Estratto dell’articolo di Cecilia Mussi e Paolo Ottolina per www.corriere.it
JESSE ARMSTRONG CON IL CAST DI SUCCESSION - EMMY 2022
Succession è stata insieme satira del potere, apologia del potere, critica del potere ma più di tutto spietata vivisezione del potere. Un’autopsia su soggetto vivo che nell’ultima puntata della serie Hbo, andata in onda questa settimana su Sky e su Now in Italia praticamente in contemporanea agli Usa […], raggiunge per lo spettatore livelli quasi intollerabili di imbarazzo per quello a cui sono sottoposti i personaggi.
Se esistesse il reato di «abuso su personaggio di fantasia», Jesse Armstrong, il creatore e monarca di Succession, sarebbe condannato alla massima pena. Ma questo è il segreto non troppo nascosto della serie, che partita come dramedy a tinte oscure, si è presto elevata dal suo stereotipo di fiction romanzata sulla famiglia Murdoch per prendersi il posto di serie tv più influente, riuscita e magnetica degli ultimi anni.
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A dimostrarlo, i numeri. Partiamo dagli Emmy vinti: sono stati 13, due per la miglior serie drammatica (2022 e 2020). Aggiungiamoci la lista infinita di account social nati durante le quattro stagioni. Ci sono profili Instagram dedicati solo agli abiti indossati dai protagonisti, che hanno coniato l’espressione quiet luxury: in pratica, sembrano vestiti come noi comuni mortali, ma i loro armadi sono pieni di Armani, Loro Piana, Saint Laurent, Acne […].
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[…] Terminiamo con la colonna sonora, vincitrice di uno degli Emmy, nel 2019, come composizione originale: non si contano le volte in cui solo il tema musicale che fa da sigla è stato utilizzato per sottolineare i momenti salienti della serie. Suonato con gli archi o con il pianoforte, in tonalità maggiore o minore, andante o adagio. Le variazioni sono centinaia (25 quelle dell’ultima stagione, secondo la playlist ufficiale di Spotify) e hanno reso la composizione una scaletta che secondo il New York Times «si potrebbe suonare anche in un auditorium».
succession e i murdoch
Ma facciamo un passo indietro. Se non avete mai visto Succession, conviene ricordare la trama di fondo, che non è complessa. C’è un uomo anziano, molto potente, Logan Roy, magnate dei media, a capo di un conglomerato della comunicazione e dell’intrattenimento che mette insieme un’influente rete tv americana di destra (tipo Fox News), giornali e riviste scandalistiche (tipo quelle della News Corp di Murdoch), cinema, ma anche parchi a tema (tipo Disney e Universal), crociere e molto altro.
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Sin dalla prima puntata, di Logan sappiamo che inizia a mostrare evidenti segni di declino fisico e mentale, cosa che apre lo scenario della successione da cui prende il titolo la serie.
Gli eredi sono quattro. Uno, Connor, non è mai in gara: figlio della prima moglie di Logan, è fuori dagli affari della Waystar RoyCo (durante la serie si candiderà alla Casa Bianca). Gli altri tre, avuti con una nobildonna inglese (Logan è scozzese di origine), sono quelli che si contendono il ruolo di Ceo dell’azienda: i due maschi Kendall (Ken), il più ambizioso e insieme fragile, e Roman (Rom), sarcastico e irriverente; la figlia Siobhan (Shiv), che si è costruita una carriera come spin doctor ma aspira a tornare in azienda.
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Accanto a loro si muove una folla di altri personaggi, dal top management della Waystar RoyCo al marito di Shiv (Tom, che giocherà un ruolo chiave nella stagione finale) fino al cugino Greg. In mezzo a loro, dimentico dell’età e della salute traballante, si staglia Logan Roy che nella serie diventa man mano una figura umanissima e insieme super-umana, una divinità minore della cattiveria e della manipolazione, una sorta di buco nero galattico a cui tutti guardano con disgusto ma non possono evitare di essere attratti.
[…] *** Qui — ATTENZIONE — ci tocca entrare nel territorio degli SPOILER. ***
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Ewan, il fratello anti-capitalista di Logan che odia la Waystar RoyCo ma ama suo fratello, ne fa un anti-elogio funebre che dà ragione ad Armstrong. Logan Roy non è solo una parodia di Rupert Murdoch, è un personaggio con mille sfumature che nel corso della serie umilia i figli, li fa a pezzi, li mette uno contro l’altro promettendo a ciascuno di loro che il ruolo toccherà a lui (o lei).
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Eppure, come spiega Armstrong «Logan esprime continuamente il suo desiderio di questa sorta di successione imperiale o monarchica ma, allo stesso tempo, come essere umano, vuole disperatamente vincere. E ciò include la vittoria su queste stesse persone che vede davanti a sé, alle quali vuole dare potere e influenza. Vuole che siano in grado di ereditarlo».
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L’ultima puntata è chirurgica nel fare a pezzi Rom, Shiv e soprattutto il povero Kendall […] la cui strada apparentemente sembra spianata dopo la scena forse più umana e calda di tutte le 4 stagioni. I tre fratelli, alle Barbados, tornano semplicemente fratelli, tra un bagno di mezzanotte e un pasto disgustoso cucinato nella cucina della madre.
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Ma poi, tornati nella sede della Waystar RoyCo, per l’ultimo atto della tragedia, i fratelli vengono spazzati via e diventano nuovamente un coacervo esplosivo di risentimento, ambizione e fragilità. Non è un caso […] se il last man standing è l’unico […] che sa navigare in quel mondo di intrighi e slealtà meglio di chiunque altro, perché non vi è cresciuto. «Quando non ci sono principi e non c’è lealtà, c’è solo da umiliarsi in qualsiasi modo per ottenere, o mantenere, la propria posizione».
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