MATTEO PINCI per repubblica.it
Un ruolo centrale nella ripresa del campionato italiano, mediando tra federcalcio e governo. Simone Valente, ex sottosegretario del primo governo Conte e responsabile allo sport del Movimento 5 Stelle, oggi è impegnato in un'altra partita: il testo di riforma dello sport del quale si sta occupando il ministro Spadafora. Un testo che per molti versi ha stravolto i termini della riforma avviata quasi due anni fa proprio da Valente insieme all'ex sottosegretario leghista Giorgetti.
vincenzo spadafora ministro dello sport foto di bacco
Valente, è soddisfatto della ripresa del campionato?
"Sì, ma ora dobbiamo pensare a una riapertura degli stadi, mantenendo sempre il distanziamento sociale. E' più che mai necessario. Anche con capienza ridotta o molto ridotta, e grande attenzione ai flussi di entrata e di uscita. Molti club hanno già avanzato proposte: si potrebbe già sperimentare in stadi più piccoli, con capienze più piccoli, magari in serie inferiori: il calcio non trasmette tutte le sue emozioni senza il pubblico".
Eppure il ministro Spadafora era parso molto contrario, si è spiegato il motivo? Anche mettendo in apparente contrasto la ripresa del calcio con l'attività delle palestre. Perché secondo lei?
simone valente foto mezzelani gmt 063
"Penso che ci sia stata molta prudenza. Però come ho detto, alla fine abbiamo fatto la scelta migliore, interpretando in quel momento il pensiero di tantissime società e presidenti, delle Leghe, della Federcalcio e di averlo portato nelle sedi giuste. A Spadafora ma anche, anzi soprattutto, al Premier Conte".
A proposito di Spadafora: domani lo incontrerà per discutere della riforma dello sport. Obiezioni al testo?
"Sport e Salute doveva essere il centro, il cuore dello sport di base. Ma si sono mischiate molto le carte. Non c'è più ordine, c'è disorientamento. Sono quasi due anni che è stato fatto il primo atto di riforma, è il momento di chiuderla. Questa è una legge delega: il parlamento si è già espresso chiaramente, ora va attuata. E non va sforato il perimetro con questioni che divergono o che non sono previste. Domani al ministro proporrò delle modifiche al testo da portare in approvazione".
SIMONE VALENTE STEFANO BUFFAGNI
Quali, in particolare?
"Doveva definire i criteri di distribuzione dei fondi agli organismi sportivi, alle federazione agli Enti di Promozione, alle Discipline Sportive Associate e occuparsi dello sport di base. Nella bozza che ci è stata inviata invece, Sport e Salute viene molto svuotata delle sue competenze, in favore da una parte del dipartimento sport del governo, dall'altra del Coni.
vincenzo spadafora foto di bacco
Infatti al Coni vengono date competenze che in realtà non c'entrano con quello che prevedeva la delega, come l'organizzazione e il potenziamento dello sport, il riconoscimento della personalità giuridica e il registro Coni, ossia il registro di federazioni e tesserati dello sport. E' stato immaginatro un assetto parecchio diverso rispetto allo spirito della riforma".
Tra l'altro nei fatti avrà anche una gestione marginale dei fondi per lo sport.
"Sì, i criteri di distribuzione dei soldi allo sport dovevano essere in capo a Sport e Salute, oggi invece sono prerogativa del dipartimento. Ma l'autorità di governo deve stabilire gli obiettivi che si vogliono raggiungere, poi i criteri era Sport e Salute che doveva definirli. Il secondo punto critico riguarda la rimoludazione dei fondi destinati a Coni e a federazioni sportive.
catia augelli e simone valente foto mezzelani gmt 066
Nella bozza infatti si prevede che il governo, peraltro con uno strumento discutibile come un proprio decreto ministeriale, possa rimodulare ogni volta i fondi destinati allo sport italiano. Qui si rischia di essere in balia del governo o dipartimento di turno che rimodula a proprio piacere i fondi. La riforma prevedeva fondi certi e la rimodulazione solo in fase di prima attuazione".
Ritiene che ci sia stato un eccesso di delega?
"Sicuramente sì. Se si pensa al dipartimento e alle competenze maggiori che vengono date al Coni, quando si doveva occupare solo di preparazione olimpica, sicuramente si è andati fuori dal perimetro. L'ordine - Coni da una parte, Sport e Salute dall'altra - serviva per far avere punti di riferimento chiari agli organismi sportivi. Se moltiplichiamo le competenze, si ha difficoltà a capire quale sia il punto di riferimento e questo incide sull'attività di molte associazioni sportive e molti giovani".
vincenzo spadafora con la mascherina foto di bacco
Nel testo ha fatto già discutere il limite dei mandati, che impedirebbe a molti presidenti delle fedreazioni sportive di ricandidarsi.
"Io sono in disaccordo con la strategia adottata dal ministro. Per una questione di metodo e di tempistiche: sarebbe stato diverso annunciare mesi fa questa modifica sui mandati e non così a ridosso del rinnovo degli organi federali. Così si rischia che la Legge delega entri in vigore addirittura dopo che alcuni vertici federali sono stati rieletti. Dando vita a una pioggia di ricorsi.
Inoltre, trovo scontato che il limite dei mandati non debba essere cumulabile tra presidente e componente di organi federali. Problema che può accentuarsi negli organi territoriali, perché serve tempo per creare una nuova classe dirigente. La battaglia sacrosanta che prevede un ricambio generazionale, rischia così di assorbire tutto il dibattito, facendo perdere l'attenzione dalle cose davvero importanti".
vincenzo spadafora foto di bacco
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