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    STA COVANDO UNA GUERRA CIVILE NEGLI USA? LEGGETE LE PAROLE DI NICK CLEGG, EX VICEPREMIER BRITANNICO E ORA VICE PRESIDENTE DEGLI AFFARI GLOBALI DI FACEBOOK: “SE LE ELEZIONI PRESIDENZIALI AMERICANE DOVESSERO PRECIPITARE NEL CAOS O SI DOVESSERO VERIFICARE VIOLENTI DISORDINI CIVILI, FACEBOOK ADOTTERÀ MISURE ECCEZIONALI PER LIMITARE LA CIRCOLAZIONE DEI CONTENUTI” - IL TIMORE È CHE LA PIATTAFORMA VEICOLI NOTIZIE FALSE SUL VOTO E CHE FOMENTI EPISODI DI VIOLENZA


     
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    Martina Pennisi per www.corriere.it

     

    mark zuckerberg nick clegg mark zuckerberg nick clegg

    Mentre i riflettori sono puntati sul destino di TikTok (il divieto di download è slittato al 27 settembre, Trump appoggia l’accordo con Oracle, ma dalla Cina soffia un vento contrario e i nodi di controllo, proprietà e sicurezza non sono ancora sciolti), Facebook annuncia la possibile adozione di misure straordinarie negli Stati Uniti.

     

    Le parole sono di Nick Clegg, vice presidente degli affari globali e della comunicazione di Menlo Park, al Financial Times e fanno rumore: se le elezioni presidenziali di novembre dovessero precipitare nel caos o si dovessero verificare violenti disordini civili, Facebook adotterà misure eccezionali per «limitare la circolazione dei contenuti». Parole che fanno rumore anche perché a pronunciarle è un ex vice premier britannico, Clegg, appunto, che ipotizza scenari da guerra civile per gli Stati Uniti a cavallo del voto.

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    Il timore è duplice: che la piattaforma veicoli notizie false sul voto distribuite da attori nazionali — Trump compreso, nello scenario definito «miraggio rosso» in cui il voto postale già bollato come fraudolento dal presidente Usa ribalti il risultato — o internazionali e che fomenti episodi di violenza. L’ipotesi che accada non viene considerata remota: il Ft scrive che il colosso californiano si è organizzato per circa 70 diversi scenari potenziali.

     

    DONALD TRUMP JOE BIDEN DONALD TRUMP JOE BIDEN

    Clegg non ha dato ulteriori dettagli, ma ha fatto riferimento ai precedenti «in altre parti del mondo». In Myanmar o Sri Lanka, per esempio, dove Facebook ha limitato la diffusione di contenuti condivisi da profili che avevano violato più volte le regole o ha frenato post che erano sì sensazionalistici ma non violavano del tutto le regole della piattaforma. Le decisioni verranno prese dagli alti dirigenti del social network, compreso Clegg e i numeri uno e due, Mark Zuckerberg e Sheryl Sandberg. Coinvolgendo gli utenti e il mercato americano hanno un potenziale dirompente.

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