var arbitri

VOLETE SAPERE PERCHE’ LA “VAR” IN SERIE A NON RISOLVE I PROBLEMI E NE CREA ALTRI? - SCONCERTI: “I PUNTI DI ATTRITO SONO DUE. IL PRIMO È CHE LA MOVIOLA IN DIRETTA COSTRINGE L'ARBITRO A CONFRONTARSI CON SE STESSO, QUINDI CON LA PLATEA TV" - "IL SECONDO PUNTO È ANCORA PIÙ GRAVE PERCHÉ METTE A CONFRONTO NON LE IMMAGINI MA L'INTERPRETAZIONE CHE DEL GIOCO DANNO ALTRI DUE ARBITRI" 

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1 - LA VAR INASCOLTATA: È SCOPPIATA LA RIVOLTA DEGLI ARBITRI CONTRO ALTRI ARBITRI

Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”

 

SCONCERTI 4

C'è una piccola rivoluzione che riguarda la Var. Gli arbitri non gradiscono. In questi mesi si è parlato troppo di Var e poco di loro. Errore nostro perché le tante Var continuano a essere gli arbitri. Sono loro che guardano e decidono. Non è vero che è nuova tecnologia, quella è inappellabile, come il gol non gol. La Var è semplice televisione, fotogramma per fotogramma. La Var esprime, non giudica. Continuano a giudicare gli arbitri, solo che lo fanno riguardando come vogliono l'azione. Per molti mesi il gioco ha funzionato.

 

ARBITRI E VAR

Credo anche che funzionerà in eterno finché non arriverà una nanotecnologia dell'area di rigore. Ma oggi siamo al primo rifiuto spontaneo, al periodo di mezzo, quello che può decidere i ruoli di tutti. E l'arbitro si è accorto di aver perso la sua centralità storica dentro la partita. Questo sta causando un ribellione macchinosa ma evidente. I punti di attrito sono due. Il primo è che la moviola in diretta costringe l'arbitro a confrontarsi con se stesso, quindi con tutta la platea televisiva.

 

Una caccia all'untore che sfinisce e che prima era cancellata d'autorità, per il solo fatto di esistere. Il secondo punto è ancora più grave perché mette a confronto non le immagini ma l'interpretazione che del gioco danno altri due arbitri chiusi nel sotto-stadio. Cioè uomini contro uomini, niente più macchine, solo pareri, vanità.

 

antonio donnarumma var

Chi è il migliore, il più bravo, chi arbitra o chi controlla? Chi farà più carriera? Questo è il punto, chi va avanti? Gli arbitri non sono un gruppo omogeneo, sono liberi professionisti che detestano avere colleghi davanti. Non sono amici di categoria, fondamentalmente si augurano l'errore dell' altro. Gli arbitri sono atleti solitari, combattenti isolati, ognuno per sé . Hanno anche loro «un'aria che tira», si dicono fra loro chi sono i giocatori che rompono le scatole, gli allenatori contestatori, e ne tengono conto.

 

var

Perché nella loro solitudine mirano a punire il rivoltoso, a dimostrare che ne sono capaci. La Var è adesso una menomazione chiara, la spartizione del loro potere con altri dello stesso mestiere che cercano di trovare il loro errore. Doppia malattia, insopportabile. È da questo che nasce la rivolta, quella che porta l'arbitro a contestare sinistramente la Var. Non c'entra la tecnologia, che nemmeno esiste. Conta l'uomo, il cattivo umanesimo di essere arbitri. Non è tempo ancora di giustizia, quella arriverà con l'abitudine. Ora è tempo di difendersi.

 

2 - LA DOMENICA NERA DI VAR E ARBITRI

Francesco Ceniti per “la Gazzetta dello Sport”

 

Mamma, mi sono perso alla Var. L' ultima domenica di gennaio porta nuvole nere e tempesta sul cielo degli arbitri, l' esatto contrario del meteo reale che ha regalato una giornata primaverile in quasi tutti gli stadi. La cosa che più lascia attoniti è stato per una volta il flop della tecnologia: doveva essere un paracadute, ma a Crotone e a Milano non si è aperto.

