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    "STASERA CONTRO LA MACEDONIA DEL NORD CONTA SOLO VINCERE ANCHE CON UN GOL DI STINCO" – RONCONE ON FIRE: “SPALLETTI, ESSENDO ARRIVATO IN PANCHINA QUANDO IL TIPO CON IL CIUFFO COLOR MOGANO CI HA MOLLATO PER ANDARE A RIEMPIRE IL PORTAFOGLI DI BIGLIETTONI ARABI, NON HA AVUTO ANCORA IL TEMPO NECESSARIO PER FAR ASSIMILARE I SUOI COMPLESSI DOGMI AGLI AZZURRI. TRA I QUALI NON ABBIAMO FUORICLASSE E, FORSE, NEMMENO CAMPIONI. SAREBBE INGIUSTO RACCONTARCI BUGIE. QUELLE LE RACCONTA CHI COMANDA IL CALCIO ITALIANO. NOI TIFIAMO ITALIA. E…”


     
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    Fabrizio Roncone per il Corriere dello Sera - Estratti

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    Lasciate stare che si gioca di venerdì 17 (per quanto, nel calcio, tutti sappiamo di scaramanzie sublimi, di allenatori con lo stesso cappotto fino a giugno, di corni e amuleti, massaggiatori rabdomanti, maghi che suggerivano la formazione). E non guardate nel cappello dei ricordi: certo che trabocca di paure primordiali, martellanti, nerastre come quella notte di Palermo, quando proprio la Macedonia del Nord ci negò il sole del Qatar. Ma non è il momento delle suggestioni.

     

    Se vogliamo restare dentro la speranza di partecipare ai prossimi Europei senza infilarci nel martirio degli spareggi, stasera, all’Olimpico, dobbiamo fare una sola cosa: vincere. Non vincere bene. Vincere (che è molto diverso).

    In panchina abbiamo il miglior tecnico italiano proprio dal punto di vista tecnico.

    roberto mancini roberto mancini

     

    (...) L’uomo che si eccita a inventare calcio (...) deve dare ai suoi un unico, volgare piano di gioco: buttarla dentro. In qualsiasi modo. Di stinco, di ginocchio, di punta. Una zampata, andiamo in vantaggio, e poi si vede.

     

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    È noto che Spalletti rifiuta di affidarsi, anche solo per un calcio d’angolo, alla fortuna. Non sa cosa sia. Mai avuta. Quindi è inutile contarci proprio stanotte. Però non è nemmeno il caso di metterci a spiegare alla Macedonia del Nord come si gioca a pallone. Intanto, perché è una squadra che ci è ostile per destino.

     

    ROBERTO MANCINI ROBERTO MANCINI

    E poi perché Spalletti, essendo arrivato in panchina quando il tipo con il ciuffo color mogano ci ha mollato per andare a riempire il portafogli di bigliettoni arabi, non ha avuto ancora il tempo necessario per far assimilare i suoi complessi dogmi agli azzurri. Tra i quali — dettaglio fondamentale — non abbiamo fuoriclasse e, forse, nemmeno campioni. Ma solo qualche buon calciatore. È abbastanza mortificante fare questi ragionamenti. Però sarebbe ingiusto raccontarci struggenti bugie. Quelle le racconta chi comanda il calcio italiano. Noi siamo gente di curva e di tribuna stampa, di campo e di spogliatoi. Tifiamo Italia. E vogliamo andare agli Europei.

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