Fabio Poletti per “La Stampa”
una manifestazione di rider
Sono in 60 mila e son pronti alla guerra con le carte bollate e a incrociare le braccia, per uno sciopero generale venerdì 26 marzo. I rider italiani - «Trattati come schiavi», li ha definiti il magistrato milanese Francesco Greco che ha messo sotto inchiesta le compagnie di food delivery - si sono riuniti in un'assemblea on line, erano così tanti che non c'era spazio per tutti, quasi un centinaio da 32 città in tutta Italia.
rider just eat
Vincenzo Tammaro, rider milanese della piattaforma Deliveroo, annuncia quello che pensano di fare tutti: «La nostra intenzione è fare partire delle cause. Vogliamo fare una gigantesca class action davanti ai Tribunali del lavoro. Questo non è più il lavoretto per arrotondare. Iniziamo alle 8 del mattino fino alle 2 di notte per una paga da miseria senza alcuna sicurezza. Se mi faccio male non mi paga nessuno. Se protesti non ti fanno più lavorare. Dietro agli algoritmi ci sono manager. Questo mese ho guadagnato fino ad ora appena 1.110 euro».
Rider DI Just eat
Se non bastasse, per cercare di piegare i colossi del food davanti alla porta di casa - da Delivery a Glovo, da Just Eat a Uber Eat - è pronto anche lo sciopero. In ballo non c'è solo la dignità del lavoro, ma molto di più. Come racconta un rider di origini straniere che si collega da Pavia: «Il riconoscimento del nostro lavoro come subordinato e non occasionale è importante anche per ottenere il permesso di soggiorno. Noi ci dobbiamo mobilitare, i clienti che devono capirlo».
rider di uber eats
Un passaggio fondamentale nel lungo comunicato stilato dall'assemblea Rider X i diritti: «Sollecitiamo tutti i clienti delle app a non usufruire del servizio in quella data, in solidarietà alla nostra lotta». Cosa non impossibile spiega Angelo Avelli, rider per Deliveroo: «Quante volte ci sentiamo dire da clienti che vorrebbero fare qualcosa per noi, visto che le nostre condizioni sono risapute. Hanno l'occasione, non ordino niente venerdì 26 marzo».
fare i rider durante l'emergenza coronavirus 8
I colossi del delivery per ora non rispondono. Studiano le carte dell'inchiesta che li obbliga ad assumere 60 mila ciclofattorini con tutti i crismi di sicurezza e a pagare una multa di 733 milioni per evasione fiscale, entro 90 giorni se non vogliono finire a processo.
rider
Nell'invito alla mobilitazione, Rider X i diritti ricorda che la loro lotta non è più solo italiana: «Sono iniziate al Parlamento Europeo le consultazioni per ottenere una regolamentazione del lavoro di piattaforma, attraverso una direttiva che garantisca un'adeguata protezione sociale e un trattamento congruo per tutti. Durante il lockdown siamo stati equiparati a lavoratori essenziali, ci spettano tutte le tutele».