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Estratto dell'articolo Luca Valtorta per “La Repubblica”
«Per la maggior parte del tempo facevamo cancellare a Stan la matita dalle tavole inchiostrate o lo mandavamo a prendere i caffè», racconta Joe Simon, primo editor della Timely Comics, la casa di fumetti fondata da Martin Goodman da cui sarebbe poi nata la celeberrima Marvel, «quando non aveva nulla da fare se ne stava seduto in un angolo del reparto grafico suonando il suo flauto facendo impazzire Kirby. Jack gli urlava di smetterla».
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Nel racconto di vari testimoni lo strumento varia: diventa un'ocarina o addirittura un fischietto. Di sicuro non è stato uno dei modi migliori per fare amicizia con Jack Kirby, uno dei massimi autori e disegnatori di fumetti della storia, arrivato a influenzare persino avanguardie artistiche come la Pop Art. Continua lo stesso Kirby: «Mi ricordo Stan seduto sul mio tavolo a suonare il flauto, intralciando il mio lavoro. Io prendevo molto sul serio quello su cui stavo lavorando mentre lui non era mai serio in niente».
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Joe Simon ricorda anche di aver sentito spesso Kirby ringhiare frasi come: «Un giorno quel ragazzino lo ammazzo!». Se quel ragazzino fosse ancora vivo (è venuto a mancare nel novembre 2018), proprio oggi compirebbe 100 anni. [...]
Cominciamo dal fatto più concreto: è stato Stan Lee a creare tutti o quantomeno la maggior parte dei personaggi a cui la Marvel deve la sua gloria come forse ancora oggi la maggior parte della gente crede? Non esattamente. Ma al tempo stesso è vero che se non ci fosse stato lui molto probabilmente le cose non sarebbero andate nello stesso modo.
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[...] Un teorema che vale per tutti i "grandi" ma in particolare per lui perché se c'è una cosa su cui tutti, amici, nemici, critici ed esegeti concordano, è questa: è stato Stan Lee a creare, al di là dei singoli personaggi, la formula alla base dei supereroi moderni, quella che li ha resi così famosi a tutti le latitudini.
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[...] E allora, ritorna la domanda, chi è stato davvero Stan Lee? Prova a spiegarlo Marco M. Lupoi, direttore publishing di Panini Comics, forse il maggior conoscitore dell'universo Marvel in Italia: «Stan Lee è una personalità unica nella storia del fumetto, perché non è stato solo uno sceneggiatore, uno scrittore, un editor, ma colui che ha creato un universo interconnesso di dimensioni mai viste fino ad allora, e mai eguagliate, introducendo nei comics un modo di rappresentare il mondo, di interagire con i lettori e di restare connesso con l'attualità: un "Marvel Style" che ha cambiato la storia».
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[...] Come faceva? Lo racconta Igort, autore, disegnatore e direttore di Linus, che a Stan Lee dedica il numero in edicola: [...]«Tra le cose che Stan ha introdotto nei comics, per me la più importante è la capacità di raccontare le storie di uomini che sono dei e di dei che sono uomini. Il suo tocco umano colora l'universo Marvel, e ne sarà sempre la caratteristica più importante » .
Tutto dunque viene da lì, dai "supereroi con superproblemi". Una lezione che da quel momento verrà declinata in mille modi nei fumetti a venire. Cambiando per sempre l'immaginario e non solo: contribuendo a rendere il mondo un posto più bello e più gentile.
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