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    "STRAVA" FACENDO! L’APP PER L’ALLENAMENTO DI RUNNERS E CICLISTI, "STRAVA LABS", HA RIVELATO BASI MILITARI E AREE CHE DOVEVANO RESTARE SEGRETE – A RISCHIO I DATI CONDIVISI DAI SOLDATI AMERICANI IN LUOGHI CALDI COME SIRIA, IRAQ E AFGHANISTAN


     
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    Daniela Lanni per www.lastampa.it

     

    strava labs strava labs

    Ideata come un’ innocua app rivolta ai runners, scaricabile su uno smartphone o un braccialetto per il fitness, Strava Labs, è tra le più utilizzate per monitorare i propri esercizi fisici, tracciare i percorsi di jogging e condividerli con altri atleti. Almeno questo è lo scopo per cui è stata studiata. In realtà si sta rivelando una pericolosa arma in grado di fornire informazioni potenzialmente sensibili sul personale militare americano e alleato in luoghi “caldi” come Afghanistan, Iraq e Siria.

     

    In modo inconsapevole ha, infatti, pubblicato una mappa costruita con i dati sull’attività fisica nel mondo. Mentre alcune basi sono ben note ai gruppi che vogliono attaccarle, la mappa mostra anche percorsi alternativi, fuori dalle basi che potrebbero essere segno di basi segrete e quindi possibili obiettivi di attacchi.  

     

     

    A lanciare l’allarme è stato su Twitter, Nathan Ruser, analista dell’Institute for United Conflict Analytics: «Strava ha rilasciato la mappa mondiale, 1,3 miliardi di localizzazioni Gps. È molto bella ma non buona per le operazioni segrete e le basi militari americane che sono identificabili». 

     

    Come funziona l’App  

    strava strava

    L’applicazione ideata nel 2017 da Strava Labs, un social network statunitense per gli atleti o per gli amanti dello sport, mostra tutti i movimenti di chi la usa (27 milioni gli utenti), grazie a dispositivi tecnologici che registrano l’attività fisica su uno smartphone con applicazioni specifiche o un orologio smart. Questi dispositivi tracciano i propri spostamenti, che possono poi essere condivisi.

     

    Si traccia così una sorta di mappa globale online, che riunisce tutti i tracciati di coloro che la utilizzano nel mondo. La mappa è scura, i tracciati sono luminosi. È stata pubblicata, aggiornata, a novembre 2017, con sei volte i dati pubblicati nella prima versione del 2015, per un totale di un miliardo di attività. Ad usarla sono soprattutto gli utenti occidentali che diventano così facilmente identificabili in Medio Oriente e nei luoghi più sensibili. 

     

    Le basi americane evidenziate in diversi luoghi sensibili  

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    In Iraq sulla mappa sono ben evidenti le basi americane e delle forze alleate che combattono l’Isis come quella di Taji, a nord di Bagdad, o Qayyarah a sud di Mosul e Al-Asad nella provincia di Anbar. Altre postazioni militari meno note o percorsi di routine vengono indicate dall’applicazione che rivela tutta la sua pericolosità: «Le basi americane sono chiaramente identificabili — ha detto al Guardian, Nathan Ruser —, se i soldati usano l’applicazione come la gente normale facendo vedere dove vanno ad allenarsi potrebbe essere molto pericoloso». 

     

     

    Anche Tobias Schneider, un’ analista della sicurezza ha denunciato, sempre su Twitter, il pericolo di questa mappa, notando che erano visibili siti militari in Siria, così come la base di Madama usata dalle forze francesi in Niger. 

     

    Il dibattito è finito al Pentagono  

    Altri utenti, su Twitter, si sono uniti all’indagine e il dibattito è arrivato a lambire anche il Pentagono. «Il Dipartimento della Difesa considera queste situazioni con la massima serietà e sta riesaminando il quadro per valutare se siano necessarie ulteriori direttive e se debba essere implementata una nuova policy per garantire la costante sicurezza del personale in patria e all’estero», ha detto, come riferisce la Cnn, il maggiore Audricia Harris, un portavoce del Pentagono.  

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    La replica di Strava Labs  

    Anche Strava ha ritenuto opportuno dare un segnale: «La nostra mappa globale rappresenta un quadro aggregato e anonimo di miliardi di attività caricate sulla nostra piattaforma. Esclude attività indicate come private e zone di privacy delineate dall’utente. Siamo impegnati ad aiutare gli utenti a comprendere meglio i parametri per consentire il controllo delle informazioni che condividono».  

     

     

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