cacio romano
Estratto dell'articolo di Valentina Lupia per “la Repubblica - Edizione Roma”
Tra il pecorino romano Dop e il cacio romano non c’è rischio di confusione […] I due formaggi sono fin troppo diversi: per proprietà organolettiche, ma anche per il nome. Non c’è, infatti, alcuna «similitudine fonetica e logica delle due denominazioni». A dirlo è la Cassazione, che ha bocciato il ricorso del Consorzio per la tutela del formaggio pecorino romano Dop, sostenuto dai produttori di latte ovino sardo, contro la “Formaggi Boccea”, che produce il “Cacio romano”, supportata alla Regione e dalla Coldiretti del Lazio.
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[…] I due prodotti, ha stabilito dopo anni di battaglia la Corte Suprema, sono totalmente diversi. Il pecorino romano Dop è realizzato quasi interamente con latte sardo, è «aromatico e piccante, stagionato, a pasta dura o cotta, impiegato essenzialmente come formaggio da grattugia » . Il cacio, invece, è fatto con latte laziale, è «dolce, semi-stagionato » e « richiama la caciotta a pasta molle di latte anche vaccino che non si può grattugiare». […]
Tra le altre differenze: la Dop del pecorino romano è stata riconosciuta dalla Commissione Europea solo nel 1996, mentre il cacio romano è stato registrato anni prima, nel 1991.
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Con il verdetto 7937, dunque, la Cassazione ha confermato la Corte di Appello di Roma che nell’agosto del 2018 ha ribaltato il primo grado che, invece, aveva inibito l’uso del marchio “cacio romano”. Da qui era nata una guerra senza esclusione di colpi, che aveva anche portato al sequestro delle forme in giacenza e vendute dal caseificio della capitale. La querelle è finalmente giunta al termine. Ma con l’addebito di 6400 euro di spese legali al Consorzio per la tutela del formaggio pecorino romano Dop.[…]
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