Simone Vitta per “Il Tempo”
MARCHIONNE ARRIVABENE
L'ossequioso inchino di saluto del team manager Maurizio Arrivabene sulla pit lane prima della partenza del Gran Premio verso il baffuto gran capo della Mercedes Dieter Zetsche la dice tutta sulla deludente stagione della Rossa.
Il dominio della scuderia tedesca in questo mondiale è impressionante ma non è giusto dare, come sembra fare Sergio Marchionne, tutte le colpe solo ad Arrivabene che non è mai riuscito a creare attorno a sé una vera squadra competitiva.
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Sarebbe più giusto analizzare le responsabilità dello stesso Marchionne, che a gennaio aveva illuso i tifosi parlando dell'anno della svolta. In realtà quegli annunci erano rivolti al mercato per spingere in alto il titolo FCA e Ferrari più in borsa e che sulle strade e sui circuiti.
Il primo errore di Marchionne è stato certamente quello di aver puntato su un uomo di pubbliche relazioni come Arrivabene, abituato solo a lavorare tra marketing e sponsor nella multinazionale Philip Morris, con poca esperienza di management. E dalla Philip Morris ha tentato di esportare un modello gerarchico e militaresco a Maranello, che è invece una piccola grande orchestra in cui tutti i reparti dovrebbero suonare insieme.
MARCHIONNE ARRIVABENE A BAKU PER IL MONDIALE F1
Per il direttore del reparto corse più che i tecnici erano le magliette ed i marchi degli sponsor ad essere meritevoli di attenzione e così poco alla volta il team tecnico si è perduto per strada. E le frustrazioni tra i piloti hanno fatto la differenza. Alla fine Marchionne ha cercato di correre ai ripari, passando più ore a Maranello ma solo quando la stagione era ormai compromessa.
L'ultimo cambio nell'organigramma, con l'implementazione di una struttura più orizzontale voluta da Marchionne quando Arrivabene era di fatto già sotto tutela, conferma questa tesi. E nella smania di fare meglio ha preso decisioni giuste ma anche alcune sbagliate. Tra quelle giuste certamente la promozione di Mattia Binotto, che secondo i rumors potrebbe prendere già nella prossima stagione il posto di Arrivabene se si arriverà ad un accordo sulla sua liquidazione.
MATTIA BINOTTO
Quella più sbagliata, che ha creato confusione nella confusione, la promozione interna di Enrico Cardile, proveniente dalla gestione industriale della Ferrari, al reparto strategico dell'aerodinamica.
Sarebbe stato meglio sottrarre alla concorrenza sportiva, magari alla Red Bull che è davanti alla Ferrari nel campionato costruttori, un tecnico esperto di settore. Ma sarebbe più importante tornare a pensare alla Ferrari come una squadra che deve vincere il mondiale e non solo uno specchietto per le allodole nei giochi finanziari di FCA.
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