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    ABDEL MALIK, UNO DEI DUE TERRORISTI DELL’ASSALTO ALLA CHIESA DI ROUEN, ERA NOTO ALL’ANTITERRORISMO ED OGGETTO DI UN MANDATO DI CATTURA SULLA BASE DI UN ALLARME DIFFUSO AI SERVIZI SEGRETI - LE AUTORITÀ FRANCESI AVEVANO RICEVUTO UN AVVISO CON NOME E FOTOGRAFIA DUE GIORNI PRIMA DELL’ATTACCO - I DUE JIHADISTI AVEVANO GIRATO UN FILMATO IN CUI GIURAVANO FEDELTÀ ALL’ISIS (VIDEO)


     
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    VIDEO DEL GIURAMENTO DI FEDELTA' ALL'ISIS DEI DUE TERRORISTI DI ROUEN

    https://www.zerocensorship.com/uncensored/french/video-priest-killers-abdel-malik-adel-kermich-pledging-allegiance-isis-300119

     

    Anais Ginori per “la Repubblica”

     

    ADEL KERMICHE E ABDEL MALIK ADEL KERMICHE E ABDEL MALIK

    Era ricercato da giorni, sospettato di voler organizzare un attentato. Anche l’altro terrorista della chiesa di Saint-Étienne- du-Rouvray era noto all’antiterrorismo, schedato come aspirante jihadista. Abdel Malik P., 19 anni, era stato addirittura oggetto di un mandato di cattura sulla base di un allarme interno diffuso ai servizi segreti. Le autorità francesi avevano ricevuto un avviso con nome e fotografia due giorni prima dell’attacco in Normandia. Il ragazzo non era della regione, viveva a Aix-les-Bains, in Savoia.

     

    ASSALTO ALLA CHIESA DI ROUEN ASSALTO ALLA CHIESA DI ROUEN

    Aveva da poco passato la maturità e frequentava una moschea della città. Non è chiaro come e quando si sia conosciuto con l’altro assalitore, Adel Kermiche, nato invece a Saint-Étienne-du-Rouvray. Ma gli investigatori hanno ritrovato la carta di identità di Abdel Malik nell’appartamento di Adel. Il lavoro di identificazione è durato a lungo perché il giovane era incensurato, la polizia non disponeva quindi il suo Dna, e non era possibile il riconoscimento sul cadavere.

    ASSALTO ALLA CHIESA DI ROUEN ASSALTO ALLA CHIESA DI ROUEN

     

    I due coetanei hanno avuto il tempo di preparare il loro attacco. E hanno anche registrato un video nel quale promettono fedeltà all’Is. Nel filmato, diffuso da Amaq, l’agenzia di stampa del Califfato, parlano in arabo riferendosi ad Abu Bakr al-Baghdadi. Uno di loro tiene in mano un laptop che mostra la bandiera nera dell’Is. I terroristi che hanno ucciso martedì il prete Jacques Hamel hanno anche tentato di riprendere l’esecuzione dentro alla chiesa, costringendo uno dei parrocchiani presenti, poi ferito, a filmare con il telefonino. Avrebbero fatto un discorso in arabo, una sorta di sermone, nel quale hanno proferito minacce ai cristiani.

    PADRE JACQUES HAMEL SGOZZATO A ROUEN PADRE JACQUES HAMEL SGOZZATO A ROUEN

     

    «Individuo pericoloso sospettato di voler commettere un attentato». Così diceva l’avviso diffuso alla polizia a proposito di Abdel Malik. Ieri l’immagine del ragazzo non è stata ripresa da molti media francesi. L’emittente BfmTv e il quotidiano Le Monde, tra gli altri, hanno infatti deciso di non diffondere più le fotografie dei terroristi per evitare la “glorificazione post mortem”. Una decisione che ha aperto un dibattito nelle redazioni, accompagnata dall’appello di alcuni studiosi della jihad e di una petizione online. Una scelta inedita che dà la misura della svolta epocale che vive la Francia nella lotta al terrorismo domestico.

     

    ASSALTO ALLA CHIESA DI ROUEN ASSALTO ALLA CHIESA DI ROUEN

    Resta invece la polemica sull’ennesima falla nella prevenzione di nuovi attentati. Mentre ieri un’indagine amministrativa ha scagionato in parte il ministero dell’Interno sui poliziotti mobilitati per la sicurezza a Nizza il 14 luglio, l’attacco a Saint-Étienne chiama in causa il lavoro dell’antiterrorismo. Ieri i leader religiosi, ricevuti da Hollande all’Eliseo, hanno chiesto più sicurezza nei luoghi di culto.

     

    Adel Kermiche Adel Kermiche

    Come altri jihadisti, anche Adel Kermiche, arrestato dopo due tentativi di andare in Siria, aveva avuto problemi psichiatrici. Tra i 6 e i 13 anni era stato seguito da medici prima come “iperattivo” poi per “disturbi comportamentali”. Gli erano state prescritte “cure mediche”, studiava ed era seguito in un centro terapeutico e pedagogico. Intorno ai 12 anni era tornato a scuola, con buoni risultati ma con ripetuti episodi di violenze fisiche e verbali.

     

    Nel 2014 aveva incontrato un ragazzo della regione, più grande di lui, che stava partendo per la Siria. «Mi ha detto era molto meglio di qui dove non c’è lavoro, mi ha detto che era più facile laggiù », aveva raccontato inquirenti, dopo il suo primo arresto.

    Nel marzo scorso, dopo 10 mesi di detenzione, davanti al magistrato anti- terrorista che doveva decidere sulla sua richiesta di libertà vigilata, Adel si era mostrato «pentito», definendosi come «un musulmano misericordioso, non un estremista».

     

    Adel Kermiche Adel Kermiche

    Aveva assicurato al giudice di «volersi riprendere la sua vita e sposarsi». La procura antiterrorismo di Parigi, contraria al suo rilascio dal carcere, aveva fatto inutilmente appello. Il 18 marzo scorso il ragazzo era finito agli arresti domiciliari a Saint-Étienne-du-Rouvray, costretto a indossare il braccialetto elettronico, con la possibilità di uscire tra le 8.30 e le 12.30 nei giorni settimanali. Quattro ore al giorno.

     

    Abbastanza per fare l’attentato. Sulla Rete si è scatenata addirittura la caccia alla giudice che ha deciso il rilascio del ragazzo. «I magistrati non sono irresponsabili, anche in questo caso è stata applicata la legge», ha commentato Virginie Duval, presidente di uno dei sindacati della magistratura. Un’altra polemica che dimostra come la Francia sia ora costretta a riflettere sui limiti dello stato di diritto, e a come difendersi rispettando le regole della democrazia.

    Adel Kermiche Adel Kermiche

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