Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “La Stampa”
GIORGIA MELONI PNRR
Sulla linea del telefono Roma-Bruxelles, più che delle modifiche al Piano nazionale delle riforme e di quel che l'Italia vuol fare coi fondi generosamente offerti dai Ventisette (siamo di gran lunga il primo beneficiario), si discute spesso di quel che l'Italia non ha fatto. Quanto si è effettivamente speso fin qui? Quindici miliardi? Venti? Sui siti ufficiali non vi è traccia di un cronoprogramma, né il governo ha ancora fornito alla Commissione dati chiari. I continui richiami di Paolo Gentiloni sono direttamente proporzionali al terrore per un epic fail all'italiana.
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RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI
Il primo problema - e grosso - riguarda la seconda rata del 2022 chiesta a dicembre. Invece dei canonici due mesi, per giudicare il rispetto degli impegni sulle riforma gli uffici della Commissione si sono dati come scadenza il 30 marzo. Fin qui era accaduto solo due volte, con Romania e Bulgaria.
Ai tecnici non è ad esempio chiara la riorganizzazione dei poteri a Palazzo Chigi. Chi si occuperà di monitorare il rispetto delle procedure e la destinazione dei fondi? […]
Se - come molti sono convinti accadrà - Roma passerà indenne la scadenza di fine marzo, il governo avrà un altro mese a disposizione per chiedere le modifiche ai progetti del Piano.
raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni 1
Il pretesto trovato con una certa abilità diplomatica da Fitto è la redistribuzione di alcuni fondi minori rimasti inutilizzati, chiamati «Repower Eu». Per dirla in estrema sintesi: con la scusa di ridestinare poco meno di sei miliardi, il ministro sta cercando di cancellare le opere programmate sgradite al governo (o che non hanno alcuna speranza di essere realizzate entro il 2026) con altre comprese negli obiettivi del "Repower" dedicate allo sviluppo delle energie rinnovabili.
[…] quei progetti passano anzitutto attraverso gli investimenti delle grandi partecipate (su tutte Eni ed Enel) e dunque hanno molte più chance di essere realizzati entro la scadenza del 2026 di quante non ne abbiano molte proposte in mano a Comuni e Regioni. Chi ha visto le carte riservate parla di un rimescolamento che varrà ben oltre i dieci miliardi.
obiettivi e tempi del pnrr - la stampa
La tappa successiva sarà quella di spostare in avanti il traguardo del piano: da fine 2026 al 2029. In questo caso lo spostamento avverrà dal capitolo Pnrr a quello dei fondi ordinari di coesione, dunque riguarderà soprattutto i cantieri delle opere pubbliche al Sud.
I vertici della Commissione sono ben disposti con il governo, purché nel frattempo non si aprano conflitti insanabili su altri dossier. Il più urgente di tutti agli occhi di Bruxelles è la messa a gara delle concessioni balneari, su cui a breve (per la seconda volta) si pronuncerà la Corte di giustizia del Lussemburgo. […]
URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI giorgia meloni ursula von der leyen 1 raffaele fitto foto di bacco