Giacomo Amadori e François De Tonquédec per "la Verità"
IL BIGLIETTO DI DAVID ROSSI
Per l'inchiesta sulla morte di David Rossi, avvenuta il 6 marzo 2013, oggi è un giorno cruciale. Infatti su incarico della commissione parlamentare d'inchiesta i carabinieri del Ris realizzeranno, con un manichino, una simulazione della caduta dell'ex manager del Monte dei Paschi di Siena per scoprire con le tecnologie più avanzate (migliorate rispetto a quelle di 8 anni fa) se sia possibile che David sia morto gettandosi all'indietro dalla finestra dopo aver penzolato appeso a una sbarra ed essersi ferito il viso raschiandolo contro la parete del palazzo della banca, rovinandosi vestiti e scarpe.
il servizio di non e' l'arena su david rossi 7
«Devo essere sincero: non mi convince la ricostruzione che hanno fatto i pm» avverte Pierantonio Zanettin, presidente della commissione e parlamentare di Forza Italia. Ora i Ris dovranno dire se i dubbi del deputato siano giustificati. Proveranno a capire se quello che sembra il lancio dell'orologio di Rossi dalla finestra, dopo che il corpo era già agonizzante al suolo, non sia stato piuttosto un gioco di luci, come ha ipotizzato qualcuno. L'analisi delle chiamate arrivate e partite dai telefoni di David è stata affidata ai carabinieri del Ros, specialisti nel settore. La parte di verifica delle copie forensi dei supporti informatici è stata delegata al Racis dell'Arma di Roma. L'ufficio di presidenza della commissione ha anche ordinato una nuova perizia medico legale collegiale, affidata a luminari di Roma, Palermo e Torino.
PIERANTONIO ZANETTIN
«È un momento dirimente. Decisive non saranno le vecchie carte o i chiacchiericci senesi, ma le perizie che abbiamo chiesto» gongola Zanettin. Nuove indaginiL'inchiesta sul presunto suicidio, dopo tre indagini di due diverse Procure, Siena e Genova, la prima decisamente lacunosa, le altre due molto più approfondite, riparte quasi da zero. Il presidente Zanettin sta dirigendo il traffico con prudenza e attende i risultati degli specialisti dei carabinieri entro 3-6 mesi.
«Se la legislatura dura ci prenderemo tutto il tempo necessario. Dovessero sciogliere le Camere, qualche ipotesi dovremo metterla in cantiere» spiega il presidente alla Verità. Anche perché l'inchiesta sta facendo rumore e dopo che l'ex comandante provinciale dei carabinieri Pasquale Aglieco, in commissione, ha accusato i pm Aldo Natalini, Antonino Nastasi e Nicola Marini di aver compromesso la presunta scena del crimine sono già trapelate indiscrezioni sull'apertura di un nuovo fascicolo a Genova sui presunti pasticci commessi dagli inquirenti durante il primo sopralluogo nell'ufficio di Rossi.
PASQUALE AGLIECO
A quell'intervento parteciparono oltre al magistrato di turno (Marini), anche due dei tre titolari del fascicolo sul crac di Mps (Natalini e Nastasi). Secondo le agenzie sarebbe stato aperto un procedimento modello 45, senza ipotesi di reato e indagati, ma i giornali hanno anche ipotizzato indagini per falso, favoreggiamento e omissione d'atti d'ufficio. «Correte troppo», dicono dalla Procura.
