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Massimo Calandri per “la Repubblica”
“Lo sai, questa è la stagione più importante della mia vita». Nella notte del deserto certe frasi fanno ancora più effetto. Valentino e il suo ventesimo mondiale: 9 titoli, gli ultimi 5 anni a inseguire la stella. Si parte domani sera dal Qatar, ieri la terza sessione di libere ha confermato un grande equilibrio (i primi 9 tempi racchiusi in tre decimi, bene Iannone nonostante un capitombolo finale, Rossi solo nono e le nuove Aprilia lontanissime) però il solito Marquez davanti. E allora il Dottore presenta questo campionato: che ha un favoritissimo, ma almeno 5 avversari in grado di sfidarlo sul serio.
Marquez. Sembra il predestinato. Però...
«Però niente. Talento straordinario, grande personalità. E una moto eccezionale. La Honda continua a fare la differenza, nella velocità massima sono 10 chilometri avanti. È vero che alla fine della passata stagione con la Yamaha eravamo vicinissimi, e con il nuovo seamless abbiamo fatto grandi progressi. Ma ci serve ancora tempo. Il problema è che Marc non aspetta: sarà importante dargli fastidio, siamo tutti molto vicini e fin dall’inizio dobbiamo mettergli dei dubbi. Perché se scappa via subito è finita».
Lorenzo. Giovedì, lasciata la safety commission, avete percorso insieme a piedi tutta la pista fino alla pit lane parlando fitto tra voi due.
«Il nostro rapporto è cambiato. Magari non si può parlare di amicizia, però c’è stima. Rispetto. E voglia di collaborare, di raccontarci tutto. Basta segreti, invidie, gelosie. Non conviene. La cosa interessante è che abbiamo stili di guida diversi, un differente setting della moto: ma alla fine siamo sempre d’accordo sulle cose che non vanno, e le soluzioni da trovare».
Ducati. La Desmosedici Gp15 promette meraviglie, i due piloti italiani sanno che è una grande occasione. Meglio Dovizioso e Iannone?
«Già nelle ultime gare dello scorso anno erano competitivi. Adesso sono sullo stesso livello di Honda e Yamaha. Nella stagione passata per 4 o 5 giri potevano stare davanti. Adesso scommetto che fino a tre-quarti gara saranno lì. E se resistono fino all’ultimo sono guai per tutti. Dovizioso o Iannone? Uno è lucido, l’altro irruente. Complementari, un elemento in più per la Rossa».
Valentino. A 36 anni guadagna forse più da imprenditore (VR46) che da pilota.
Prendere o lasciare: il decimo titolo oppure il ritiro?
«Smetterò quando non mi divertirò più, quando non sarò in grado di vincere un gran premio. Lo scorsa stagione ero pronto a lasciare, se non fossero arrivati i risultati. Ma quei due successi, il secondo posto finale... impossibile dire basta. Quest’inverno, palestra e tante sfide coi ragazzi al Ranch. È il modo migliore per restare giovane: fuori, e soprattutto dentro. Sì, è la stagione più importante: anche se alla fine lo penso tutti gli anni. Voglio il decimo mondiale. Se non ci riesco? Ci riprovo. Intanto sono il più veloce dei vecchietti. E vinco un pannolone...».
Qatar. La prima gara della stagione, l’unica che si corre di notte. La più difficile?
«Quella in cui l’aspetto mentale è più importante, rispetto a quello fisico. Per quattro giorni fai una vita completamente diversa, in particolare la domenica. Di solito ti svegli, colazione e warm up: lavori con i meccanici per sistemare quel che non va, dai un’occhiata alla Moto3 ed è già il tuo turno. Quasi non ti accorgi del tempo che passa. A Losail invece il problema è mantenere la concentrazione per tutto il giorno, tirare avanti fino alle sei. Qui ci ho vinto una volta nel 2010, e quattro sono arrivato secondo. Non male. Ma si può fare di meglio. Ne riparliamo domenica sera».
valentino rossi e marc mqrquez
rossi marquez 2
valentino rossi laurea
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