Monica Serra per La Stampa
VIOLENZA DOMESTICA1
Il sorriso dei suoi 13 anni e una gonna corta. Troppo per il padre, un impiegato italiano di 38 anni vicino a Vimercate in Brianza, che ha picchiato e bastonato la ragazza fino a lasciarla a terra disperata. È bastato uno scatto su Instagram a scatenare la rabbia dell' uomo, finito in carcere con l' accusa di maltrattamenti in famiglia. Una foto pubblicata dalla ragazza che uno zio si è preso la briga di inviare al padre su whatsapp.
violenza minori
Sabato scorso Michela (il nome è di fantasia) è uscita con un' amica e i genitori di quest' ultima. Tutti insieme sono andati in un locale a bere e divertirsi. Lì qualcuno le ha scattato la foto finita sul social network. Quella notte Michela ha dormito dall' amica. Solo domenica pomeriggio i genitori della coetanea l' hanno riaccompagnata a casa, e il padre era già sul piede di guerra.
VIOLENZA DONNE
Tra le urla e gli insulti, l' ha aggredita subito. Prima è andato giù pesante con le mani. Poi ha impugnato una tronchese e l' ha immobilizzata. Con la forza le ha tagliato le unghie, lunghe e dipinte come quelle di molte adolescenti. Non contento l' ha obbligata a scoprire la pancia e, con lo stesso arnese, ha tagliato il piercing che la ragazza portava all' ombelico. Più volte la madre di Michela ha provato a difenderla. E anche lei le ha prese di santa ragione, perché non avrebbe mai dovuto intromettersi.
Lunedì mattina Michela si è svegliata presto, si è truccata con cura per nascondere a tutti i lividi sul viso. Poi, come ogni giorno, è andata a scuola.
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Nel primo pomeriggio, la ragazza era ancora a lezione, quando la madre è andata a prenderla. La donna è stata costretta dal 38enne brianzolo a farlo. Michela è arrivata a casa spaventata. Il padre la aspettava, bastone in pugno. Con ferocia ha colpito la 13enne, fino a lasciarla a terra, in lacrime e senza forze. La mamma della ragazza ha capito che a nulla sarebbe servito mettersi in mezzo. Così è fuggita via. Correndo per i campi, ha raggiunto la casa di un' amica e lì ha lanciato l' allarme.
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Quando sono arrivati i carabinieri della compagnia di Vimercate, diretti dal capitano Antonio Stanizzi, Michela era ancora distesa sul pavimento, sotto shock. Piangeva e non riusciva a muoversi. Sul volto e sul corpo della ragazza i segni di due giorni di botte. Seduto davanti a lei, il padre ha avuto il coraggio di dire ai militari: «Ha fatto una cosa che non doveva fare. Le ho dato soltanto due sculacciate». Subito è stato accompagnato in caserma.
Michela e sua madre, invece, sono finite in ospedale, con quindici giorni di prognosi la prima e dieci la seconda. Non era la prima volta che la moglie denunciava i maltrattamenti subiti dal 38enne. Ma le indagini nate dalla prima querela presentata dalla donna tre anni fa erano state archiviate.
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Agli investigatori le due donne hanno raccontato una vita di soprusi e violenza. E, la sera stessa, l' impiegato brianzolo è finalmente finito in una cella del carcere di Monza.
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