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    MINCHIA, MICCICHE’ – LIL DEPUTATO FORZISTA GIANFRANCO È INDAGATO PER PECULATO E TRUFFA AGGRAVATA, PER AVERE UTILIZZATO L’AUTO BLU DELL’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA PER USO PERSONALE – MA AL TELEFONO CON LA COLLABORATRICE SI MOSTRAVA TRANQUILLO: “SUL PECULATO CE LA POSSONO SUCARE ALTAMENTE” – LA PROCURA CONTESTA 33 VIAGGI ILLECITI NEL 2023: SPOSTAMENTI DA PALERMO ALLA VILLA DI CEFALÙ DI MICCICHÉ. A BORDO VIAGGIAVANO AMICI, FAMILIARI E PURE IL GATTO DELL’ESPONENTE FORZISTA – L'EX PRESIDENTE DELL’ARS SI FACEVA PORTARE DALL’AUTISTA LA COCAINA E IL CIBO ACQUISTATI DALLO CHEF MARIO DI FERRO...


     
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    Gianfranco Micciche davanti Villa Zito con l auto blu Gianfranco Micciche davanti Villa Zito con l auto blu

    1 - MICCICHÈ, 'HO SEMPRE AGITO CON RIGORE PRONTO A CHIARIRE' ++

    (ANSA) - PALERMO, 20 MAG - "Io e il mio staff abbiamo sempre lavorato ed agito con la massima trasparenza e rigore. Sono pronto a chiarire tutto davanti gli organi competenti". Lo dice il deputato regionale ed ex presidente dell'Assemblea siciliana, Gianfranco Miccichè, a proposito dell'inchiesta in cui è indagato a Palermo. (ANSA).

     

    2 - MICCICHÈ INDAGATO, STAFF INTERCETTATO TEMEVA INDAGINI

    gianfranco micciche gianfranco micciche

    (ANSA) - "Stai tranquilla che sul peculato, proprio, na puonnu (ce la possono, ndr) sucare altamente": così Gianfranco Miccichè, finito sotto indagine per l'uso a fini privati dell'auto blu, tranquillizzava una delle sue collaboratrici preoccupata che, dopo la pubblicazione delle notizie sull'inchiesta sul pusher che riforniva il politico, l'attenzione degli inquirenti fosse concentrata sul suo impiego del veicolo. Gli investigatori avevano infatti ipotizzato che la cocaina fosse portata al deputato con l'auto di servizio. "Ma non ci sono dubbi, ma dai! Ma dai, ma se solo ascoltassero tutte le volte in cui abbiamo fatto attenzione all'utilizzo della macchina, ma veramente spero che abbiano ascoltato le telefonate, te lo giuro, non facevo altro che dirglielo: 'mi raccomando, mi raccomando", diceva lei. E Miccichè rispondeva: "di più, infatti" .

     

    Ma per il gip la conversazione è un tentativo "maldestro di far apparire come corretto l'utilizzo dell'autovettura di servizio che in realtà finisce per corroborare in via ulteriore la distrazione dell'autovettura, attuata in via prolungata".

     

    gianfranco micciche gianfranco micciche

    In una conversazione precedente la stessa collaboratrice, parlando con il factotum del politico, diceva: "non è che Maurizio (l'autista del deputato ndr) può andare là (a Cefalù, ndr) a portare i farmaci, ci dobbiamo scordare questo sistema...".

     

    "Stanno indagando, è venuta la Finanza in Ars e starebbero...stanno facendo, a quanto pare, una verifica sull'utilizzo delle auto blu, cosa che avresti voluto tu alla fine della legislatura", tornava a dire allarmata la donna.

     

    Che ci fosse preoccupazione sull'indagine si coglie anche dalle conversazioni intercettate dell'autista di Miccichè, Maurizio Messina, conversazioni da cui "cogliere agevolmente alcuni riferimenti retrospettivi al precedente modus operandi disinvolto di utilizzo della medesima", scrive il gip. "Mi sono rotto i c..., finiù l'America, pi tutti", commentava Messina. "Casa, chiesa e ufficio, non possiamo fare altro, finiù tutto quello che faceva prima ... magari qualche caz... in più ... taglio i ponti a tutti, mi siddiò (stancò ndr)", sbottava.

     

    3 - DIVIETO DI DIMORA PER MICCICHÉ: «CON L'AUTO BLU IN PESCHERIA E DAL VETERINARIO». E SPUNTA IL VIAGGIO PER LA COCAINA

    Estratto dell’articolo di Laura sirignano per www.corriere.it

     

    Gianfranco Micciche a villa zito a palermo Gianfranco Micciche a villa zito a palermo

    L’auto blu era diventata una sorta di taxi utilizzato per portare da una casa all’altra il collaboratore domestico assunto, però, nello staff politico, i fedelissimi della segreteria, parenti, amici e persino il gatto da far visitare dal veterinario. 

