che ha fatto il suo. Mourinho ha realmente creato una gabbia attorno a lui. Nel primo tempo un solo episodio chiave: al 38esimo quando Irrati ha concesso un rigore per atterramento di Ndombele da parte di Rui Patricio. Non è stato semplice decidere. Il portiere ha toccato anche il pallone, certo ha toccato pure il francese del Napoli. Una volta richiamato dal Var, Irrati ha cambiato la decisione: i guanti hanno toccato e deviato il pallone, questo ha fatto la differenza. Dinamica simile al rigore concesso ieri all’Inter contro la Fiorentina.
Nella ripresa, il Napoli è parso accelerare. Più volte ha dato l’impressione di stringere la Roma nella propria area. Il gol sembrava vicino. Al 53esimo si è acceso Zielinski, si è bevuto Cristante, trenta metri, ha servito Kvara che ha incrociato di sinistro ma la difesa ha respinto.
I cambi. Sl 57esimo, fuori Ndombele e dentro Elmas. Il Napoli è cresciuto ancora. Due occasioni: una con Elmas, l’altra – clamorosa – con Juan Jesus che in area ha sprecato di sinistro. Poi ilk gol sbagliato da Osimhen che ha fatto rimpiangere Careca. Al 75esimo fuori Lozano e Zielinski per Politano e Gaetano.
E quando la Roma sembrava che stesse mettendo fuori la testa, è arrivato il gol di cui si parlerà a lungo tra i tifosi del Napoli.
ROMA NAPOLI
Un caso ha agitato il primo tempo di Roma-Napoli: poche emozioni fino al 40' quando Irrati ha fischiato un rigore per gli azzurri per un intervento di Rui Patricio in area su Ndombele. I giallorossi hanno subito contestato la decisione dell'arbitro ma il più furioso di tutti era proprio José Mourinho che, dalla panchina, si è lasciato andare ad ampi gesti a bordo campo. Il tecnico portoghese ha agitato le braccia in alto come a negare con forza il penalty. Non solo, ha anche mimato il segno del cartellino. Non è sfuggita all'occhio attento dei social la reazione di Luciano Spalletti che, nell'altra area tecnica, è scoppiato in un sorriso sardonico. Dopo qualche minuto però il Var ha invitato Irrati al monitor e dopo l'on field review ha revocato il rigore lasciando il risultato all'Olimpico sullo 0-0.
Ultimi Dagoreport
FLASH! – MARIA ROSARIA BOCCIA CONTRO TUTTI: L’EX AMANTE DI GENNY-DELON QUERELA SANGIULIANO (GIÀ…
DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA…
FLASH – IL GOVERNO VUOLE IMPUGNARE LA LEGGE REGIONALE DELLA CAMPANIA CHE PERMETTE IL TERZO MANDATO…