Franca Selvatici per www.repubblica.it
pietro pacciani
La svolta per il mostro di Firenze potrebbe venire dalle indagini scientifiche. Dopo un groviglio di suggestioni e depistaggi che hanno segnato le quasi cinquantennali indagini sugli otto duplici delitti che insanguinarono le campagne fiorentine dal 1968 al 1985, adesso siamo forse a un momento cruciale.
Con le tecniche attuali, infatti, è stato possibile determinare il Dna in alcuni reperti conservati per 30 anni e compararlo con il profilo genetico dei soggetti coinvolti nelle indagini. Questo confronto — per quanto risulta — sembra aver confermato la pista seguita dagli anni Novanta, quella dei "compagni di merende".
pietro pacciani circondato dai carabinieri
Ma c’è di più. Nel nuovo capitolo dell’inchiesta ora coordinata dal procuratore aggiunto Luca Turco – nel quale sono indagati per tutti gli omicidi l’ex legionario Gian Piero Vigilanti e il suo ex medico di famiglia Francesco Caccamo, 87 e 86 anni – sono state messe in campo tutte le più moderne tecniche investigative – modello Csi (Crime Scene Investigation) - per ripetere le prove scientifiche sui reperti rimasti sepolti per decenni fra i fascicoli dell’inchiesta o nell’ufficio corpi di reato.
pia rontini e claudio stefanacci, uccisi dal mostro di firenze a vicchio
Fra l’altro è stata consegnata ai genetisti la tenda in cui furono sorpresi i turisti francesi Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, i cui corpi senza vita vennero scoperti il 9 settembre 1985, nella speranza che con le nuove tecniche sia possibile isolare e determinare le tracce genetiche eventualmente lasciate dall’assassino o dagli assassini (con il problema di escludere le successive eventuali contaminazioni).
pietro pacciani
Verranno inoltre ripetuti gli accertamenti balistici, perché nella perizia eseguita nel 1987 furono presi in esame soltanto alcuni dei proiettili sequestrati dopo ogni delitto. Sicché non vi è neppure la certezza che sia sempre stata usata una sola arma, la famigerata Beretta calibro 22 mai ritrovata. Anche la balistica ha compiuto passi da gigante rispetto a 30 anni fa, e dunque i nuovi esami potrebbero fornire risultati preziosi.
mario vanni
La procura, invece, precisa che l’ipotesi che i delitti del mostro possano essere un tassello nella strategia della tensione che in quegli stessi anni seminava il terrore con attentati ai treni e omicidi politici non ha trovato alcun riscontro. “L’ipotesi investigativa sulla eversione non c’è mai stata”, si afferma. E’ vero che i due nuovi indagati sono legati ad ambienti della estrema destra ma – secondo gli inquirenti – c’è un salto logico incolmabile desumere che dietro i delitti vi fosse un movente eversivo.
Le speranze di risolvere almeno alcuni dei misteri dietro la serie degli omicidi dei fidanzati viene riposta nella scienza. Per quel che è dato sapere, le analisi sinora eseguite dai genetisti del policlinico di Careggi hanno avuto successo in almeno due casi. Sono state esaminate le tre buste contenenti proiettili Winchester serie H (quelli usati in tutti gli otto duplici delitti) indirizzate ai pubblici ministeri Piero Vigna, Francesco Fleury e Paolo Canessa.
i delitti del mostro di firenze
Le buste arrivarono in procura il 2 ottobre 1985, tre settimane e mezzo dopo la scoperta, il 9 settembre 1985 nella piazzola di Scopeti, dei corpi delle ultime vittime del mostro, i turisti francesi Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili. All'epoca la polizia scientifica fu incaricata di ricercare eventuali impronte digitali.
In anni molto più recenti, le buste sono state consegnate ai genetisti per la analisi di eventuali tracce di saliva sui bordi. Gli specialisti hanno tagliato piccoli lembi di carta in prossimità dei punti di chiusura, lasciando intatto il resto per eventuali ripetizioni delle analisi, che hanno avuto buon esito. È stato infatti possibile ricavare il profilo genetico del mittente.
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