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    SPRINT STUPEFACENTE – L’AMERICANA SHA'CARRI RICHARDSON SQUALIFICATA PER TRACCE DI CANNABIS NELLE URINE. “SONO UMANA” - TRIONFATRICE NEI 100 METRI AI TRIALS USA, L’ATLETA AMERICANA È STATA RICONOSCIUTA COLPEVOLE DI AVERE USATO MARIJUANA PRIMA DELLA GARA. LA SANZIONE INVALIDA IL RISULTATO DELLA SELEZIONI E IMPEDISCE LA SUA CONVOCAZIONE A TOKYO: “SO COSA HO FATTO, NON CERCO SCUSE”. RESTA APERTA L’IPOTESI DI UNA CHIAMATA PER LA STAFFETTA 4X100


     
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    Marco Bonarrigo per corriere.it

     

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    Sha’Carri Richardson — la 21enne americana regina dello sprint che ai recentissimi Trials Usa aveva trionfato nei 100 metri dove vanta un personale stagionale di 10”72 (il sesto tempo al mondo di sempre) — salterà le Olimpiadi dove era la grandissima favorita. Nelle sue urine, prelevate proprio dopo quella gara, sono state trovate tracce di cannabis.

     

     

    Nel pomeriggio di venerdì 2 luglio, l’agenzia americana antidoping (Usada) ha comunicato che Richardson ha accettato una sanzione di un mese di squalifica, a partire dal 28 giugno e fino al 27 luglio. Tecnicamente, l’atleta potrebbe quindi partecipare ai Giochi di Tokyo, ma la sanzione ha cancellato la sua vittoria ai Trials che le avevano garantito la qualificazione olimpica e quindi non potrà essere convocata secondo le regole ferree del team americano.

     

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    Resta aperta una remota chance ma solo per la staffetta 4x100. In un’intervista tv, Richardson ha detto di voler «assumersi la responsabilità delle mie azioni. So cosa ho fatto. So cosa dovrei fare e ho comunque preso io quella decisione. Non giudicatemi perché sono umana. Pochi giorni prima della gara era morta la mia madre biologica. Non sto cercando una scusa o alcuna empatia nel mio caso, ma questa cosa ha avuto effetto molto pesante per me».

     

     

    La cannabis (il cui consumo è legale in metà degli stati Usa) è proibita dal regolamento antidoping della Wada solo se rilevata in competizione, come nel caso di Richardson. Le pene sono state ridimensionate recentemente: da un mese (in caso di adesione a un programma di riabilitazione) a un massimo di tre mesi di sospensione.

     

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    Giovedì il quotidiano inglese The Guardian aveva anticipato che la sospensione era già stata annunciata all’atleta e che Jenna Prandini, quarta ai Trials, aveva ricevuto la convocazione per le Olimpiadi. Sempre giovedì mattina la Richardson aveva pubblicato un tweet sintetico e ambiguo: «Sono umana». L’atleta — celebre anche per i suoi coloratissimi look — era salita alla ribalta già a 18 anni, quando corse i 100 metri in un prodigioso 10”75.

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