     

    Per 33 volte in pochi mesi, nel 2023, Gianfranco Miccichè, storico leader siciliano di Forza Italia, avrebbe usato per scopi decisamente non istituzionali l’Audi che, anche in base a una norma da lui caldeggiata quando era al vertice dell’Assemblea Regionale, viene assegnata, agli ex presidenti della Regione siciliana ancora deputati per svolgere le loro funzioni.

     

    Gianfranco Micciche Gianfranco Micciche

    Per la Procura di Palermo che l’ha scoperto nel bel mezzo di una indagine sulla politica siciliana, il peculato è evidente. Per questo i pm coordinati dal procuratore Maurizio de Lucia, hanno chiesto e ottenuto dal gip per il parlamentare il divieto di dimora a Cefalù, la cittadina in cui di fatto il deputato vive. L’obbligo di dimora a Palermo e Monreale, invece, è stato notificato all’autista di Miccichè e dipendente regionale Maurizio Messina, indagato per truffa.

     

    Con l’avallo dell’ex presidente, che risponde in concorso, avrebbe dichiarato 76 missioni di lavoro mai fatte, intascando un’indennità di circa 10mila euro e avrebbe finto di essere in servizio mentre era da un’amica o a giocare al Bingo, percependo così la retribuzione piena nonostante l’orario ridotto.

     

    «Le volete prese due arancine? Sono qua da Gallizza». Alle 10:57, del 17 giugno del 2023, non sapendo di essere intercettato, Miccichè chiama la figlia per sapere se vuole del cibo. Attraverso la ragazza la moglie gli chiede di verificare se «Totò (amico della coppia, ndr) ha pesce».  «Sto prendendo le arancine e ora ci andiamo…che vuole? Che pesce vuole?», risponde lui prima di dirigersi con l’auto blu in pescheria.

    mario di ferro 7 mario di ferro 7

     

    Solo uno dei 33 casi di peculato contestati dai pm che hanno accertato che con l’Audi di servizio l’ex presidente si faceva accompagnare a sbrigare cose personali, si faceva portare la cocaina e il cibo acquistati dall’amico Mario Di Ferro Ferro, lo chef poi indagato per spaccio di droga nell’ambito di una inchiesta che svelò che il deputato più volte si era rivolto a lui per acquistare sostanze stupefacenti. 

     

    L’auto-blu faceva su e giù tra Palermo e Cefalù anche per fare avere a al parlamentare medicine e oggetti vari. In una occasione sarebbe stata impiegata per portare il gatto di casa dal veterinario. In un’altra per trasportare la benzina da dare alla moglie del parlamentare rimasta a secco. [...]

     

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    Dopo l’indagine sullo chef pusher, però, nello staff del parlamentare si cominciano ad agitare. E si rendono conto che quel via vai non può continuare perché la Finanza sta verificando proprio l’impiego dell’Audi. «Stai tranquilla che sul peculato, proprio, na puonnu (ce la possono, ndr) sucare altamente»: diceva Miccichè, intercettato, a una delle sue collaboratrici, preoccupata che, dopo la pubblicazione delle notizie sull’indagine, l’attenzione degli inquirenti fosse concentrata proprio sul suo uso del veicolo.

     

    «Ma non ci sono dubbi, ma dai! Ma dai, ma se solo ascoltassero tutte le volte in cui abbiamo fatto attenzione all'utilizzo della macchina, ma veramente spero che abbiano ascoltato le telefonate, te lo giuro, non facevo altro che dirglielo: "Mi raccomando, mi raccomando"», diceva lei. E Miccichè: «Di più, infatti».

     

    Ma per il gip la conversazione è solo «un tentativo maldestro di far apparire come corretto l’utilizzo dell’autovettura di servizio». In una conversazione precedente la stessa collaboratrice, parlando con il factotum del politico, diceva: «Non è che Maurizio (l’autista del deputato, ndr) può andare là (a Cefalù, ndr) a portare i farmaci, ora ci dobbiamo scordare questo sistema...».

     

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    E che ci fosse tensione per l’indagine si coglie anche dalle conversazioni intercettate dell’autista di Miccichè che provano, per il giudice, «alcuni riferimenti retrospettivi al precedente modus operandi disinvolto di utilizzo della medesima». «Mi sono rotto i cogl..., finiù l'America, pi tutti (è finita la pacchia, ndr)», commentava Messina. «Casa, chiesa e ufficio, non possiamo fare altro, finiù tutto quello che faceva prima... magari qualche cazzata in più... taglio i ponti a tutti, mi siddiò (stancò, ndr)», sbottava. [...]

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