Estratto dell’articolo di Lorenzo Lamperti per “la Stampa”
putin xi jinping
«Non usare armi nucleari». È quanto avrebbe detto Xi Jinping a Vladimir Putin a marzo, durante la sua visita a Mosca. Un viaggio nel quale l'amicizia «senza limiti» è diventata una semplice «amicizia duratura», col lessico utilizzato dal presidente cinese imposto nel documento congiunto. In quell'occasione, secondo il Financial Times, Xi avrebbe reso chiaro al presidente russo che un'escalation nucleare del conflitto sarebbe inaccettabile per Pechino. Il retroscena è svelato sia da funzionari cinesi che occidentali.
L'avvertimento sul nucleare è per la Cina la carta migliore da giocare per non compromettere del tutto i rapporti con l'Occidente e per ritagliarsi un ruolo da potenza responsabile anche su una guerra che non può condannare.
BUCO NEL TETTO DELLA CENTRALE DI ZAPORIZHZHIA
[…] Ora però i rischi sembrano crescere vertiginosamente intorno alla centrale di Zaporizhzhia. Ucraina e Russia si lanciano accuse incrociate. […] Kiev sostiene che Mosca abbia dispiegato personale militare, installato fortificazioni su almeno tre reattori dell'impianto e soprattutto piazzato degli ordigni esplosivi. […] il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak denuncia un «silenzio assordante» intorno alla «minaccia russa» di far saltare in aria la centrale. […] Mosca replica parlando invece di un «rischio di sabotaggio molto alto» della centrale da parte di Kiev, con possibili «conseguenze catastrofiche».
mezzi militari russi nella centrale nucleare di zaporizhzhia 1
[…] Lo Stato maggiore ucraino è convinto che l'esercito russo possa essere intenzionato a simulare un attacco nemico. Non è forse un caso che le fonti cinesi si siano attivate ora, considerando forse meno improbabile lo scenario nucleare. Il che mette in luce un'interessante discrepanza su come viene raccontato il rapporto bilaterale dai funzionari di Mosca e da quelli di Pechino.
carro armato russo alla centrale nucleare di zaporizhzhia
Dall'invasione in avanti, la Russia magnifica le relazioni e talvolta esagera il supporto cinese, per mostrare di non essere sola e allo stesso tempo per provare a costringere il partner a uscire ancora di più dalla zona grigia e fornire un sostegno più concreto. La Cina invece modula la sua retorica, supportando la visione anti-occidentale del Cremlino ma non la sua guerra, prendendone anzi le distanze ogni qualvolta le azioni di Putin si fanno più azzardate.
Funzionari cinesi confermano a La Stampa che non è passato inosservato il fatto che le voci sul sostegno militare (poi mai confermato) che ha trovato spazio su diversi media americani nei mesi scorsi arrivassero proprio da fonti russe. In Occidente, in molti non credono alla sincerità delle ricostruzioni sul monito di Xi a Putin. Anche o forse soprattutto a causa del documento proposto sull'Ucraina, che sembra ricalcare in buona parte le condizioni di Mosca per arrivare alla pace.
XI JINPING VLADIMIR PUTIN
Ma da parte cinese si fa notare a microfoni spenti che sostenere un cessate il fuoco non significa approvare le conquiste territoriali russe. E che, anzi, la Cina sarebbe pronta a seguire azioni multilaterali prese di comune accordo («e non solo dagli Usa») nell'ambito delle Nazioni Unite.
Tattica o realtà? Shi Yinhong della prestigiosa Renmin University di Pechino ha dichiarato che se la Russia userà armi nucleari la Cina ne «prenderebbe le distanze». Mentre, durante un forum virtuale, il ricercatore Liu Weidong ha detto che Mosca sta cercando di «approfittare» di Pechino, proponendo poi una diversificazione delle relazioni internazionali della Cina. Una cosa appare certa: a Xi serve che Putin resti al suo posto. Ma un Putin protagonista di un attacco nucleare potrebbe non servire più nemmeno a Xi.
soldato russo centrale nucleare di zaporizhzhia