LE ACCUSE
Nel frattempo il caso, a livello mediatico, è diventato un circo dove vale tutto. In commissione sono state citate anche le dichiarazioni del legale Nicola Mini, per otto anni presidente dell'Ordine degli avvocati di Siena, per sei vice, per altri sei tesoriere. Nel 2013 ha assistito il pm Natalini, all'epoca titolare, con il collega Marini, del fascicolo sulla morte di Rossi, quando venne interrogato dai magistrati di Viterbo per rivelazione di segreto (nell'ambito di un altro procedimento).
nicola marini automobile
Natalini, a Genova, è stato collocato da un sedicente escort, Matteo Bonaccorsi, sulla scena di presunti festini a base di sesso e droga. L'interrogatorio a cui partecipò Mini, dicono le carte, avvenne il 28 giugno 2013. Fu molto tribolato: vennero affrontati argomenti scabrosi, come ci ha riferito Mini: «Non ho letto le intercettazioni integrali, ma ho visto la trascrizione in mano al dottor Natalini. Riguardo ai rapporti omosessuali che ho citato nel verbale (a Genova, ndr) ho tratto questo ricordo dal poco che ho letto e da quello che diceva Siddi (Massimiliano, il pm viterbese che aveva indagato Natalini, ndr) che diceva: "Ti rendi conto? Anche questo, ti rendi conto? Natalini si è messo a piangere sulla mia spalla in conseguenza dell'intera situazione».
nicola marini monteleone
Ma poi Mini ha aggiunto: «Un altro argomento interessante, qui lo dico e qui lo nego, è: quando è stato sentito Natalini? Io so bene quando è avvenuto l'interrogatorio e non è avvenuto quando risulta dagli atti. Sembrerebbe sentito il 28 giugno, sembrerebbe io quel giorno ero in contrada in cucina con il mio gruppo perché il 29 è la "festa titolare" della Chiocciola, la mia contrada e il mio gruppo sta in cucina il giorno prima e quindi non potevo essere lì (in Procura, ndr)».
aldo natalini
Lei non ha segnato da qualche parte quando è si è recato negli uffici giudiziari? «Non si rende conto. In quei giorni non lasciavo traccia di nulla». Non ha un cellulare da cui risulti qualcosa? «Nulla, risalire a 8 anni fa è impossibile». E perché sarebbero state modificate le date? «Perché mi risulta che nel frattempo succeda qualcosa l'interrogatorio è avvenuto ai primi di giugno». E che cosa è successo tra l'interrogatorio e il 28 giugno? «Guardi gli atti cerchi ancora».
ANTONINO NASTASI
Che cosa? «L'archiviazione (del fascicolo aperto per il suicidio, ndr)...». Richiesta da Natalini? «Eh certo». Sarebbe stato meglio richiederla da non indagato? «Ma va'?». In realtà l'istanza di archiviazione, rivelano gli atti, risale al 2 agosto 2013 e non al giugno e il decreto che ha ordinato la controversa e contestata distruzione dei fazzoletti intrisi di sangue trovati nel cestino dell'ufficio di Rossi è del 14 agosto.
Mini si riferiva a qualche altro atto? Non lo sappiamo. Dalla Procura di Viterbo respingono con forza la ricostruzione dell'avvocato. Il procuratore Paolo Auriemma parla anche di possibili querele e assicura che i fogli di servizio dei poliziotti che si sono recati con il pm Siddi a Siena il 28 giugno 2013 hanno tutti la data giusta. È l'ennesima notizia che crea confusione in quadro già compromesso?
aldo natalini
FESTINI GAY
Sulla vicenda dei festini gay, da cui è partita la nuova inchiesta, non è ancora stata fatta chiarezza. La prima a occuparsene è stata la Procura di Genova, per indagare sull'accusa, lanciata in un'intervista alle Iene dall'ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini, di una vicenda «abbuiata» dai magistrati senesi a causa del loro coinvolgimento in presunti festini gay, che si sarebbero tenuti in una villa tra Siena e Arezzo.
