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    IL DIES IRAN DI STRAMACCIONI! – L’EX ALLENATORE DELL’INTER, INGAGGIATO DALL’ESTEGHLAL DI TEHERAN, È BLOCCATO IN IRAN – “STRAMA” DOVEVA VENIRE IN ITALIA PER VISITARE LA FAMIGLIA E RILASCIARE UN’INTERVISTA, MA È STATO BLOCCATO – IL TECNICO È DIVENTATO SUO MALGRADO UN IDOLO DELL’OPPOSIZIONE AL REGIME DEGLI AYATOLLAH: IL SUO VISTO DOVEVA ESSERE TRASFORMATO IN AUTOMATICO DA TURISTICO A LAVORATIVO, MA… – VIDEO: LA SBROCCATA PER LA MANCATA PRESENZA DELL'INTERPRETE


     
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    “COS’E’ QUESTO? UN SABOTAGGIO?” IL DIES IRAN DI STRAMACCIONI CHE SBROCCA PER LA MANCATA PRESENZA DELL’INTERPRETE IN PANCHINA: “UNA MANCANZA DI RISPETTO PER ME E PER LA MIA PROFESSIONALITÀ"

     

    https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/ldquo-cos-rsquo-rsquo-questo-sabotaggio-rdquo-dies-iran-211918.htm

     

    STRAMACCIONI BLOCCATO IN IRAN

    Stefano Semeraro per “la Stampa”

     

    ANDREA STRAMACCIONI ALL'ESTEGHIAL DI TEHERAN ANDREA STRAMACCIONI ALL'ESTEGHIAL DI TEHERAN

    Andrea Stramaccioni, l' ex allenatore dell' Inter, dallo scorso giugno tecnico dell' Esteghlal FC, squadra di calcio della capitale iraniana, è di fatto prigioniero a Teheran. Meglio: gli è stato vietato di lasciare il Paese quando ieri si è presentato in aeroporto insieme al suo vice Sebastian Leto per volare in Italia a visitare la famiglia e rilasciare una intervista programmata, e presumibilmente scomoda per le autorità iraniane, con un quotidiano italiano.

    stramaccioni stramaccioni

     

    La polizia aeroportuale di Teheran ha contestato ai due che il visto turistico sul passaporto è scaduto da una decina di giorni, nonostante Stramaccioni e Leto lavorino ormai da due mesi e mezzo nel Paese e siano in possesso di un permesso di lavoro. Alla trasformazione del visto da turistico in lavorativo avrebbe dovuto pensarci la società, che campa interamente con i fondi statali, ma con la quale il tecnico è ormai in rotta aperta. Negligenza, o dolo? Risposta difficile.

     

    Di certo c' è che da tecnico contestato e mobbizzato - ma come vedremo anche da Masaniello involontario dell' opposizione al regime degli Ayatollah - Stramaccioni si ritrova ora nella difficile posizione di lavoratore senza permesso, quindi illegale, nella Repubblica Islamica. La Farnesina è stata informata mentre il procuratore di Stramaccioni, Francesco Passariello, e i suoi avvocati stanno cercando con l' Esteghlal - otto scudetti vinti nella Persian Gulf Pro League, la Seria A iraniana - una soluzione che accontenti tutti. Ma la faccenda è intricata.

     

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    Stramaccioni, ingaggiato con un contratto biennale da 1,6 milioni di euro all' anno, aveva iniziato alla grande la sua avventura persiana. A volerlo in panchina era stato il direttore sportivo Ali Khatir, ex dirigente Fifa che lo conosceva dai tempi dell' Europa League disputata con i nerazzurri, uomo di mentalità internazionale. Grande pre-campionato, grande entusiasmo. Ma il vento cambia in fretta quando Khatir prima entra in conflitto con il board della squadra - presieduto non da un Agnelli o da un De Laurentiis locale, ma da un politico nominato dal governo -, e poi si dimette.

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    Un fatto sportivo? Non solo. Così inizia l' incubo di Stramaccioni. Tagli al budget, acquisti promessi ma evaporati - come quello di Hrvoje Milic, ex Napoli e Fiorentina, comprato e subito rispedito a casa dopo otto ore passate in aeroporto e un visto che non arrivava-, l' accesso negato alla squadra nel nuovo centro sportivo. Il campionato inizia, i risultati scarseggiano.

     

    stramaccioni stramaccioni

    L' Esteghlal perde 1-0 al '96 con il Tabriz, ma Stramaccioni si accorge prima del match che l' interprete che gli consente di dialogare con i giocatori è stato spedito in tribuna (anche se poi la società negherà di averlo confinato).

     

    khamenei con i pasdaran khamenei con i pasdaran

    Dispetti, come il non avvertirlo che poteva mettere a referto 20 giocatori, come gli avversari, invece dei 18 come gli era stato erroneamente comunicato, che diventano sempre più frequenti e pesanti. "Strama'', carattere non accondiscendente, però non sta zitto, anzi. Protesta pubblicamente, si fa sentire. Non ci sta.

     

    Diventa il beniamino dei tifosi e in generale del pubblico iraniano di simpatie riformiste che vede in lui "lo straniero" capace di alzare la voce e ribellarsi ai diktat dell' establishment. In Occidente quando la squadra va male il mister è abituato a lamentarsi, a chiedere il rispetto dei patti, a fomentare la stampa e la curva. Le autorità persiane però non vedono di buon occhio l' italiano che invece di chinare la testa e rassegnarsi al mutato clima politico, prima ancora che sportivo, dovuto alla perdita del suo "protettore" Kathir, rifiuta di fare da capro espiatorio.

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    E mal digeriscono la sua popolarità fra i tifosi. Giovedì scorso con il Foolad l' Esteghlal pareggia 1-1, giocando una buona partita e perdendo solo dopo lo scadere per un gol jellato. Stramaccioni ha in programma la partenza per l' Italia, invece gli tocca un "ritiro" forzato. Da prigioniero sportivo, finito in un gioco più grande di lui.

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