Roberta Amoruso per “il Messaggero”
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Spunta Unipol nel capitale di Mediobanca. Con una partecipazione pari all' 1,956% del capitale dell' istituto milanese, la compagnia guidata da Carlo Cimbri suggella un legame relativamente recente con l' istituto di Piazzetta Cuccia. Un passaggio, registrato non a caso il 18 marzo scorso subito dopo che la Consob ha abbassato all' 1% la soglia per l' obbligo di comunicazioni, emerso ieri in tarda serata tra le comunicazioni dell' Authority.
PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL
Ma si tratta di una «partecipazione finanziaria», frutto di «acquisti nel 2019», chiariscono fonti vicine al gruppo bolognese. Un investimento che ai valori attuali ammonta a circa 87,5 milioni. Non sono però soltanto le risorse messe in campo a dare un certo peso alla mossa di Unipol. Va ricordato che, seppure classificata come attività di trading, la quota guadagnata nel capitale di Piazzetta Cuccia permette a Unipol di stringere ancora di più il legame già forte con il primo azionista delle Generali (con il 13%), il principale polo assicurativo italiano, proprio davanti a Unipol.
alberto nagel carlo messina
I buoni rapporti tra la compagnia e la merchant bank milanese, e soprattutto tra Cimbri e Albergo Nagel, ad di Mediobanca, risalgono del resto a una decina d' anni fa, ai tempi dell' acquisizione della Fondiaria-Sai dei Ligresti da parte della stessa Unipol. I due manager sono stati poi alleati nel tentativo di contrastare l' acquisizione di Rcs da parte di Urbano Cairo.
Un legame, tra Bologna e Piazzetta Ciuccia, confermato anche recentemente in occasione dell' Ops lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi. Unipol è infatti intervenuta direttamente nell' operazione impegnandosi a rilevare parte delle attività di bancassurance di Ubi, ma lo fa fatto anche indirettamente appoggiando l' acquisto da parte di Bper, di cui vanta il 19,9%, delle 400 filiali che Intesa dovrà dismettere per motivi antitrust.
Senza contare che Mediobanca è advisor dell' istituto di Cà de Sass nell' operazione di offerta di scambio che farà nascere un maxi-gruppo capace di rappresentare il 30% del mercato italiano. A conferma che più di qualcosa è cambiato negli ultimi tempi - e sta ancora cambiando per la verità - negli equilibri del capitalismo finanziario italiano.