Ipotesi rilanciata da un ulteriore servizio della trasmissione, nella quale Bonaccorsi ha raccontato di aver partecipato a dei festini in un relais, situato vicino a Siena. E ha citato come partecipanti, tra gli altri, oltre a Natalini, anche Marini e il colonnello Aglieco. Il procuratore aggiunto di Genova, Vittorio Ranieri Miniati, titolare del fascicolo (archiviato) sui festini, ha, però, detto alla commissione d'inchiesta che Bonaccorsi «sostanzialmente non ha potuto o non ha voluto fornirci alcun riscontro», aggiungendo che «in realtà le dichiarazioni di Bonaccorsi non trovano riscontri esterni». Di tutt' altro avviso la Gip Franca Borzone che ha archiviato il caso, la quale ha parlato di «un primo vaglio positivo di attendibilità su tali dichiarazioni, sebbene esse possano valere [] solo a fini di responsabilità disciplinare».
ANTONINO NASTASI
E il fascicolo è stato spedito al Csm, dove non si sa che fine abbia fatto.Probabilmente il quadro è più complesso e intorno a questi party girano storie inquietanti. Si parla di ricatti e anche di morti ammazzati. Una gola profonda che conferma i festini è William Villanova Correa, un ex gigolò condannato per l'omicidio di una prostituta avvenuto proprio a Siena. Per l'uomo Rossi sarebbe stato ucciso «da un uomo albanese che vive a Milano insieme a due complici».
Miniati ricorda, però, che occorre «anche tenere presente che Marini è il pm che fa l'indagine sull'omicidio e che lo cattura. Detto questo, sugli apparati elettronici in uso a Vilanova Correa non vi è alcuna traccia di materiale che possa far risalire ai festini. Il riscontro c'è, ma è negativo e contrario». Conclude Zanettin: «I festini? Ma ci saranno un po' dappertutto. Siamo fermi lì, anche se non trascuriamo questa pista Magari Bonaccorsi vi avrà partecipato, probabilmente è così, ma che possano avere condizionato l'inchiesta questa è un'altra questione».
ANTONELLA TOGNAZZI MOGLIE DI DAVID ROSSI
LE FOTO MANCANTI
Torniamo ai presunti errori nelle indagini. La principale accusa mossa ai magistrati senesi dai sostenitori dell'ipotesi dell'omicidio è quella dell'alterazione della presunta scena del crimine. Per esempio tirando fuori dal cestino della spazzatura i tre biglietti con cui Rossi avrebbe detto addio alla moglie, Antonella Tognazzi.
Nella relazione tecnica della Polizia scientifica di Siena, redatta il 21 marzo 2013 dall'assistente Federica Romano, la questione dei bigliettini è formalizzata e finisce quindi agli atti: «Durante il sopralluogo i pm intervenuti hanno mostrato, per documentarle, tre lettere lasciate probabilmente dal signor Rossi e rinvenute nel cestino della spazzatura dell'ufficio da loro stessi quando hanno effettuata una prima ispezione».
il servizio delle iene su david rossi 11
Sono stati quei biglietti a dare il via alla superficialità degli accertamenti, generando la convinzione di essere certamente davanti a un suicidio? La domanda è ancora senza risposta, ma quello che sappiamo è che la notizia del loro ritrovamento ha iniziato a circolare sulle testate online già intorno alle 22 del 6 marzo, mentre nella stanza c'erano i tre magistrati e forse anche alcuni carabinieri.
ANTONELLA TOGNAZZI, MOGLIE DI DAVID ROSSI
Chi si è affrettato a passare l'informazione ai media lo ha fatto per sciatteria o per rendere inoppugnabile la versione del suicidio? Nella relazione scritta dalla Romano non c'è traccia di rilevamento di impronte digitali. Una scelta che, se confermata, annullerebbe l'effetto degli errori dei pm che, tra le altre cose, avrebbero anche chiuso, probabilmente senza guanti, la finestra da cui si sarebbe buttato Rossi.
