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Poz in campo. Melli: “Porco Zio vai via dal cazzo, vattene”#otazzurri pic.twitter.com/k1T3bypYnq
— OverTime Storie a Spicchi (@StorieASpicchi) September 11, 2022
Francesco Persili per Dagospia
“Porco zio, vai via dal cazzo, vattene”. È Nicolo' Melli ad allontanare dal campo Pozzecco nel concitato finale di Italia-Serbia. Il ct era stato espulso durante il terzo quarto, a partita ancora aperta. È uscito dal campo piangendo, dopo aver abbracciato tutti, giocatori e staff, e persino l’ex giocatore serbo della Virtus Bologna Danilovic in tribuna. L’Italbasket era precipitata a meno 14 punti all'inizio del secondo quarto.
“Eravamo sfavoriti, tutti pensavano che la Serbia vincesse facile ma siamo rimasti in partita e abbiamo vinto”, spiega al termine del match Melli: “Abbiamo vinto perché il nostro allenatore è stato espulso. Battute a parte, Poz ci regala tante emozioni, ci porta sempre dalla sua parte, quando è andato fuori, sapevamo che dovevamo fare di più”.
La sua espulsione “ci ha cambiati dentro”, gli fa eco Spissu, altro grande protagonista del match contro Jokic e compagni: “Abbiamo corso e siamo stati molto concentrati in difesa”. Sudore e furore. Tutti concordi nel definirla una vittoria di “squadra”, di “gruppo”.
Quel gruppo forgiato dal Poz, che a inizio giugno era stato chiamato tra polemiche e scetticismo a prendere il posto di Romeo Sacchetti, l’allenatore che aveva riportato la Nazionale maschile alle Olimpiadi dopo diciassette anni di assenza. Non ce l’ha fatta a restare negli spogliatoi, il Poz. Si è nascosto come un vietcong tra i seggiolini.
Al fischio finale ha provato a entrare in campo ma è stato rimbalzato da Melli. Poi ha incrociato il greco Giannis Antetokounmpo e gli è saltato in braccio dicendogli: “Ti amo”. Immarcabile, come sempre, “la mosca atomica”. Etichettato come una testa matta, è stato sbattuto, complice una pigra definizione dell’ex ct dell’Italbasket "Boscia" Tanjevic, nella ridotta dei “farfalloni”.
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“Chi mi crede un fottuto pippatore mi fa incazzare. La mia droga è sempre stata fare il culo a tutti sul parquet. La pallacanestro è la donna della mia vita e ogni canestro è come un orgasmo”. Di lui e del suo vivere inimitabile si sa molto grazie a una bombastica autobiografia.
Una notte con Samantha De Grenet, quattro anni con Maurizia Cacciatori e un’orgia un po’ fantozziana con Michael Ray Richardson e Ricky Brown: “Sembravo un piccolo putto tra i bronzi di Riace. Tra tutto, compreso rivestirmi, accendere la tv e iniziare a guardare Starsky &Hutch c’avrò messo 18 secondi netti. Vidi tutta la puntata mentre quelli continuavano a scopare come cani…”.
Divertimento, passione. E una tenacia fuori dal comune. Era il più piccolo della classe ma lo prendevano per pazzo perché voleva a tutti i costi diventare un giocatore di basket. “Nei frangenti più duri, se molli, molli per sempre. Se invece resisti, l’energia che accumuli è la tua riserva nascosta, quella in grado di fare la differenza”.
Adrenalina e elettricità. Il sogno agli Europei continua ma visto che la gloria dura solo un attimo, meglio goderselo fino in fondo, quell’attimo. “Dopo una vittoria così ho girato la mia carta di credito ai ragazzi, facciano quello che vogliono…”
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