DAGONOTA
Fabrizio Saccomanni e moglie
Alcuni azionisti (di peso) di Unicredit masticano amaro per la nomina di Fabrizio Saccomanni alla presidenza di Unicredit. E non solo perché la scelta è stata fatta in perfetta solitudine e precipitosamente da Jean Pierre Mustier.
Ma anche per il timing inopportuno di tale scelta. Quanto questa nomina sia “inopportuna” l'ha spiegata Ferruccio De Bortoli sul “Corriere-Economia”. Come sempre, Flebuccio passa in rassegna il cv di Saccomandi in Banca d’Italia (dimenticando però l’”esilio dorato” alla Bers), dove entrò “per concorso nel 1967”. Rammenta lo scontro per la successione a Draghi che lo avrebbe voluto a guidare Via Nazionale, contro il parere di Giulio Tremonti (che sponsorizzava Vittorio Grilli).
ferruccio de bortoli
Ma soprattutto De Bortoli sottolinea come l’ex direttore generale della banca centrale (oggi ”emerito”) potrebbe essere chiamato in causa dalla commissione parlamentare sulle banche capitanata da Pierfurby Casini proprio per il vecchio incarico. Come a dire: è meglio se il tifosissimo laziale Saccomanni non si faccia vedere in giro per un po’.
mustier
Anche perché, altrimenti, sarebbe presto chiamato a spalleggiare le strategie future di Mustier. Strategie che si preannunciano particolarmente aggressive. Il francese, infatti, mal sopporta il ruolo di Mediobanca. Non è un mistero che voglia alleggerire la posizione di Unicredit dentro Piazzetta Cuccia. Così come non comprende perché la banca d’affari guidata da Alberto Nagel debba avere una partecipazione così importante dentro Generali.
nagel e signora
Insomma, Mustier punta ad alleggerire il sistema per fare cascina in vista di future aggregazioni (e/o fusioni) bancarie in Italia, e non solo.