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    LA MORTE AGGHIACCIANTE - LE AZIENDE CHE SI OCCUPANO DI CRIOCONSERVAZIONE NEL MONDO SONO TRE: LE AMERICANE ALCOR, CRYONICS E LA KRIORUS, IN RUSSIA, CHE AL MOMENTO CONSERVA 66 CORPI - I COSTI VARIANO DA 36 MILA A 100 MILA DOLLARI - LA STORIA DI DUE SORELLE CHE, A BOLOGNA, TENNERO PER GIORNI LA MADRE MORTA NEL GHIACCIO PERCHE' SPERAVANO DI...


     
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    Valerio Millefoglie per “il Venerdì - la Repubblica”

     

    galina ryabinina galina ryabinina

    Al centro della foto, fra il burro immacolato e la marmellata, c’e una donna che tiene in braccio un barboncino bianco. Ci guardano entrambi, ripresi dall’alto. Lei sorride, gli occhi del cane a causa del flash sono venuti bianchi. La donna si chiama Galina Ryabinina ed e nata a San Pietroburgo, allora Leningrado, il 19 marzo 1952. Il cane si chiama Daisy, e stato trovato dalla donna durante un inverno molto freddo in un bosco nei pressi di una base militare russa e al momento dello scatto ha 12 anni. Quattro anni dopo questa foto, il cane muore a causa di un tumore, malattia che viene diagnosticata l’anno seguente anche alla sua padrona. Galina Ryabinina e morta l’8 agosto 2017 a Bologna, dove si era trasferita e viveva con la figlia e tre nipoti dell’eta di dodici, nove e otto anni.

     

    IO SONO UNA FUTURISTA

    Il 12 agosto 2017 il Resto del Carlino scriveva: «Hanno iniziato a litigare in strada, urlando e attirando l’attenzione dei passanti che hanno chiamato i carabinieri. Quando i militari sono arrivati sul posto, le due donne, che poi si e scoperto essere sorelle, di nazionalita russa, che vivono a Bologna, hanno raccontato che stavano litigando perche non riuscivano a trovare un accordo su cosa fare con il corpo della madre morta. Una voleva procedere con la cremazione, per poi portare le ceneri in patria; l’altra voleva ricorrere all’ibernazione».

     

    impianto di crioconservazione stumenti per la preparazione impianto di crioconservazione stumenti per la preparazione

    L’articolo racconta che a casa i carabinieri trovano il corpo della signora, deceduta da giorni, circondato da ghiaccio secco. «Quella mattina volevo correre a comprare altro ghiaccio», ricorda oggi Tatiana, 40 anni, nella cucina della casa dove tutto e avvenuto. «Mia sorella, per impedirmi di andare, mi aveva requisito le chiavi dell’auto. Eravamo in strada, le dicevo “per favore, dammi le chiavi altrimenti si scioglie tutto, per favore”. Qualche passante si e fermato: “Ma cosa sta succedendo? Perche litigate?” Mia sorella ha risposto: “Questa mi tiene la mamma morta in casa, potete immaginare?”. Cosi hanno chiamato i carabinieri. Quando sono arrivati gli ho detto: “Io sono una futurista”».

     

    IL TEMPO DELLA SPERANZA

    La crioconservazione consiste nel preservare in azoto liquido il corpo di un soggetto, dichiarato legalmente morto, alla temperatura di -196°C, al fine di conservarne integre le cellule. Il processo prevede la perfusione, ovvero la sostituzione del sangue con una sostanza denominata crioprotettore, che serve a conservare intatti i tessuti, evitando la formazione di cristalli di ghiaccio.

    filippo polistena filippo polistena

     

    Il tempo della speranza e di cento anni, quando si ipotizza che le malattie per le quali oggi moriamo avranno una cura efficace e i corpi potranno essere scongelati e riportati in vita grazie a innovative tecnologie, anche queste tutt’ora inesistenti. Le aziende che si occupano di crioconservazione nel mondo sono tre: le statunitensi Alcor, Cryonics e la

    KrioRus, in Russia, che al momento conserva 66 corpi. I costi variano da 36 mila a centomila dollari.

