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    STORACE OSA ALZARE IL FEZ CONTRO LA BOLDRINOVA: “IL SITO DELLA CAMERA COSTERÀ IL 50% IN PIÙ. BEN 100MILA EURO AL MESE”


     
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    Alberto Custodero per "la Repubblica"

    Francesco StoraceFrancesco Storace

    È guerra tra Francesco Storace e Laura Boldrini sul prezzo dell'appalto per la gestione del sito online della Camera dei deputati. «Costerà il 50 per cento in più rispetto all'ultima gara fatta da Bertinotti: 100 mila euro al mese contro 70», attacca il segretario de
    La Destra e direttore de Il Giornale d'Italia.

    «Risparmieremo 15 mila euro al mese rispetto a quanto ci costa oggi», replica la presidenza di Montecitorio. Chi ha ragione? Ecco i fatti di questa querelle estiva sulla spending review del Parlamento. Tutto inizia nel febbraio scorso quando andò in scadenza il bando con tre società che avevano avuto in affidamento diretto la gestione dei servizi Internet (il sito principale camera. it, la webtv, le sezioni di parlamento. it, il sito della biblioteca, la piattaforma didattica sulla Costituzione e il Parlamento dei bambini).

    Laura Boldrini xLaura Boldrini x

    L'appalto in scadenza aveva un costo di un milione e 400 mila euro circa all'anno. Ed era stato assegnato senza gara pubblica alle srl Esinware e Serap pa. E alla spa Interact il cui capitale sociale, per il 60%, è depositato nel paradiso fiscale lussemburghese attraverso due società: la interbase sa (30%) e la Eurel informatica spa, a sua volta di proprietà della lussemburghese infotekno sa.

    Impossibile, dunque, conoscere gli azionisti di maggioranza di una delle società che ha gestito fino a oggi il sito della Camera dei deputati italiana. È Gianfranco Fini, dicono fonti vicine all'ex presidente della Camera, a volere per il rinnovo del contratto un appalto pubblico, per garantire la trasparenza dell'affidamento oltreché degli azionisti. E un risparmio.

    GIANFRANCO FINI jpegGIANFRANCO FINI jpeg

    La pratica la eredita poi la nuova maggioranza parlamentare. E dunque gli uffici presieduti da Laura Boldrini, il 20 luglio, pubblicano sulla Gazzetta Ufficiale italiana e su quella dell'Ue il bando che scadrà il 20 settembre. Base d'asta, un milione e duecento mila euro all'anno per tre anni: comprendendo l'Iva. In totale circa 4 milioni.

    «È troppo, un'esagerazione », tuona Storace che, nell'editoriale di oggi del suo quotidiano online, "Il Giornale d'Italia", accusa la presidente della Camera di aver fatto lievitare i costi della metà. «Con Bertinotti - scrive Storace - la precedente gara fu chiusa a ottocentomila euro l'anno. Ci spiega la Boldrini come fa a risparmiare pagando il 50 per cento in più?».

    Fausto BertinottiFausto Bertinotti

    Ed ecco la replica di Montecitorio. La base d'asta, spiega un comunicato della presidenza della Camera, non sarà ovviamente il prezzo definitivo in quanto vincerà chi offrirà il maggior ribasso, nel rispetto, ovviamente, dei requisiti di qualità. Quei risparmi di oltre 200mila euro all'anno «andranno ad aggiungersi ai 10 milioni di euro già tagliati per decisioni dell'Ufficio di Presidenza nei primi 5 mesi della legislatura ». Una spiegazione che non convince, però, il leader de La Destra.

    «Non si capisce - è l'interrogativo di Storace - perché si debbano spendere tanti milioni. Si assume personale nuovo? Perché, la Camera è improvvisamente sprovvista di dipendenti informatici?».

     

     

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