PALLONE SGONFIO - ZOLA: “SACCHI? SI POTEVA ESPRIMERE MEGLIO” - “GLI STRANIERI SONO UN PROBLEMA” - “LOTITO MI VOLEVA ALLA LAZIO MA NON MI HA CONVINTO”

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Massimo Mazzitelli per “la Repubblica”

 

Terzultimo in classifica con il suo Cagliari: Zola è più preoccupato dal rischio retrocessione, dalle telefonate di Lotito o dalle prospettive televisive di Galliani?

«La mia priorità è salvare il Cagliari. Il resto, scusatemi, mi interessa poco».

gianfranco zola jpeggianfranco zola jpeg

 

Comprensibile, ma questo è il suo mondo e a sentire Lotito vogliono trasformarlo in un baraccone: non contano più le vittorie ma i bacini di utenza televisiva...

«Magari scherzava...».

 

No, era serio. E poi lei lo ha conosciuto Lotito perché la voleva sulla panchina della Lazio. Dicono che al primo incontro sia scappato...

«Non esageriamo, diciamo che non mi aveva convinto».

 

Non è un bel momento per il calcio italiano.

«No, non lo è. La situazione è difficile: tecnicamente ci sono problemi, in Europa non si vince, la crisi economica è grave, le difficoltà sono tante. Ma sono questi i momenti importanti per ripartire. In cinese la parola crisi non ha solo un’accezione negativa ma vuol dire anche opportunità».

 

Ripartire da dove?

«Intanto dagli uomini. In Italia ce ne sono tanti che conoscono bene il mondo del calcio e potrebbero trovare risposte giuste. Negli altri paesi sono ripartiti così».

GIANFRANCO ZOLA CON LA MAGLIA DEL CHELSEAGIANFRANCO ZOLA CON LA MAGLIA DEL CHELSEA

 

Nomi?

«Li conoscete: non mancano da noi professionalità che hanno vinto Mondiali, Champions, scudetti. C’è l’imbarazzo della scelta».

 

E invece ci ritroviamo Tavecchio e Lotito...

«Non commento. Sono il tecnico di una squadra di A...».

 

Bastano nomi nuovi?

«No, bisogna cambiare sistema. Ci vuole pazienza per ricostruire e invece in Italia si ha fretta, si vuole vincere subito o si butta tutto all’aria. Per ottenere risultati immediati c’è solo una strada: spendere 200 milioni e comprare i giocatori migliori. Quindi ci penserà la crisi a portare pazienza e programmazione ».

gianfranco zola gianfranco zola

 

Dobbiamo imparare a perdere?

«Solo le sconfitte fanno crescere. Ai giovani che mi capita di incontrare non racconto le mie vittorie ma le pagine nere della mia carriera come il rigore sbagliato agli Europei del 1996 o l’espulsione al Mondiale del 1994. Li ricordo come i momenti più importanti per la mia crescita: i miei successi sono nati lì».

 

Ci sono il 54% di stranieri ogni domenica in campo...

«Un problema per il calcio italiano. Un po’ è business, ma dobbiamo anche dire che negli ultimi anni dai settori giovanili non arrivano più giocatori pronti per giocare ad alti livelli».

zemanzeman

 

Arrivare dopo Zeman ha il vantaggio di trovare giocatori che tirano un sospiro di sollievo…

«Chiedete ai miei giocatori se hanno tirato un sospiro di sollievo. Anche per me il risultato deve arrivare col gioco».

 

Conte si lamenta: poca considerazione per la nazionale. I club non vogliono gli stage?

ANTONIO CONTE CON GLI OCCHIALIANTONIO CONTE CON GLI OCCHIALI

«Lui ha allenato la Juve, sa bene come funziona. Anch’io quando guidavo l’Under 21 avrei voluto avere più occasioni per allenare i ragazzi, ma come tecnico del Cagliari per me conta solo la prossima partita e voglio prepararla con tutti i miei giocatori. Credo che l’unica soluzione sia la proposta di Platini: trovare durante la stagione un periodo per le nazionali».

 

Dodo Sormani, suo secondo al Watford, dice che sia impossibile andare a Stamford Bridge a vedere il Chelsea con lei. È come girare con la statua del santo patrono nel giorno della festa.

«Mi vogliono bene. Forse, oltre ai gol e alle vittorie, ho lasciato qualcosa di buono. Ma anche un pezzo del mio cuore è rimasto lì».

 

CHELSEA TIFOSI RAZZISTICHELSEA TIFOSI RAZZISTI

Brutte notizie da Parigi. Forse ha stretto mani anche a dei razzisti...

«Non credo, i veri tifosi del Chelsea non sono razzisti, mai sentito un’offesa né cori offensivi. Lo dimostra la durezza della società: fuori dalla stadio a vita. In Italia non ho visto prese di posizione così dure».

 

Anche Sacchi razzista...

«Non scherziamo. Arrigo voleva denunciare un problema serio del nostro calcio: troppi stranieri nelle giovanili. Certo, poteva esprimersi meglio».

Arrigo SacchiArrigo Sacchi

 

E invece il suo Parma che sta fallendo tra spese folli, 250 giocatori sotto contratto e improbabili compratori?

«È un dolore perché lì ho passato giorni bellissimi. E mi dispiace per i magazzinieri, gli impiegati, i fisioterapisti che ora rischiano di perdere il lavoro. Brutta situazione».