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Simona Marchetti per "la Gazzetta dello Sport"
Questa mattina la stampa lo dava già per certo, adesso è arrivata l'ufficialità , giunta via social network direttamente dal club. Che però, per la voglia di anticipare i tempi ha anche anticipato l'annuncio e così come un boomerang diventa gaffe l'ufficializzazione, tramite Twitter ("@ManUtd_PO: #MUFC announces new manager bit.ly/10IqiU7 #UnitedContinued") e Facebook, dell'arrivo sulla panchina dei Red Devils di David Moyes, attuale tecnico dell'Everton.
Il nuovo allenatore del Manchester United è stato scelto personalmente dal tecnico uscente (così titolano "Express" e "Telegraph" ) e perchè i due "sono fatti della stessa stoffa" (il lusinghiero giudizio è del "Daily Mail"). Resterà sulla panchina dei Red Devils fino al giugno 2019 (contratto di 6 anni). E' l'inizio di una nuova era.
CONFERMA DELL'EVERTON - Nel primo pomeriggio, poi, a risolvere definitivamente la questione, ci ha pensato il sito ufficiale dell'Everton, l'attuale squadra di Moyes che ha scritto sull'home page: "L'Everton può confermare che David Moyes lascerà il club alla fine della stagione... Il manager ha incontrato il presidente Kenwright mercoledì sera e gli ha comunicato il suo desiderio di andare al Manchester united... Immediatamente e ufficialmente l'Everton inizia la ricerca di un nuovo manager" (commenta sul blog).
ADDIO MEDIATICO - E' stato un addio mediatico senza precedenti quello tributato a Sir Alex Ferguson dai giornali britannici, con almeno un inserto speciale a testa in edizione souvenir, centinaia di foto e fiumi d'inchiostro che neanche quando è morta Margareth Thatcher (a proposito, anche su Twitter Sir Alex ha battuto la Lady di Ferro con oltre 1,4 tweet dedicati al suo ritiro solo nella prima ora).
LA COVER PIU' BELLA - Non ce ne voglia Fergie, ma la prima pagina del "Sun" di oggi - con il phon marchiato Manchester United appeso al chiodo e la scritta a caratteri cubitali "The Hairdryer - Manchester United 1986-2013 - se non è la più bella di tutte è di certo la più spiritosa, perché proprio le "phonate" che faceva ai suoi giocatori sono diventate mitiche, anche se l'ex capitano Brian Robson ricorda sullo "Star" che "la prima volta che ne abbiamo vista una ci siamo messi a ridere....ma abbiamo smesso in fretta".
PERCHE' ORA? - Se il comunicato ufficiale non entra nel merito dei motivi che hanno spinto Sir Alex al grande passo, limitandosi ad un generico "è arrivato il momento giusto", altrettanto non fanno però i tabloid, unanimi nel citare le lacrime che hanno accompagnato il discorso allo staff e ai giocatori annunciando l'addio.
E se ieri era stato il "Mirror" a ricordare la sibillina predizione di un anno fa del presidente di Wigan, Dave Whelan, quando aveva annunciato che Ferguson avrebbe lasciato il suo posto alla fine di questa stagione per problemi di salute, oggi tocca al "Sun" rafforzare il dubbio che dietro allo "shock retirement" del tecnico scozzese ci siano motivi ben più preoccupanti dell'operazione all'anca alla quale Ferguson si sottoporrà ad agosto:
una tesi sostenuta con testimonianze celebri ("sono sotto choc, lui aveva sempre detto che se ne sarebbe andato solo quando qualcosa nella sua vita non fosse andato più bene", ha commentato l'ex Peter Schmeichel alla CNN) e citando le stesse parole di Sir Alex di domenica scorsa ai tifosi ("non sto pensando di andarmene via da una cosa così speciale") per dimostrare che "qualcosa in tre giorni dev'essere cambiato per forza per mandare sottosopra in questo modo il mondo dello United".
I NUMERI DI FERGIE - Un mondo, quello di Ferguson e del suo United, che si può condensare in una pagina di numeri, come fa il "Mirror" a conclusione del suo "Farewell To Fergie" citando in ordine sparso i 49 trofei vinti da Sir Alex in carriera e i 14 allenatori cambiati dai cugini del City durante il regno di Fergie; i 13 titoli di Premier League conquistati dallo United e i 109 giocatori arrivati dal 1986 ad oggi (dal primo, Liam O'Brady dello Shamrock Rov all'ultimo, Wilfred Zaha del Crystal Palace), senza dimenticare la vittoria con il passivo maggiore (9 a 0 all'Ipswich nel 1995) e la sconfitta più pesante (l'1 a 6 nel derby con il City del 2011).
CITAZIONI CELEBRI - A proposito dei cugini rivali, è dedicata proprio a loro una delle frasi storiche di Ferguson, quando li definì "noisy neighbour" alla richiesta di un commento sul loro ritorno in Premier League, ma nella top-10 dei "Fergie-ism" più famosi stilata dallo "Star" non poteva mancare la citazione riferita alla presunta intelligenza del poliglotta Arsene Wenger ( "dicono che è un uomo intelligente perché parla cinque lingue? Io ho un 15enne della Costa d'Avorio che parla cinque lingue!") né tantomeno la sua "football, bloody hell" detta dopo la conquista della Champions League del 1999.
I PIU' E I MENO - Certo, anche lo scozzese ha fatto degli errori e alcuni clamorosi al punto che lo "Star" glieli ricorda pure nel giorno che se ne va, mettendo in fila i cinque peggiori (Massimo Taibi, Kleberson, Bebe, William Prunier ed Eric Djemba-Djemba) subito dietro però ai cinque più azzeccati Peter Schmeichel, Eric Cantona, Cristiano Ronaldo, Roy Keane ed Edwin Van der Sar) e lanciando una provocazione: siete d'accordo?
IL FUTURO - Moyes si ritroverà fra le mani la patata bollente di Wayne Rooney, che 15 giorni fa avrebbe chiesto al club di andar via, ricevendo un secco no come risposta (lo scrive il "Daily Mail" , ipotizzando però lo scambio con Cristiano Ronaldo). E ora sull'attaccante ci sarebbe anche il Chelsea, con Roman Abramovich che si è mosso in prima persona (riporta il "Mirror") per battere la concorrenza di Psg e Bayern.
FINE DI UN'ERA. E ADESSO? - Altro punto che mette d'accordo tutti è che il pensionamento di Ferguson chiude un'era all'Old Trafford (leggi titolo e commento sul "Guardian") e apre un interrogativo grande così su cosa farà d'ora in avanti Sir Alex (il dubbio se lo pone "The Independent), a maggior ragione dopo aver promesso (così scrive il "Mirror") di tenersi lontano dallo spogliatoio per non rompere le scatole al suo successore.
Vero, ufficialmente rivestirà il doppio ruolo di manager ed ambasciatore del club e passerà più tempo con la signora Cathy e i nipotini, ma chi lo conosce bene giura che non resisterà a lungo. Ecco perché il "Daily Mail" suggerisce lo scenario che non ti aspetti: una discesa in politica a fianco del laburista Ed Miliband e magari un posto alla Camera dei Lords. Ce lo vedete?
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