"L'ETICHETTA DI 'CATTIVO' NON MI SMINUISCE. OGNI TANTO MI PARTE L'EMBOLO" - VITA, RISSE E SCIVOLATE DI PASQUALE BRUNO, L'EX DIFENSORE SOPRANNOMINATO "O ANIMALE": "L'AGGRESSIONE A FRANCO LERDA NEI TUNNEL? SE L'ERA MERITATO, MI CHIAMÒ TERUN E MI SPUTÒ IN FACCIA. AL RITORNO CONTRO IL BRESCIA MI DIEDERO LA SCORTA" - "DOPO UN AUTOGOL, VAN BASTEN MI DANZÒ DAVANTI. BUON PER LUI CHE NON ME NE ACCORSI: CAPELLO LO TOLSE TEMENDO UNA MIA REAZIONE" - L'AMICIZIA CON IAN RUSH ("CI INTENDEVAMO A GESTI, CON QUALCHE PAROLA E TANTA BIRRA"), LA RIVALITÀ CON BAGGIO, IL CALCIO DI OGGI E LE ORIGINI DEL SOPRANNOME…

Estratto dell'articolo di Antonio Barillà per “la Stampa”

 

pasquale bruno

[…] Pasquale Bruno […] è […] il "cattivo" del calcio, collezionista di risse, squalifiche e multe, […] ma chi lo conosce sa che gli eccessi sono sempre rimasti sul campo: «Adoro gli animali, migliori di tanti uomini: da questo punto di vista sono orgoglioso del soprannome che mi affibbiò Tricella».

 

«O animale», appunto: l'altro punto di vista?

«Era lo stesso di Barra, killer di camorra che si chiamava Pasquale come me: ero infastidito, mi sono abituato».

pasquale bruno

 

Al di là dell'omonimia, ricamavano sulla sua ferocia.

«Era un altro calcio, anzi era calcio: sicuri che lo sia ancora con questi rigorini fischiati appena sfiori una scarpetta? Oggi non prenderei un giallo perché gli attaccanti sono scarsi, nemmeno sanno stoppare. Ai miei tempi c'era il top, da Maradona a Van Basten, da Careca a Baggio e Vialli. Solo nel mio Toro ripenso a Casagrande, Aguilera, Scifo e Martin Vazquez. Tutti santi, sopportavano botte e angherie. Fossi nato vent'anni dopo, avrei avuto vita facilissima».

 

Ha vinto una Coppa Uefa, giocato oltre 500 partite d'élite, eppure la ricordano per interventi duri e parole taglienti. Dispiaciuto?

PASQUALE BRUNO

«No, perché sono così. Ancora oggi, a 62 anni, capita che m'incazzi al calcetto con gli amici. Eppoi l'etichetta di cattivo non mi sminuisce: nella categoria, con me, mettono giocatori importanti, Montero o Materazzi che ci ha fatto vincere un Mondiale. Oltre alla classe, servono la forza e il carattere: i talenti del mio Toro sono ancora amati, ma i tifosi ripetono anche la sequenza Annoni-Bruno-Policano».

 

[…] «Boniperti mi seguiva già al Lecce, ma il presidente Iurlano e il ds Cataldo spararono alto e così presero Caricola. Alla Juve, che era il mio sogno, ho vinto, diviso lo spogliatoio con grandi campioni, uno per tutti Scirea, e conosciuto persone importanti come l'Avvocato Agnelli. Però non mi sentivo a mio agio».

pasquale bruno renato buso

 

Al Toro sì.

«Il mio ambiente, lo percepivo già quand'ero dall'altra parte. La Juve era forte e ricca, ma il Toro rappresentava il popolo: era storia, amore, emozione e sofferenza. Ma ci pensate ai tre pali nella finale Uefa con l'Ajax? Poteva succedere solo a una squadra bella e dannata».

 

Tra le eredità bianconere, l'amicizia con Rush.

«Arrivammo insieme e ci misero nello stesso hotel, fu subito sintonia benché all'epoca non parlassi inglese: ci intendevamo a gesti, con qualche parola e tanta birra».

pasquale bruno derby di torino 1991

 

[…] In un derby si scagliò contro l'arbitro Ceccarini e fu squalificato per 8 giornate. Pentito?

«È la mia natura. Ogni tanto mi parte l'embolo».

 

Baggio era il suo nemico numero 1.

«Non ci siamo mai amati. Una volta fummo espulsi entrambi e lui si avvicinò al mio spogliatoio, dissi al massaggiatore: "Portalo via o lo rovino". Due anni fa, però, un giornalista gli anticipò che in un'intervista ne avevo riconosciuto la classe e lui rispose con un cuore, mandandomi i saluti».

pasquale bruno roberto baggio

 

Van Basten si vendicò irridendola...

«Dopo un autogol mi danzò davanti. Buon per lui che non me ne accorsi, frastornato dall'errore: Capello lo tolse temendo una mia reazione».

 

Torino-Brescia, intervento duro su Raducioiu: lungo stop, polemiche infinite.

«Ero agitato, temevo la sua velocità: entrai deciso, ma non volevo fargli male».

 

Con il Brescia un conto in sospeso: ai tempi di Firenze, aggredì Lerda nel tunnel.

«Se l'era meritato, mi chiamò terun e mi sputò in faccia. Lo aspettai. C'era anche Batistuta».

 

Al ritorno ebbe la scorta.

PASQUALE BRUNO

«Baiano e Orlando mi pregarono di non andare, Ranieri mi chiese se me la sentissi. In ritiro ci fermammo a Verona per sicurezza e all'ingresso del pullman allo stadio la Digos mi chiese di sdraiarmi per non farmi vedere. Due agenti mi seguirono ovunque, anche a bordo campo».

 

[…] Andò in Scozia...

«Sono stato benissimo, c'è la giusta tensione: 90' di battaglia, poi insieme al pub».

 

[…] Davvero non è pentito di nulla?

«Solo di aver detto a un giornalista che 4 miliardi in banca contano più dei 4 in pagella. Non mi appartiene, ma parlai a caldo dopo una brutta prestazione e mi sentii provocato dalle sue critiche».

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