Goffredo De Marchis per “la Repubblica”
Carmelo Zuccaro
Tutti contro tutti sul caso Ong e migranti. E lo scontro si sposta nel vivo delle istituzioni.
Si sfidano due ministri. La seconda carica dello Stato attacca duramente il vicepresidente della Camera e gli consiglia di «studiare » perché non è mai troppo tardi, come diceva il maestro Manzi. Del resto, ha cominciato proprio Luigi Di Maio accusando le organizzazioni non governative di essere colluse con i trafficanti di esseri umani sulla rotta mediterranea: i migranti partono, sanno che ad accoglierli in mezzo al mare ci sono le navi dei volontari, con i quali gli scafisti sarebbero in combutta, e a migliaia finiscono sulle coste italiane.
ALFANO RENZI
Possibile? Qualche giorno dopo il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro dice di sì, certo che è così. Non ha le prove ma qualcosa di strano c'è. Pioggia di critiche. Ma Angelino Alfano gli dà ragione: «Sono d'accordo con il magistrato al 100 per cento, ha posto una questione vera». Quindi, il ministro degli Esteri sta dalla parte del grillino Di Maio.
Assistiamo perciò a un salto di qualità, ad accuse incrociate dentro al governo, nel Parlamento e nel sistema giudiziario.
I poteri dello Stato si azzuffano. La risposta di Andrea Orlando, ministro della Giustizia e candidato alle primarie del Pd, è sferzante: «I magistrati rispondano con atti giudiziari. Quanto ad Alfano, ha fatto il ministro dell' Interno fino a pochi mesi fa: evidentemente era distratto».
ORLANDO E ALFANO
Il premier Paolo Gentiloni è infastidito dalle polemiche «che danneggiano il Paese» e "richiama" informalmente i ministri a evitare altri scontri. Per il resto la sua posizione sposa le ragioni delle Ong: «L' attività dei volontari è preziosa e benvenuta». A Palazzo Chigi sono «infastiditi» per le polemiche. Significa che l' uscita di Alfano non è stata gradita. Per Matteo Renzi il senso di tutto è molto chiaro: c' è la campagna elettorale in corso, «Lega e 5 stelle avviano uno scontro ideologico. Loro vogliono lucrare qualche voto, noi vogliamo prendere gli scafisti».
Un altro fronte di questa guerra di parole coinvolge le cariche istituzionali. Per questo, anche al Quirinale, si sono alzate le antenne. Non è previsto alcuno stop del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, almeno non in pubblico. Semmai il capo dello Stato, in questo come in altri casi, può intervenire riservatamente, tanto più che la materia è delicata. La vicenda lo tira in ballo per più aspetti: è il garante delle istituzioni, è il numero uno del Consiglio superiore della magistratura. Dal Colle Mattarella controlla la temperatura.
PIERO GRASSO AL SENATO
Non si fa molte illusioni. Saranno mesi difficili e turbolenti da qui a dicembre quando sarà varata la legge di bilancio. Certo, lo scambio tra Pietro Grasso, presidente del Senato, e Di Maio è vicino al livello di guardia. Tutto si svolge sui social, il mezzo preferito dai 5stelle.
Grasso pubblica un post su Faceboook.
Attacca Zuccaro, da ex magistrato. «È fuori dall' ordinamento che un procuratore si pronunci prima che si facciano le indagini». Ma oggi il presidente del Senato fa il politico per cui rivolge l' attenzione al leader grillino. «Non deve strumentalizzare chi ha compiti istituzionali. Caro Di Maio, sei giovane ma a tutte le età si deve studiare e imparare.
luigi di maio foto ilaria magliocchetti lombi
Hai già dimostrato più volte di avere grosse lacune in storia geografia e diritto (riferimento alla collocazione del dittatore Pinochet in Venezuela ndr): qualche lezione ti sarà utile».
Di Maio, offeso, non incassa e replica: «Caro Grasso, dal suo partito che prendeva soldi dal business degli immigrati non ho proprio nulla da apprendere. Anni e anni di magistratura eppure le è sfuggito». E fa capire che continuerà a cavalcare la sua campagna contro le Ong: «Grasso, Boldrini e il governo si spalleggiano e hanno deciso di prendere parte alla fiera dell' ipocrisia sulle organizzazioni no profit ».