RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
STEFANO AGRESTI per il Corriere della Sera
vincenzo spadafora incartato foto mezzelani gmt 078
Il viaggio di Ronaldo in Portogallo - è partito da Torino con tampone negativo, è tornato positivo - finisce nel mirino del ministro Spadafora. A suo avviso, c'è qualcosa di irregolare nel comportamento del campione della Juve.
Gli chiedono: andando e rientrando, ha violato il protocollo anti-Covid? Risponde: «Sì, penso proprio di sì, se non ci sono state autorizzazioni specifiche dell'autorità sanitaria».
Una frase, quella pronunciata su Radio 1, che scatena subito polemiche, perché quando Cristiano è tornato, nella giornata di mercoledì, ha effettivamente seguito tutte le procedure necessarie: partenza da Lisbona con aereo ambulanza privato, trasferimento nella sua residenza piemontese su un'autoambulanza che lo ha prelevato a Caselle.
«Ha seguito la normativa», il commento della Asl di Torino. Del resto questo percorso è lo stesso compiuto dalla Figc per riportare in Italia dall'Islanda i ragazzi dell'Under 21 contagiati. La denuncia di Spadafora, però, non si riferiva al ritorno di Ronaldo in Italia, bensì alla sua partenza, avvenuta 11 giorni fa, la mattina di lunedì 5.
In quel momento la Juve era «in bolla» a causa della positività riscontrata in due membri dello staff esterno alla squadra, eppure Cristiano e altri sei giocatori hanno lasciato il JHotel: uno lo ha fatto per rientrare a casa (Buffon), gli altri per raggiungere i ritiri delle rispettive Nazionali (oltre a CR7 anche Dybala, Cuadrado, Demiral, Bentancur e Danilo).
Una procedura irregolare secondo Roberto Testi, direttore del dipartimento di prevenzione della Asl, il quale non a caso ha segnalato il comportamento dei sette calciatori alla Procura. A lui i nomi sono stati comunicati dalla stessa Juve, mentre i nazionali azzurri Bonucci e Chiellini hanno raggiunto in ritardo il ritiro dell'Italia, dopo avere avuto l'esito negativo di un tampone. Rispettando - loro sì - le regole. Il ministro ha chiarito: «È stata la stessa società a segnalare alla Asl che alcuni giocatori avevano rotto l'isolamento fiduciario senza averne l'autorizzazione».
vincenzo spadafora foto di bacco (1)
Ma la Juve c'entra qualcosa in questa eventuale violazione di leggi e regolamenti? Agnelli è sicuro: niente. «Io applico il protocollo federale, sono un dirigente sportivo. Le nostre bolle sono molto resistenti, da quando poi i giocatori vanno a casa sono liberi cittadini. Se uno viene preso dall'autovelox in autostrada a 150 all'ora, io non so spiegare perché era lì e perché funzionava. Bisogna chiedere alle autorità competenti».
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Nel caso in cui i sette juventini che hanno lasciato il ritiro abbiano fatto qualcosa di irregolare, insomma, non può essere la società bianconera a risponderne. Pagheranno di tasca loro, tra l'altro la sanzione non dovrebbe essere così pesante: una multa da 400 a 1000 euro per la giustizia amministrativa, una semplice ammenda anche per quella sportiva (la Procura federale ha subito aperto un fascicolo sulla fuga dei 7 juventini, potrebbero scattare i deferimenti per violazione del protocollo).
Il provvedimento sarebbe ben più pesante se venissero accertate responsabilità da parte del club, ma gli organi federali non ne hanno rilevate. Mentre Ronaldo è nella sua villa di Torino in attesa che terminino i 10 giorni di isolamento previsti dall'ultimo Dpcm (per uscirne deve comunque avere anche un tampone negativo), Skriniar continua a trascorrere il suo in Slovacchia.
Ed è anche più lungo rispetto al nostro: 14 giorni. L'Inter ha valutato la possibilità di riportare il difensore a Milano, ma le leggi di quel Paese non lo consentono. Una diversità di trattamento e di tempi che ha sollevato polemiche. Fatto sta che Skriniar vedrà il derby in tv, visto che terminerà il periodo di isolamento all'inizio della prossima settimana.
vincenzo spadafora foto di bacco (2)
Agnelli ha anche commentato il 3-0 d'ufficio deciso dal giudice sportivo per Juve-Napoli, con punto di penalizzazione agli azzurri: «Noi siamo collaterali, è una vicenda tra il Napoli e i gradi di giustizia sportiva e l'organizzazione delle competizioni. Non ci tocca». E De Siervo, ad della Lega, puntualizza: «Non potevamo rinviare la partita. Il protocollo funziona, ma lì c'è stato un cortocircuito».
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