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    DACCI OGGI IL NOSTRO RICATTO-HOT QUOTIDIANO - UN PROFESSORE UNIVERSITARIO VENEZIANO HA DENUNCIATO DI ESSERE STATO PICCHIATO E RICATTATO DAL SUO AMANTE-PUSHER CHE GLI VENDEVA COCAINA – LO SPACCIATORE LO MINACCIAVA DI PUBBLICARE ALCUNI VIDEO CHE AVREBBE GIRATO DURANTE GLI AMPLESSI SE NON GLI AVESSE PAGATO 600 EURO. MA GLI È ANDATA MALE: AL SECONDO RICATTO, IL DOCENTE HA DECISO DI DENUNCIARE TUTTO...


     
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    Alberto Zorzi per corrieredelveneto.corriere.it 

     

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    Per i suoi studenti era uno stimato professore universitario, competente nella sua disciplina e sempre disponibile. Ma quando chiudeva la porta di casa dietro di sé, quel compassato docente era divenuto vittima dei suoi vizi, in particolare quello di sniffare cocaina. 

     

    Quel pusher kosovaro che per anni lo aveva rifornito di «polvere bianca» e che da un certo punto in poi ne era diventato anche l’amante, si è infatti rapidamente trasformato nel suo ricattatore, anche a causa di alcuni video che avrebbe girato proprio durante gli amplessi.

     

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    Il professore inizialmente aveva ceduto alle minacce, pagando oltre 600 euro per mettere tutto a tacere: ma ovviamente, visto il ruolo pubblico e il danno che quelle informazioni gli avrebbero creato, ben presto è stato chiaro che quella cifra era solo un piccolissimo acconto, tanto che il kosovaro era tornato alla carica. 

     

    Ma al secondo ricatto, che era stato preceduto anche da un violento pestaggio, il docente ha deciso di non cedere e di denunciare tutto. Ora il ricattatore è finito a giudizio e sarà processato dal giudice monocratico veneziano Ilaria Sichirollo a partire dal prossimo marzo.

     

    Rinviato a giudizio

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    Ieri mattina il gup Luca Marini ha infatti deciso di rinviarlo a giudizio, così come aveva chiesto il pm Giorgio Gava, titolare dell’inchiesta. Lui è L. H., kosovaro di 38 anni, e ora è accusato di un’estorsione consumata, una tentata, spaccio di droga e lesioni. Il rapporto tra il pusher e il docente risaliva a quattro anni prima dei fatti oggetto del processo. 

     

    Secondo gli inquirenti era almeno dal 2015 che il 38enne gli forniva la cocaina in dosi di pochi grammi alla volta, ovviamente per il consumo personale del docente, che lo pagava con qualche centinaio di euro. Le dazioni di droga sono state ripetute e in qualche occasione i due, al momento della consegna, avevano anche consumato dei rapporti sessuali.

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    L’aggressione e le minacce

    A dicembre del 2019, però, il kosovaro aveva iniziato a minacciare il professore, dicendo di avere dei video in cui erano stati ripresi quei rapporti. Il docente era stato preso dal panico, ma inizialmente non voleva cedere. 

     

    L’uomo però l’aveva letteralmente aggredito, anche fisicamente, colpendolo con vari pugni al volto che l’avevano costretto ad andare in ospedale con una prognosi di alcuni giorni, dovuta a un trauma cranico-facciale e a varie ecchimosi e tumefazioni al naso, all’occhio e al labbro. Era stato proprio in quell’occasione che la vittima aveva dato al suo ricattatore 640 euro in contanti, tirandoli fuori dal proprio portafogli. 

     

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    Ma le minacce, come detto, non erano finite. Pochi giorni l’uomo dopo era tornato alla carica, mandandogli un messaggio vocale sullo smartphone in cui gli chiedeva altri soldi e gli diceva che, in caso contrario, gli avrebbe «fatto male» e «bruciato la casa».

     

    La denuncia

    È stato a quel punto che il professore universitario veneziano, superata la vergogna, ha deciso di andare a denunciare tutto alle forze dell'ordine. Le indagini hanno confermato le accuse e il pm Gava ha deciso di portare l’uomo a processo. 

     

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    L’imputato, difeso dall’avvocato Antonio Alessandri, ha scelto il dibattimento, forse convinto di poter dimostrare che le accuse contro di lui non sono fondate. Per quel che riguarda il docente, invece, probabilmente l’imbarazzo di potersi trovare in aula di fronte a quell’uomo che tanto l’ha fatto soffrire gli ha consigliato di non costituirsi parte civile. Prima udienza l’8 marzo prossimo.

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