     

    DUE ANGELI

    La normativa italiana prevede che debbano trascorrere 24 ore prima che il cadavere possa essere toccato: «Non puo essere chiuso in cassa, ne sottoposto ad autopsia, a trattamenti conservativi, a conservazione in celle frigorifere prima che siano trascorse 24 ore dal momento del decesso». L’avvocato Vitto Claut, primo italiano a stipulare nel 2003 un contratto di ibernazione con l’Alcor, precisa: «In alcuni casi devono trascorrere anche 48 ore. Ma per la KrioRus anche un corpo trattato a un mese dal decesso potra poi tornare in vita».

     

    impianto di crioconservazione impianto di crioconservazione

    Racconta Tatiana: «L’8 agosto la mamma ha la febbre alta e il dottore dice che non arrivera a sera. Cosi telefono a Filippo». Filippo Polistena fa l’impresario di pompe funebri a Mirandola, Modena, ed e il referente in Italia per la KrioRus; si occupa cioe del primo processo di preparazione della salma e della spedizione in Russia. «Appena possibile bisogna circondare soprattutto il capo, e il resto del corpo, con il ghiaccio secco».

     

    Cosi il corpo di Galina Ryabinina viene chiuso in una sacca impermeabilizzata riempita di ghiaccio secco e steso sul letto di casa fino al momento della lite in strada. Poi i carabinieri ordinano di portare il cadavere al cimitero di Bologna e le sorelle vengono convocate in questura per raccontare la propria versione. All’uscita, Tatiana trova un’azienda di Verona in grado di fornirle tutta la quantita richiesta di ghiaccio secco, il proprietario apre alle undici di sera per accontentarla e alle due del mattino lei torna alla camera mortuaria dove chiede di poter cospargere di ghiaccio il corpo della madre.

     

    filippo polistena filippo polistena

    Li conosce quelli che definisce «due angeli», Paolo e Adolfo, due infermieri che acconsentono periodicamente a estrarre la salma dalla cella frigorifera, aprire la sacca impermeabile e cambiare il ghiaccio secco. Intraprende questi viaggi del ghiaccio sino ad ottobre del 2017, quando il suocero le invia i 36 mila dollari necessari a far ospitare per 100 anni il corpo della madre nella sede della KrioRus, un capannone industriale nella cittadina di Sergiev Posad, 70 chilometri da Mosca. studia l’ibernazione ed e ricercatore in Fisiologia presso il Dipartimento di Scienze biomediche e neuromotorie dell’Universita di Bologna e consulente dell’Agenzia spaziale europea.

     

    «La crioconservazione si pratica sui morti perche la procedura e letale; se la persona fosse ancora cosciente, sarebbe un omicidio. Un punto critico e la velocita di raffreddamento: non basta immergere il corpo nell’azoto, bisogna sviluppare un metodo per trasportare il freddo in modo capillare, con un gradiente di raffreddamento che, nell’arco di pochissimi secondi, vada da 37 a -100 gradi».

     

    SERVIZIO COMPLETO

    impianto di crioconservazione impianto di crioconservazione

    «Questa scala allunga la vita», c’e scritto proprio cosi sul gradino che porta al retro di un bar, nel complesso dove Filippo Polistena, 43 anni, ha la sua impresa di pompe funebri.

    «Ho avuto la fortuna di avere una famiglia che dal 1860 svolge servizi di onoranze funebri. Mia madre preparava i fiori, mio padre i funerali e mio nonno il carro. A 11 anni mio padre mi ha portato a vestire il primo morto all’obitorio di Vibo Valentia e mi ha detto “guarda come faccio io”».

     

    Polistena ha scoperto la crioconservazione grazie a un cliente che gli ha chiesto cosa ne sapesse in merito. Ne sapeva poco, si e informato e poi ha aiutato questa persona, che e voluta rimanere anonima, a crioconservare il padre. Il servizio che fornisce con la sua impresa per KrioRus, ovvero il primo procedimento di raffreddamento con ghiaccio secco ed il trasporto della salma, ha un costo che varia fra seimila e settemila euro. Di tutte le cose che mi ha detto nella nostra frequentazione, quella che piu mi e ri- masta impressa e stata questa frase: «La crioconservazione mi ha salvato la vita».

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