DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport
mourinho zazzaroni tiago pinto
Doveva essere il Grande Giorno. Lo è stato solo per l’Inter che, al di là degli 8 punti che la tengono ancora lontano dal Napoli, ha trovato la prestazione, l’intensità, la pienezza delle linee e avuto la conferma dell’imprescindibilità di Dzeko - antico pallino di Spalletti -, attaccante capace di fare reparto tanto con Lukaku quanto con Lautaro o Correa, oltre che da solo, a prescindere dalla struttura fisica. Nell’occasione proprio Dzeko e con lui Barella, Mkhitaryan e Dimarco hanno consentito a Inzaghi di realizzare la partita che sognava e di battere con merito il Napoli; un Napoli discreto, non eccezionale come nei primi mesi, che non è andato oltre il palleggio insistito e che, soprattutto nella prima parte, è stato più volte graziato dall’avversario.
L’Inter subito in palla e il Napoli sconfitto per la prima volta in campionato hanno dato il senso della novità post-Qatar e già immagino i discorsi di chi anticipava rallentamenti spallettiani che in realtà non ritrovo nella storia.
tiago pinto foto mezzelani gmt 040
Tutto il resto mi ha riportato al 13 novembre . La prima impressione, di solito la migliore, la illustro così: come se 52 giorni di attesa e vuoti emotivi fossero trascorsi invano. O quasi. Rare le novità, piacevole lo sviluppo orario delle partite, a coppie e a distanza ravvicinata. Cosa s’è (ri)visto? La Juve di prima del Mondiale, senza i portatori di qualità, gli assenti non sempre giustificati, quelli che… il mercato: la Juve vincente per la settima volta di fila e fortunata, tanto.
La Roma di prima: vincente, ma… squadra da Champions esclusivamente nelle fantasie di qualcuno. Il Milan di prima: vincente tra alti, bassi, qualche sofferenza e quel qualcosa in più che solo la squadra di Pioli riesce a tirar fuori nei minuti finali. L’Atalanta di prima: tutta un ritardo, un inseguimento, una rincorsa. Spiazzante la Lazio, quella che non dovresti aspettarti mai. Così come la Fiorentina: incomprensibile, indecifrabile.
E poi il Bologna disturbato dall’arbitraggio. E i soliti problemi di streaming. La visione, già. E ovviamente Inter-Napoli, per chi l’ha potuta vedere. Di relativamente nuovo, l’atteggiamento degli arbitri, alcuni dei quali si sono messi a fischiare molto meno che in passato (in primis Sozza) , trascurando anche qualche fallo, in funzione di un gioco più fluido, meno frammentato.
La seconda impressione, che è una certezza, è questa: Napoli e Inter hanno molto più degli altri, anche nell’idea, oltre che nella qualità degli interpreti: hanno un maggior numero di scelte di livello, vantaggio impagabile quando il calendario ti costringe a giocare tre volte a settimana. In termini strettamente tecnico-tattici: hanno il movimento senza palla, più soluzioni di gioco e alternative per il portatore, e difensori con piedi “educati”, gente in grado di uscire di casa con le chiavi in tasca. Non è poco: è tanto. È tutto.
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