IOC Statement on the situation of Peng Shuaihttps://t.co/7wDhc0w33f
— IOC MEDIA (@iocmedia) December 2, 2021
Dagotraduzione dal Guardian
Wang Wenbin 2
Dopo che la Wta ha dichiarato che sospenderà tutti i tornei in Cina finché non si sarà risolta la vicenda di Peng Shuai, un portavoce del ministro degli Esteri cinese Wang Wenbin ha dichiarato che il suo governo è «sempre fermamente contrario ad atti che politicizzano lo sport».
Il presidente della Wta, Steve Simon, ha dichiarato di non sapere come avrebbe potuto chiedere ai suoi atleti di competere nella Cina continentale e a Hong Kong quando a Peng Shuai non è permesso comunicare liberamente ed è stata apparentemente messa sotto pressione per smentire la sua accusa di violenza sessuale.
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«Allo stato attuale delle cose, sono anche preoccupato per i rischi che tutti i nostri giocatori e il personale potrebbero affrontare se dovessimo. Organizzare eventi in Cina nel 2022».
Il 2 novembre la tennista aveva accusato un alto funzionario del Partito Comunista Cinese di averla abusata sessualmente. Al suo post, subito rimosso, sono seguiti giorni di silenzio, finché la Wta e altri atleti non hanno iniziato a chiedere notizie. La vicenda è culminata con una videochiamata tra Peng e il presidente del Cio, definita però «un’acrobazia pubblicitaria», in cui l’atleta ha detto di essere salva e stare bene.
PENG SHUAI RICOMPARE IN PUBBLICO
Il Cio ha reso noto di aver avuto ieri una seconda chiamata con Peng. Dal loro sito: «Condividiamo la stessa preoccupazione di molte altre persone e organizzazioni per il benessere e la sicurezza di Peng Shuai. Usiamo la “diplomazia silenziosa” che, date le circostanze e in base all’esperienza dei governi e di altre organizzazioni, è indicata come il modo più promettente per procedere efficacemente in tali questioni umanitarie». Ma della telefonata di ieri, nessun dettaglio.
La Wta è stata una delle prime associazioni sportive a mettere in discussione il benessere di Peng. Altre stelle del tennis si sono poi unite alle loro richieste. Anche diversi governi occidentali, tra cui Stati Uniti e Australia, hanno chiesto a Pechino di dimostrare che Peng è al sicuro. L’amministrazione Biden sta valutando un “boicottaggio diplomatico” delle Olimpiadi invernali di Pechino a febbraio.
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La decisione della Wta di ritirare tutti i tornei dalla Cina ha segnato un cambiamento significativo nel modo in cui le associazioni sportive hanno affrontato la Cina. Fino a ieri, le questioni si sono risolte rapidamente e in silenzio nel timore di perdere il reddito mercato orientale.
La Wta, che nell’ultimo decennio ha fatto enormi investimenti nel mercato cinese, non tiene eventi nel paese dai tempi della pandemia. Ma nel 2019 la Cina ha ospitato nove tornei, tra cui le finali Wta di fine stagione, e in Cina sono stati distribuiti 30,4 milioni di dollari in premi, una parte significante delle entrate della Wta.
Steve Simon
La narrativa dal lato di Pechino è molto diversa. Mercoledì, in un tweet, l'editore del Global Times, un quotidiano nazionalista intransigente di proprietà dello Stato, ha criticato la WTA per aver «costretto Peng Shuai a sostenere l'attacco occidentale al sistema cinese».
Hu Xijin ha scritto: «Stanno privando Peng Shuai della libertà di espressione, chiedendole di descrivere la sua situazione attuale soddisfacendo le loro aspettative».
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