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Quando in commissione hanno chiesto alla Romano se sia normale non fare rilievi dattiloscopici, la seduta è stata segretata. Nella relazione agli atti la poliziotta spiega che per «documentare lo stato dei luoghi e dei fatti sono stati eseguiti [] 60 rilievi fotografici corredati dalle rispettive didascalie». In commissione la Romano ha parlato anche di due video, non citati nella relazione, che dopo l'audizione sono stati trasmessi dalla Polizia scientifica della città del Palio a Palazzo San Macuto. I filmati sarebbero stati trasmessi con altre 61 fotografie che, secondo indiscrezioni, sarebbero inedite. A ridimensionare la portata di questa scoperta è lo stesso Zanettin: «Si tratta di foto ulteriori, ma non alternative alle altre. La Scientifica aveva fatto un servizio più ampio e ne aveva messe dentro una parte. Io non faccio parte dei complottisti. I poliziotti hanno fatto tante foto e hanno mandato in Procura quelle che ritenevano più significative».
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Nell'unico atto ufficiale redatto la sera della morte di Rossi, l'annotazione di servizio del sovrintendente Livio Marini, una sintesi di sole due pagine, l'arrivo dei magistrati viene raccontato così: «Poco dopo giungevano sul posto i sostituti Marini, Natalini e Nastasi. Dopo un primo sopralluogo finalizzato a rinvenire tracce utili per la spiegazione del gesto suicida l'ufficio del Rossi su delega verbale del dottor Marini veniva sottoposto a sequestro. chiuso a chiave e sigillato».
il servizio delle iene su david rossi 24
Il poliziotto ha realizzato anche un video che permette di notare, se confrontato con le foto della Scientifica scattate tre ore dopo, le manomissioni che sarebbero state operate dai pm. Oltre a quello dei magistrati, il sovrintendente non indica nessun'altra presenza (nemmeno durante la parte pubblica della sua audizione a San Macuto), anche se un collega intervenuto sul posto insieme con lui, Federico Gigli, alla commissione ha fornito una versione più articolata: «Da lì a poco si sono presentati tre sostituti [] insieme a diversi ufficiali dei carabinieri. Alla nostra vista, il dottor Marini ci ha detto di aprire la porta».
DAVID ROSSI NEL VICOLO DI MPS IENE
LA TELEFONATA CONTESTATA
Presunto testimone delle manomissioni della stanza di Rossi si è autoproclamato, durante la sua audizione presso la commissione, proprio il colonnello Aglieco, nel 2013 comandante provinciale dei carabinieri di Siena. Per Zanettin, una fonte credibile: «È un'autorità ed è un personaggio super qualificato. È voluto venire a parlare: è normale che venga sentito e apprezzato, non si può insinuare che sia un mitomane». Ai parlamentari che indagano sulla morte di Rossi l'ufficiale ha spiegato di essere entrato nella stanza del capo della comunicazione di Mps insieme a Natalini, Nastasi e Marini.
poltrona spostata prima e dopo
Ha raccontato che i pm avrebbero rovesciato «con cautela» il cestino («è una cosa che si fa regolarmente» ha dichiarato candido) dove c'erano dei fazzolettini intrisi di sangue e tre lettere d'addio di David. Ma l'accusa più pesante fatta da Aglieco ai magistrati è quella di aver risposto a una chiamata di Daniela Santanchè arrivata sul cellulare di Rossi. Una versione confermata dalla senatrice. Ma nel tabulato di uno degli operatori, dove vengono indicati i 38 secondi della telefonata della Santanchè delle 21 e 59, c'è l'indicazione, come evidenziato ieri dal Corriere della sera, «libero-non risponde».
video manomesso 1
I pm citati da Aglieco hanno fatto filtrare sulle pagine di alcuni giornali locali una smentita alle parole dell'ufficiale, escludendo la sua presenza nella stanza quando il cellulare di Rossi ha squillato. Ma Nastasi ha risposto o no al telefono? Zanettin taglia corto: «I Ros sono il top per questo genere di investigazioni e così abbiamo chiesto a loro di rispondere. Il dato che è emerso dalle dichiarazioni di Aglieco, ma anche da altre fonti, è che questo sopralluogo è stato fatto male. Tra il video dell'ispettore Marini e quello della scientifica, realizzato tre ore dopo ci sono differenze vistose. È un dato oggettivo».