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"Nessun complotto. Questa è una porcheria assoluta, un tentativo goffo di mettere in difficoltà me non in quanto persona fisica ma in quanto primo amministratore delegato della Lega Calcio". Il giorno dopo la pubblicazione dell'audio rubato in cui ammette di aver chiesto ai registi di "spegnere i microfoni in caso di cori razzisti", l'ad della Lega Serie A Luigi De Siervo passa al contrattacco in un'intervista a Circo Massimo, su Radio Capital:
"Nessuno sa che le squadre hanno deciso di dotarsi di una governance diversa in cui i presidenti delle squadre contano di meno perché viene scelto un management per un tempo limitato che ha la responsabilità di gestire le cose, come è successo in Inghilterra, in Francia e in Germania, dove i diritti sono esplosi", spiega il manager, "L'obiettivo è cercare di far recuperare al calcio italiano il gap con le altre leghe, e questa cosa avviene solo con il meccanismo della professionalizzazione.
C'è una frangia di persone che ritiene che questo processo non sia così salutare per loro e per i loro interessi: è un atteggiamento legittimo in un mondo democratico, ma ci sono processi democratici che portano a elezioni o a revoche degli organi. E invece si fa uscire un audio che con lettere anonime è girato per due mesi nella pancia della FIGC".
Per De Siervo "è evidente il tentativo di destabilizzare in vista di un'asta che cambierà gli equilibri della paytv in Italia nei prossimi anni. In questo momento c'è un commissariamento, il giorno dopo il commissariamento della Lega esce su Repubblica un audio che era stato tenuto in un cassetto per due mesi. Non vi sembra strano? Nessuno parla di complotti, ma c'è un disegno, un gruppo di persone a margine del nostro mondo sta cercando di cambiare gli equilibri. Ripeto: legittimamente, è un mondo democratico. Bisogna solo che chi riceve determinati input possa essere aiutato a leggerne la provenienza".
CHI SARA’ IL CORVO CON IL REGISTRATORE?
Roberto De Ponti per il “Corriere della sera”
La frase è infelice, su questo non ci piove. Così come è stata riportata, dà l' impressione della polvere nascosta sotto il tappeto. Così come è stata riportata, appunto.
Perché poi c' è il contesto. Il contesto dice che evidentemente si stava parlando di come vendere il prodotto serie A all' estero, e proporlo come il campionato dei razzisti non è esattamente una grande pubblicità. La Nba, per esempio, tende a oscurare le risse perché non le ritiene molto edificanti.
Ma il punto non è neppure questo. Il punto è: la frase è uscita come uno spiffero dalle riunioni di Lega perché qualcuno voleva far notare quanto cinico e politicamente scorretto fosse il nostro calcio? Oppure, molto più banalmente, è solo un attacco a un personaggio coinvolto suo malgrado in una guerra di bande? Per capirci: l' obiettivo è la moralizzazione del sistema, oppure la caccia a una poltrona già occupata? In una guerra senza quartiere, una registrazione anonima non risolve certo i problemi, ma avvelena ancora di più una situazione già velenosa di suo.
È difficile parlare di moralizzazione quando il metodo è quello del corvo, che registra conversazioni e le utilizza secondo convenienza. Situazione imbarazzante per i presidenti, perché qualcuno di loro ha tradito un fragile patto di fiducia (fiducia?). Non il clima migliore per lavorare per il bene del calcio.
2 - AUDIO RUBATO, DE SIERVO ACCUSA
Emiliano Bernardini e Salvatore Riggio per “il Messaggero”
Nel condominio più rissoso d'Italia, la Lega serie A, si gioca una partita velenosa senza esclusione di colpi. L'ultimo ha toccato l'ad della Lega di A, Luigi De Siervo. Un audio rubato durante il consiglio di Lega il 23 settembre in cui si sente l'amministratore delegato, mentre si rivolge al presidente del Milan Paolo Scaroni, affermare di aver dato disposizione di spegnere i microfoni direzionali posizionati sotto le curve per evitare che i telespettatori possano sentire da casa i buu razzisti.
Una frase che ha alzato immediatamente un polverone all'interno di una Lega che si ritrova senza il presidente, Gaetano Micciché, dimessosi il 19 novembre. De Siervo ha convocato una conferenza stampa per replicare con durezza: «L'obiettivo non è silenziare i razzisti. Anzi. È andarli a prendere uno per uno, punirli severamente. Dal 2015 diamo mandato alle tv di non inquadrare i violenti. La televisione non deve sanzionarli, tocca alle autorità. La tv deve mandare in onda uno spettacolo, non dare visibilità a dieci o cento cretini».
Tra l'altro la Procura non punisce i razzisti usando gli audio della tv. L'ad ha fatto sapere di aver sporto querela gridando al complotto: «È un audio rubato. L'imbarazzo non lo devo provare io, ma chi l'ha rubato». Mentre la Procura federale della Figc ha aperto, come atto dovuto, un fascicolo d'indagine (richiesto anche il file audio), è scattata la caccia al colpevole. «Gravina era a conoscenza di questa registrazione da un mese» rimarca l'ad della Lega.
CHI C'ERA E CHI NO
Insieme a lui quella mattina negli uffici di via Rosellini a Milano c'erano l'allora presidente Gaetano Micciché, Luca Percassi dell'Atalanta, Alessandro Antonello dell'Inter, Paolo Scaroni del Milan, Stefano Campoccia dell'Udinese (arrivò a consiglio iniziato), il segretario verbalizzante Ruggero Stincardini e il presidente del collegio dei Revisori, Giovanni Barbara. Le idee sembra averle chiare l'ad della Lega che fa capire di sapere anche il motivo:
«C'è qualcuno che vuole il male della Lega. Ma noi non ci facciamo intimidire. L'obiettivo è pensare di riuscire a decapitare la Lega in prossimità del bando sui diritti tv». Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Figc, Gravina: «Chi pensa, che la Federcalcio stia tramando qualcosa non ha capito niente. Nella Lega di A c'è un conflitto interno sotto il profilo degli interessi. Abbiamo l'esigenza di avere una Lega di A fortissima perché una Lega indebolita, senza leadership, indebolisce tutto il mondo del calcio e la federazione».
Episodi non certo casuali quelli capitati a Micciché e De Siervo in pochi giorni, proprio mentre si sta entrando nel vivo di una nuova battaglia sui diritti televisivi. Ma c'è anche una guerra tutta interna alla Lega sull'approvazione del bilancio. Annullato il Consiglio in programma oggi che avrebbe dovuto approvarlo. Vertice spostato al 9 dicembre. L'ultima data utile è il 27 altrimenti si configurerebbe una di quelle situazione che potrebbero portare al commissario straordinario. Intanto tra oggi e domani arriverà quello ad acta per le elezioni, Mario Cicala.
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