trifone ragone e teresa
Selene Pascarella per il “Fatto Quotidiano”
Ogni indagine per omicidio ha la sua chiave di volta. Per il delitto di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i fidanzati giustiziati nel parcheggio del Palasport di Pordenone, saranno i social network a costituire la "prova regina".
Dopo mesi di stallo l' inchiesta ora ha due sospettati, l' ex coinquilino e commilitone di Trifone, Giosuè Rutolo e la sua fidanzata, Maria Rosaria Patrone. Il primo è accusato di aver freddato i due giovani nella loro auto a colpi di beretta 7.65.
trifone ragone
Sulla ragazza pesano il sospetto di favoreggiamento, ma anche d' istigazione all' omicidio. Era a chilometri di distanza dall' impianto sportivo dove le vittime sono morte, ma, prima e dopo il delitto, sarebbe stata la co-protagonista della scena del crimine virtuale.
L' idea che Trifone e Teresa, belli, giovani, ma anche pieni di ambizione e voglia di emergere, conducessero una doppia vita ha caratterizzato i movimenti degli inquirenti fin dalle prime ore del delitto.
La pista dello smercio di sostanze anabolizzanti che vedeva coinvolto Ragone e il presunto giro di "brutte amicizie" da cui la Costanza avrebbe tentato di fuggire trasferendosi a Pordenone rientravano in questa logica. La doppia vita dei fidanzati "perfetti", certosinamente cercata, non è però mai emersa. È occorso un cambio di prospettiva per capire che la verità andava cercata guardando i fidanzati di Pordenone in uno specchio, anzi in uno schermo.
trifone ragone e collega
A indirizzare gli inquirenti verso Ruotolo sono stati tanti indizi classici. Prima di tutto la presenza della automobile del caporal maggiore per ben otto minuti nel parcheggio del palasport a ridosso del delitto.
Ruotolo sostiene di aver provato inutilmente a parcheggiare la sua Audi A3 e di aver poi rinunciato ad allenarsi in quella palestra, dove si era iscritto due mesi prima dell' omicidio, avvenuto il 17 marzo 2015. E dove non è più entrato, dopo la morte dell' amico Trifone. Un testimone sostiene di aver visto l' Audi allontanarsi dal parcheggio al momento degli spari, scambiati per scoppi di petardi. Le telecamere della zona hanno "perso" la vettura di Ruotolo per sette minuti.
trifone e teresa
Per l' accusa in quel lasso di tempo Ruotolo avrebbe parcheggiato vicino all' Auditorium Concordia e raggiunto a piedi il laghetto dove è stata ripescata l' arma del delitto, liberandosene. Per trasformare un quadro indiziario in una struttura probante e trovare un movente gli investigatori hanno iniziato a seguire una serie di tracce invisibili a occhio nudo che collegavano Ruotolo al delitto.
Non di dna, che si è rivelato un' arma spuntata, ma di hard disk e smart device. Hanno scandagliato il pc e i cellulari del sospettato, facendo emergere chat, video e conversazioni cancellati. Ripescato persino un profilo Facebook, gestito da Ruotolo e dalla fidanzata, ed eliminato dopo il delitto, da cui partivano conversazioni verso Teresa aggressive e morbose. A recuperarli una per una, con una sorta di "luminol informatico", non il Ris, ma il reparto telematico del Ros.
giosue ruotolo
Così Giosuè e Maria Rosaria, lui militare, come Trifone, lei promettente studentessa universitaria, come era stata la bocconiana Teresa, sono emersi come il doppelgänger, la diade gemella della coppia modello. In versione malvagia, però, al punto di sembrare uscita da una soap opera o da un film tv per casalinghe.
A partire dalla molla scatenante dell' omicidio, a metà tra romance e crime fiction. C' era una tensione nascosta tra queste due giovani coppie. Maria Rosaria si sentiva minacciata, offesa quasi, dall' amore, così perfetto, dei due amici di Giosuè. Avrebbe scritto a Teresa, per dirle che Trifone non l' amava e denigrarlo.
Per gli inquirenti la gelosia l' avrebbe spinta a esasperare il fidanzato, spingendolo all' irreparabile. La stampa ha parlato addirittura dell' omicidio come «pegno d' amore», compiuto da Giosuè per amore dalla Patrone, a dimostrazione di essere loro due - e non le vittime - la coppia più bella del mondo.
giosue rosaria
Un movente labile, per un duplice omicidio. I commentatori più morbosi si sono spinti a ipotizzare l' esistenza di relazioni nascoste all' interno delle due coppie, in grado di spiegare davvero l' invidia e la rabbia di Maria Rosaria. C' è chi propende per l' innamoramento di Giosuè per Teresa e chi rispolvera l' ipotesi della relazione omosessuale, non ricambiata, per Trifone.
trifone ragone
Il meccanismo della doppia vita, in ogni caso, è tutt' altro che fuori uso. Nella dimensione reale Giosuè e Trifone non avevano contatti da tempo. Dopo aver diviso un appartamento, come tanti coetanei con il sogno di un futuro stabile nella Guardia di Finanza, si erano persi di vista.
Zero telefonate, neanche un sms per gli auguri di buon Natale, persino su Facebook, dove l' amicizia non si nega a nessuno, i due rientravano in cerchie diverse. Però, tramite il profilo "nascosto", Giosuè e Maria Teresa avrebbero spiato Trifone Ragone e Teresa Costanza e comunicato con loro, in una sorta di legame sentimentale ombra, reciso solo con il sangue e la violenza.
trifone ragone
E se il legale di Giosuè, Roberto Rigoni Stern, ha dichiarato a Il Messaggero Veneto che la storia del profilo Facebook si rivelerà "un fuoco di paglia", il procuratore Martani, sullo stesso quotidiano, ha spiegato che gli inquirenti lo stanno valutando in senso bilaterale.
teresa costanza
Se Giosuè, con Teresa o dietro suo consiglio, o per mano di entrambi, usava il profilo fake per seminare zizzania tra Teresa e Trifone, quest' ultimi erano consapevoli di chi si celasse dietro l' anonimo molestatore 2.0? E come potrebbero aver reagito? Nel gioco del doppio le parti, a volte, si invertono e le conseguenze sono imprevedibili.
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