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Valerio Clari per gazzetta.it
Ci sono due Deschamps nella storia del calcio francese, ci sono due Deschamps anche al 90'. Il primo è istituzionale, fiero e sportivo: lo era stato nel momento della sconfitta nella finale dell' Europeo, due anni, lo è adesso, a Mosca, conquistata come nemmeno Napoleone. Didier abbraccia tutti: lo staff, qualcuno dei suoi a caso, poi scientificamente tutti gli avversari, a cui rende onore.
Si trattiene ancora un po', per prendersi i complimenti del presidente Macron. Mentre dal cielo scendono secchiate d' acqua, mentre Lloris alza la coppa, di colpo scende tutta la tensione di Didì.E arriva l' altro Deschamps: quello che balla al ritmo della canzone ufficiale, quello che ride scomposto e saltella, quello che prende una bandierina francese e inizia ad agitarla, come se gli anni fossero 9, e non 49. È gioia pura, è scarico di una tensione accumulata in oltre due anni.
LA DAB E I TUFFI «Mi aveva fatto così male perdere l' Euro Ma in fondo, ci ha anche fatto bene. Adesso è meraviglioso, la consacrazione suprema. Qualcuno ci arriva a 19 anni. Amiamo i francesi, siamo fieri di essere Bleus. Vive la République» .
E via, di nuovo a saltare, meno stiloso di Pogba che fa la dab, bagnato quanto quelli che si tuffano sul terreno. È la festa dei ragazzi francesi, spesso ancora figli di immigrati, in un melting pot totale: ma, per fortuna, questo non fa più così notizia, in Francia. Oddio, forse un po' ancora la fa, a sentire quel baffone di Rami: «Sono francese di origine marocchina e ne sono orgoglioso, orgoglioso di dimostrare che non sono un delinquente, e di rendere il mio Paese così felice».
E se Griezmann non sa «dove si trova», Mbappé è lucidissimo, in posa con la coppa. Pelé via Twitter lo accoglie fra i teenager in gol nella finale Mondiale: «Benvenuto nel club, Mbappé: è bello avere un po' di compagnia». Sono solo due, nel club, ma cosa non pare sconvolgerlo: «Non voglio essere uno di passaggio nel calcio. Questo trionfo è un messaggio. Voglio fare sempre meglio, anche se essere campioni del mondo va già abbastanza bene Adesso la festa, per tutta l' estate».
FESTA PAZZA L' estate comincia negli spogliatoi, dove guida ancora Pogba, che fa anche fare la dab al presidente Macron, in diretta social. Poi si sposta anche in sala stampa, dove Deschamps viene innaffiato di nuovo (si è già cambiato tre volte), dove sempre Paul e Mendy saltano sul tavolo, dove Pavard senza scarpe dimentica di avere la faccia da bravo ragazzo. Giroud sarebbe un fratello maggiore, ma non sembra: «Negli spogliatoi sono venuti anche Putin e la presidentessa croata: voglio tornarci subito e non uscire più.Sono scoppiato, sono crollato, sono impazzito».
2. DESCHAMPS
Elmar Bergonzini per www.foxsports.it
Un fermo immagine e tutto cambia. Il destino imbocca una strada diversa da quella programmata. La testata di Zidane a Materazzi il 9 luglio del 2006 la Francia l'ha pagata a caro prezzo. Non soltanto perché a vincere la finale dei Mondiali in Germania fu l'Italia, ma per quello che successe dopo.
La nazionale francese, senza la sua guida, si sgretolò. Quella testata fu solo la prima prima di una lunga serie di delusioni. Nel 2008 la Francia uscì dagli Europei con un solo punto conquistato e appena un gol realizzato. Ai Mondiali 2010 fu uno scandalo tecnico e umano. Prima il gol di mano di Henry negli spareggi contro l'Irlanda (allenata da Trapattoni), poi, in Sudafrica, gli insulti di Anelka a Domenech resi pubblici da L'Equipe. La rosa francese scioperò vista l'immediata esclusione di Anelka, in quello spogliatoio c'erano spaccature sia etniche che religiose.
In Sudafrica quindi fu ancora un fallimento, con tanto di sfottò di tutto il mondo. Agli Europei 2012 la Francia arrivò sì ai quarti, ma vinse una sola partita su quattro. Altro fallimento e divorzio da Blanc che pure aveva provato a ripartire. Lì è subentrato Deschamps. Il capitano della Francia campione del mondo nel 1998 venne fischiato all'esordio contro l'Uruguay (finì 0-0). La strada era tutta in salita, lui l'ha comunque fatta di corsa.
Deschamps si è messo sotto col lavoro, ha imposto un codice etico eliminando le teste calde. Da Nasri a Menez passando per Ben Arfa. Tutti esclusi. E poi il caso Benzema, difeso a oltranza nei 1222’ senza gol, ma scaricato appena emerse lo scandalo del video a luci rosse e del presunto ricatto a Valbuena. Ai Mondiali 2014 solo la Germania (soffrendo) riuscì a eliminare la Francia. I Blues erano ripartiti. Agli Europei 2016 la Francia si prese la propria rivincita: battuta la Germania in semifinale, prima di implodere nella finale contro il Portogallo. La crescita (di risultati, ma soprattutto tecnica) però è stata evidente.
Deschamps ha puntato sui giovani, ha dato loro carta bianca puntando anche su alcuni dei giocatori che nel 2013 vinsero i Mondiali U20 (su tutti Pogba e Thauvin). Ora vittoria con la Croazia che Deschamps sconfisse in semifinale nel 1998 prima di alzare la coppa da capitano. Didier è diventato il terzo ct campione del Mondo dopo esserlo stato da giocatore (gli altri sono il brasiliano Zagallo e il Beckenbauer), ma l'attuale ct francese ha vinto. Nel 2013 solo il 14% dei francesi avevano un’opinione positiva della loro nazionale. Oggi sono tutti con i Bleus. Perché da quel fermo immagine della testata di Zidane è cambiato tutto.
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