DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
(ANSA) Arsene Wenger lascerà la panchina dell'Arsenal al termine della stagione, dopo 22 anni alla guida dei Gunners. La decisione del tecnico francese, il cui contratto scadeva nel 2019, è stata ufficializzata questa mattina. L'Arsenal è sesto in Premier League, lontanissimo dalla zona Champions League, ma ha raggiunto la semifinale di Europa League. In Inghilterra Wenger, 68 anni, ha vinto tre campionati, sette Coppe d'Inghilterra con i Gunners. Sbarcato a Londra il 1 ottobre 1996, attualmente è il manager di maggiore anzianità nello stesso club, con 823 panchine. Nelle ultime due stagioni il tecnico alsaziano ha però dovuto subire frequenti contestazioni da parte degli stessi tifosi dei Gunners, frustrati dalla mancanza di risultati della squadra.
ARSENE WENGER, IL MANAGER CHE HA CAMBIATO L'ARSENAL (E LA PREMIER)
Francesco Persili per Dagospia
“E’ il momento giusto per lasciare”. Dopo 22 anni Wenger abdica: da giugno non sarà più il manager dell’Arsenal. “Sono grato per aver avuto il privilegio di servire il club per tanti anni memorabili”. Accolto a Londra con grande scetticismo (“Arsene who?”) l’allenatore alsaziano ha portato i Gunners a conquistare 3 Premier (fu il primo tecnico non britannico a vincerla) e 7 FA Cup, l’ultima nel 2017. “Merci Arsene”, l’Arsenal ringrazia il tecnico che ha trasformato la squadra-simbolo del calcio più noioso d'Europa (“Boring Boring” Arsenal) in una macchina da gol, un modello di stile. La "Cool Britannia" del football.
“La mia squadra del cuore, un tempo così triste e quasi impossibile da amare, è diventata un simbolo di perfezione estetica – ha scritto il tifoso Nick Hornby, autore del romanzo cult “Febbre a 90° - e ha vissuto, forse, il periodo più grandioso della sua storia; per quasi un decennio, gli irripetibili anni tra il 1997 e il 2006, potevo vedere all'opera nell'Arsenal il fior fiore del calcio mondiale”. Da Vieira, Merson e Tony Adams a Bergkamp, Van Persie, Thierry Henry con i quali arrivò alla finale di Champions persa in 10 nel 2006. Nel ventennio di Wenger ci sono occasioni mancate, rivoluzioni a metà e duelli da film Quello con Mourinho ha mandato in estasi tabloid e siti inglesi. Da “voyeur” (calcistico) a “specialista in fallimenti” lo Special One non ha mai risparmiato frecciate al veleno nei confronti del manager dei Gunners. Storie tese e antipatie malcelate che esplodono durante Chelsea-Arsenal del 6 ottobre 2014, atto finale di una rivalità decennale.
Basta un tackle di Cahill su Sanchez dopo 24 minuti per accendere il duello a bordo campo. Volano insulti tra i due manager, Wenger spintona via Mou. E pensare che quando allenava in Giappone l’economista alsaziano si vantava di insegnare alla sua squadra l’educazione. Chi lo conosce bene, come Sir Alex Ferguson, ha anche scritto del «brusco cambiamento» di Wenger. Fuori è un tipo tranquillo, di buona compagnia, in campo si trasforma: «Trova difficile riconoscere i difetti della sua squadra e se la prende con l’avversario spesso lamentandosi dei contrasti. Non è facile per lui accettare che gli avversari possano entrare duro sui suoi giocatori».
Gli ultimi anni all’Arsenal sono stati tormentati. La forsennata campagna #WengerOut ha certificato la rottura di ogni connessione sentimentale con gran parte della tifoseria. Chi ci sarà dopo di lui? Il Daily Mail ha lanciato l’idea che porta a Patrick Vieira, una strada porta al 31enne Julian Nagelsmann, al momento tecnico dell'Hoffenheim ma non è da scartare la pista italiana che porta a Ancelotti…
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