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    SVEGLIATE SALVINI! CREDE DAVVERO DI ATTERRARE SU PALAZZO CHIGI: “CINQUE MILIONI DI ITALIANI MI HANNO DETTO VAI E FAI” – ALLA FACCIA DEL VINCOLO DI MANDATO: IL CENTRODESTRA CERCA VOTI FRA I TRANSFUGHI GRILLINI E GLI ELETTI ALL’ESTERO – IL MATTEO POPULISTA SOTTERRA BERLUSCONI E GARANTISCE: "MAI CON M5S, NESSUN GOVERNO DI SCOPO, TECNICO, A TEMPO"


     
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    Alberto Mattioli per la Stampa

     

    salvini salvini

    Non gli è proprio riuscita l' impresa sovrumana di annodarsi una cravatta, e dire che negli ultimi giorni di campagna si era sempre presentato alle folle leghiste incravattato da bravo aspirante premier. Però la conferenza stampa di Matteo Salvini, nel day after della più clamorosa vittoria elettorale nella storia della Lega, è stata lo stesso molto moderata, quasi istituzionale, come se dietro le file di telecamere della Sala Miglio di via Bellerio il Capitano intravedesse già gli ori di Palazzo Chigi.

     

    SALVINI ELEZIONI 1 SALVINI ELEZIONI 1

    Poi, certo, il 17,4% va celebrato con le frasi di rito: «È una vittoria straordinaria. Cinque milioni di italiani mi hanno detto: vai e fai». E poi grazie a tutti, ai militanti, agli elettori e perfino ai suoi figli, «che negli ultimi tempi hanno visto poco papà». Istituzionali anche i complimenti ai grillini, un po' meno i ringraziamenti ai «pochi» giornalisti obiettivi. Segue una lista di località dove la Lega ha sbancato e relative percentuali, dal 40% di Bergamo al 6% di Reggio Calabria, e naturalmente il risultato sorprendente è il secondo.

     

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    Poi si parla di politica. E subito un giornalista, obiettività o meno, tenta di incastrare Salvini chiedendogli se può escludere il maxi-inciucio con l' M5S per fare un governo. Risposta senza ambiguità: «La Lega rimarrà la guida del centrodestra». E poi mima un grande «no» all' ulteriore domanda se anche solo ci pensi, a un governo grillinleghista. Il centrodestra è l' altro tema caldo. «È la squadra cui mancano meno numeri per arrivare alla maggioranza». E, lì dentro, il leader è lui. Quindi tanti complimenti agli «amici della squadra», cioè a Forza Italia e a Fratelli d' Italia. «Ognuno ha fatto il suo».

     

    SALVINI SALVINI

    Ma il candidato premier sarà lui: «Gli accordi sono chiari». Però, rassicurante anche in questo, Salvini non vuol dare l' impressione di forzare la mano al Quirinale: «Sceglierà Mattarella. Da parte mia, escludo però ogni governo di scopo, a tempo, tecnico, istituzionale, insomma ogni minestrone».

     

    Bisogna anche tranquillizzare i mercati. «L' euro è stata ed è una moneta sbagliata, ma non ha senso dire che se ne esce. Bisogna soltanto prepararsi perché è destinata a finire». Nell' attesa dell' apocalisse dell' euro, però, «i mercati non hanno nulla da temere, anche se è già iniziato il ritornello dello spread. Beh, mi spiace: per l' Italia decidono gli italiani». E comunque lui resta «orgogliosamente populista». Ma il tono è pacato, modello «Salvini buono» già ostenso in piazza Duomo fra rosari e citazioni evangeliche.

     

    CALDEROLI CALDEROLI

    Poi la riunione con i consiglieri, diciamo la trinità strategica della Lega, Giorgetti, Calderoli e Fontana (non Attilio neogovernatore della Lombardia, ma Lorenzo, neodeputato veronese). Arrivano complimenti, compresi quelli di Roberto Maroni, sportivo, e il «via libera» per Palazzo Chigi degli alleati minori, dalla Meloni per FdI e da Lupi a nome della quarta gamba, anzi gambetta. E anche una telefonata a Giorgetti dell' azzurra Licia Ronzulli, che racconta di un Berlusconi avvilito e depresso per la perdita della leadership.

     

    E Salvini, sulla via dell' aeroporto e del volo per Roma, decide di passare da Arcore a salutarlo. Incontro breve e, garantiscono «cordiale», forse un po' malinconico per Silvio che fa i complimenti di rito ma sa che si tratta di un passaggio di consegne, certificato da una nota un po' ambigua di Fi che forse è un nulla osta per il Salvini I, pur senza dichiararlo esplicitamente.E bisogna pensare alla strategia per arrivarci.

     

    lorenzo fontana matteo salvini lorenzo fontana matteo salvini

    La strada maestra è un governo di centrodestra perché, come dichiarato da Salvini, «la Lega ha preso un impegno e ha quindi il diritto e il dovere di governare con lei». Il problema è che, a conti fatti, dovrebbero mancare alla maggioranza parlamentare una quarantina di deputati e una ventina di senatori. La soluzione è che forse si possono trovare. Come ha già detto Brunetta, in questi casi la fila degli aspiranti «responsabili» è lunga. Un leghista bene informato indica già dove pescarli, magari fra i 18 deputati e sei senatori eletti all' estero, i sei-sette grillini corrente Rimborsopoli eletti ma già scomunicati, i soliti cespugli e cespuglietti centristi.

     

    Roberto Maroni Giancarlo Giorgetti Roberto Maroni Giancarlo Giorgetti

    Resta da capire a chi Mattarella darà l' incarico, se alla coalizione o al partito più forte. Ma per non farsi trovare impreparati partiranno subito, in vista di quelle istituzionali, dalle consultazioni informali, «e del resto sappiamo che anche il M5s si muoverà così». Al momento, l' opzione numero uno, quella di gran lunga preferibile, è dunque quella di un governo di centrodestra, con qualche dubbio però che si possa mettere insieme una maggioranza abbastanza coesa («i governicchi non ci interessano»).

     

    Qualora non sia possibile, si potrebbero allora pensare ai grillini come «secondo forno» di craxiana memoria, ma l' ipotesi, per il momento, è giudicata improbabile. I bookmaker, in ogni caso, scommettono su Matteo: danno a 2,50 un governo Di Maio e a 1,50 un governo Salvini.

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