VAR

 

E se a San Siro Irrati è stato vittima del fuoco amico con l' immagine del gol irregolare di Cutrone non vista per tempo da Rocchi e Di Liberatore, ancora più incomprensibile quello che è accaduto a Crotone dove Tagliavento ha tolto una rete buona ai calabresi dopo aver guardato il replay.

 

Non solo, sulla bilancia finisce pure la gestione «particolare» di Napoli, con Mazzoleni che ha fischiato un rigore molto generoso (eufemismo) su Callejon dopo aver in precedenza giudicato involontario un mani dubbio in area di Koulibaly sul tiro di Palacio.

 

VAR

Interpretazione che ci può anche stare, ma non è accettabile aver ignorato una direttiva dello stesso Rizzoli («Vanno rivisti i tocchi sospetti di mani in area») data giusto due settimane fa nella riunione con gli allenatori di Serie A. Indicazione arrivata per mettere fine alle polemiche seguite alle deviazioni col braccio di Mertens e Bernardeschi. E ora scendiamo nei dettagli.

 

CROTONE-CAGLIARI

Che per Tagliavento si prospettasse un pomeriggio di passione, lo si era capito già a metà primo tempo: lascia continuare dopo un contatto in area tra Faragò e Nalini, poi corre al monitor sul richiamo di Damato. In effetti c' è il calcio del cagliaritano all' avversario anche se si tratta di un rigore molto televisivo, ma comunque è ok concederlo.

 

I problemi aumentano quando Pisacane affonda il tackle su Ricci: arriva nettamente prima sul pallone e rinvia, poi non controlla la sua entrata e finisce coi tacchetti (alti) sulla gamba di Ricci. Per l' arbitro è rosso diretto: provvedimento esagerato, più normale considerarlo fallo imprudente, da giallo.

CONTROLLO VAR

 

Segue conciliabolo con il Var, forse non del tutto convinto del cartellino mostrato. Fatto sta che Tagliavento va per la seconda volta al monitor e poi conferma la sua scelta. Il patatrac, però, arriva sui titoli di coda: Ceccherini insacca sulla punizione di Ricci, l' assistente Crispo dopo il gol alza la bandierina. L' arbitro va ancora alla postazione replay: immagini chiarissime, Ceccherini non è in offside di parecchio ed è un grave errore giudicare attive le posizioni di Budimir e Capuano. Tolta una rete regolare nonostante l' aiuto della Var.

 

MILAN-LAZIO

VAR

A San Siro un errore importante di segno opposto: Milan in vantaggio con Cutrone che insacca dopo la punizione di Calhanoglu. La dinamica dell' azione porta tutti, ma proprio tutti, a pensare che la deviazione del milanista sia di testa: il pallone schizza via rapido. Nessuno protesta se non per un possibile fuorigioco e su questo si concentrano Rocchi e Di Liberatore alla postazione Var: il tecnico fornisce tutti i replay utili per stabilire la posizione di Cutrone (regolare) e degli altri rossoneri(tutti ok), ma a nessuno viene il guizzo ai andare a controllare come l' attaccante giri in porta.

 

Così le immagini che svelano l' irregolarità (gol segnato di gomito) restano in pancia alla regia per oltre 20 minuti. Quando diventano pubbliche è tardi per annullare. Sbagliando s' impara e questo buco servirà da lezione: meglio controllare anche quando sembra inutile farlo.

 

NAPOLI BOLOGNA - IL FALLO DI MASINA SU CALLEJON

NAPOLI-BOLOGNA

Passa così in secondo piano la direzione di Mazzoleni, non certa perfetta. Ma stride molto la scelta di non andare a rivedere il mani di Koulibaly in area: può anche essere considerato involontario (braccio appena largo e che schizza all' indietro sul tiro di Palacio, un parametro usato dagli arbitri che fa pendere la bilancia sulla non punibilità), ma la scelta doveva arrivare dopo aver rivisto le immagini come suggerito da Rizzoli, non certo l' ultimo arrivato. E invece Mazzoleni si limita a parlottare con Orsato tramite auricolare.

koulibaly

Cosa che ripete poco dopo quando assegna il rigore al Napoli: «carezza» di Masina che poggia una mano su Callejon. Davvero troppo poco per giustificare il rigore, ma qui la Var non può intervenire perché il minimo contatto basta e avanza per metterla fuori causa.