Val.Err. per “il Messaggero”
SIRI CONTE
La strategia è quella di stemperare la tensione, come se, arginando il clamore mediatico sull' inchiesta che fa vacillare il governo, l' imbarazzo nella maggioranza, per il coinvolgimento del sottosegretario leghista Armando Siri in una storia di corruzione a vantaggio di aziende in odore di mafia, potesse essere superato. Un' esigenza che la procura di Roma accoglie in pieno. E non è un caso che ieri gli avvocati di Paolo Arata, presunto corruttore, e di Siri, presunto corrotto, siano stati ricevuti insieme dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Mario Palazzi, titolari del fascicolo.
Gaetano Scalise, legale dell' imprenditore, ha potuto rivolgersi al Tribunale del Riesame per accedere agli atti e alla famosa intercettazione che ha portato all' iscrizione di Arata, legato a Matteo Salvini, e del sottosegretario sul registro degli indagati con l' ipotesi di corruzione. Anche questa è stata una scelta strategica: Scalise, dopo avere preso visione degli atti di indagine, ha deciso di rinunciare al Riesame.
ARMANDO SIRI MATTEO SALVINI
Una mossa che l' avvocato di Siri, che ha in mano i documenti solo grazie al collega, non ha potuto fare. Nei confronti del sottosegretario, coperto dalle garanzie riservate ai parlamentari, non sono stati disposti sequestri ai quali opporsi. E proprio dopo avere avuto contezza degli elementi a carico degli indagati, i legali hanno chiesto riservatezza ai pm sulle prossime mosse. Un accordo che, adesso, potrebbe essere violato da quella parte del governo che non vuole rimuovere il caso Siri. È probabile lo stesso premier Giuseppe Conte chieda al sottosegretario di potere avere accesso agli atti che lo riguardano. E i documenti potrebbero cominciare a circolare.
IL CORRIERE E L'INTERCETTAZIONE SU ARMANDO SIRI
Ieri, comunque, negli uffici della procura è stata stilata una road map dell' attività istruttoria da svolgere nei prossimi giorni. Al momento l' unica certezza è che Arata, l' imprenditore che avrebbe «promesso o dato» denaro all' esponente della Lega in cambio di favori, indagato a Palermo per intestazione fittizia di beni aggravata dal favoreggiamento alla mafia, si presenterà per primo per rispondere ai pm. Tenterà di chiarire quella conversazione con il figlio Francesco nella quale riferisce il prezzo di Siri. Trentamila euro, secondo la contestazione, in cambio di emendamenti al Def, che avrebbero garantito benefici di Stato alle società che si era intestato anche per conto di Vito Nicastri, l' uomo che avrebbe finanziato la latitanza del boss Matteo Messina Denaro.
REPUBBLICA E L'INTERCETTAZIONE SU ARMANDO SIRI
Parole di circostanza al termine dei colloqui con i pm: «L' interrogatorio dovrebbe esser fissato nei prossimi giorni, e prima di quello di Siri - puntualizza Scalise -. Prima dell' atto istruttorio posso garantire che, verificati gli atti depositati, nessun documento verrà diffuso».
ARMANDO SIRI
Dopo l' interrogatorio di Arata, gli inquirenti ascolteranno Siri.
Anche Tamburelli ha formalizzato la richiesta di interrogatorio. «Siamo e restiamo a disposizione della Autorità Giudiziaria», ha spiegato Pinelli.
Se un patto è stato stretto sul silenzio, le accuse, però, sono e restano pesanti: per la procura era «stabile» l' accordo tra «il corruttore Arata ed il sottosegretario (di cui Arata è stato anche sponsor per la nomina proprio in ragione delle relazioni intrattenute), costantemente impegnato - attraverso la sua azione diretta nella qualità di alto rappresentate del Governo ed ascoltato membro della maggioranza parlamentare - nel promuovere provvedimenti regolamentari o legislativi che contengano norme ad hoc a favorire gli interessi economici di Arata».
ARMANDO SIRI
Per l' accusa Siri nella sua «duplice veste di senatore della Repubblica e sottosegretario alle Infrastrutture» nella «qualità di pubblico ufficiale» avrebbe asservito «le sue funzioni e i suoi poteri ad interessi privati». Non è detto che il patto venga rispettato e le carte rimangano segrete a lungo.
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