Marco Marelli per “www.lastampa.it”
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Un poliziotto ginevrino è stato condannato l’altroieri a un anno di prigione con la condizionale per aver superato i limiti di velocità durante un inseguimento nel febbraio del 2017.
Pubblicata da Le Temps e Tribune di Genève, la notizia è stata confermata dal legale del poliziotto: «Il mio cliente è stato condannato come se fosse un normale automobilista che ha fatto l’imbecille in una zona a 50 chilometri orari», ha detto. Il Tribunale di polizia ha condannato l’agente senza tener conto della funzione e della missione.
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La storia
Allarmata verso le 3,40 del mattino, la pattuglia si era lanciata all’inseguimento dei ladri con l’intenzione di fermarli prima del confine francese, vicinissimo a Ginevra. L’agente aveva partecipato all’inseguimento a sirene spiegate ritenendo pericolosi i fuggiaschi che avevano appena rapinato un bancomat. Il guidatore aveva superato su un tratto di strada i 30 chilometri orari, su un altro di 42 il limite di velocità fissato a 50.
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E qui l’agente è stato fotografato mentre guidava a 126 chilometri orari, velocità, secondo il tribunale, inammissibile anche per un poliziotto in servizio. Secondo la legge sulla circolazione stradale infatti, un agente di polizia non è punibile se viola le regole durante un intervento, purché abbia usato la prudenza necessaria.
Così, per il primo tratto di strada i magistrati hanno valutato che il superamento del limiti, avvenuto a sirene spiegate e lampeggiante blu, fosse proporzionato. Nel secondo tratto di strada, invece, hanno contestato l’eccesso di velocità perché l’agente aveva disinserito la sirena, per potersi avvicinare ai fuggiaschi senza rivelare la propria posizione.
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Spiegazione che evidentemente non ha convinto la corte. In questo caso, i giudici hanno ritenuto che «lo scopo dell’inseguimento ufficiale era di intercettare ladri e non di salvare vite umane o di perseguire un fuggitivo sospettato di aver messo a rischio una vita umana».
La decisione della corte non è un caso isolato. Un mese fa il Tribunale federale ha respinto il ricorso di un altro poliziotto ginevrino condannato sempre per eccesso di velocità durante un inseguimento.
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In quel caso, l’alta corte ha ritenuto che il superamento della velocità di 42 chilometri orari in un tratto dove era limitata a 50 chilometri orari non era giustificato dall’urgenza della missione. In effetti, il poliziotto era stato informato che i fuggitivi non avevano ferito nessuno. Seicento franchi la condanna inflitta.
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