Fabrizio Roncone per corriere.it
giuseppe conte e rocco casalino
Giuseppe Conte non può venire qui a Montecitorio. È l’avvocato del popolo, il capo dei 5 Stelle, non un grande elettore. Però manda il suo portavoce, Rocco Casalino (il vestito stretto e nero, lo sguardo nerastro: niente a che vedere con il Rocco baldanzoso dei tempi andati; ricordate quando a Palazzo Chigi le telecamere inquadravano prima lui del premier con la pochette?).
In questa bolgia dove si aspetta, chiacchiera, s’ipotizzano imminenti fumate bianche — intanto stanno finendo di votare i deputati, Matteo Renzi è fuori che parla in diretta su La7 con Paolo Celata, gira voce che Draghi abbia telefonato a Berlusconi — Casalino arriva e fa il vago: passetto passetto, si avvicina.
rocco casalino e giuseppe conte
Attacca con il solito come va, come non va, troppo divertente questa cosa che votano per Claudio Baglioni e Amadeus, la tua è Ffp2 o Ffp3? Poi, soffiando — «Parlo solo con voi, eh» — cerca di convincerci che Conte è l’unico e vero comandante del Movimento, controlla alla perfezione i gruppi parlamentari, non c’è alcuna deriva verso il centrodestra e, soprattutto, è tutto perfettamente sotto controllo.
casalino conte merkel 19
Un paio di cronisti, molto umani, fingono di credergli. Però, mentre parla, addosso gli arrivano le occhiate livide piene di sospetto lanciate da decine di fanti a 5 Stelle seduti sulle panchine intorno alla fontana del cortiletto. Allora vai, gli chiedi: e quasi tutti ti spiegano che non gli piace «questo giocare di Conte su tanti, troppi tavoli. Fa confusione: prima dice che siamo nel centrosinistra, alleati del Pd, poi chiude una specie di intesa con il centrodestra per portare Frattini al Colle. L’intesa dura poche ore. Ma resta la sensazione che Conte segua troppo Salvini. Infatti su Draghi cambia idea ogni giorno. Così ci porta a sbattere».
conte casalino
Saranno peones, molti sono capitati qui per un capriccio del destino: ma, dopo nove anni trascorsi tra Palazzo Madama e questo Transatlantico, un po’ di politica cominciano a masticarla. E comunque: lo zig-zag di Conte è fin troppo evidente. Ci sono stati passaggi clamorosi.
Tipo l’altro giorno: esce dal vertice con Enrico Letta e Roberto Speranza e rilascia, netto e puntuto, dichiarazioni che sbarrano, con forza, la strada a un possibile trasloco di Mario Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale. Le agenzie battono al volo, in redazione cominciamo a chiederci cosa stia succedendo. Solo che lui, Conte, intanto è in macchina e sta filando alla Farnesina. Da Di Maio. Cioè: non è Conte che convoca Di Maio. È lui che va. Santo cielo: ma un capo non va; riceve.
Conte Casalino
Comunque: i due restano chiusi un’ora. Poi esce solo Conte. Un po’ più che mogio: mortificato. Perché — di fatto — è costretto a smentire se stesso: «Draghi? Nessuna preclusione per Draghi». Ma non si ferma: «Preservare Draghi da chi gli tira la giacchetta» (23 gennaio); «Draghi? Non si può cambiare ora a Palazzo Chigi il timoniere» (24 gennaio); «Draghi? Il mio ruolo non è difendere il destino dei singoli».
Spiega una fonte (si tratta di una fonte estremamente qualificata e informata, è uno dei massimi esponenti del Pd): «Conte non controlla, assolutamente, i gruppi a 5 Stelle. Che, invece, rispondono — in modo quasi compatto — a Di Maio. Conte però conosce bene le paure dei suoi parlamentari che, in caso di elezioni, un po’ per il calo dei consensi, un po’ per la contrazione dei seggi prevista dalla nuova legge, per due terzi non sarebbero rieletti». Quindi fa leva sulla paura? «Esatto. Gli lascia intendere che se Draghi salisse al Quirinale, le elezioni sarebbero certe. Così facendo, cerca di riprendere il controllo di un pezzo del partito». Come fate a trattare con un capo tanto depotenziato? «Facile: parliamo con lui. E — subito dopo — facciamo un decisivo passaggio con Di Maio».
giuseppe conte virginia raggi luigi di maio foto di bacco (5)
Beppe Grillo ha capito tutto da tempo. Così, per qualche minuto, ha deciso di mettere da parte i suoi guai giudiziari, e ha telefonato a Conte. Prima gli ha ordinato di mollare la candidatura di Maria Elisabetta Casellati; poi gli ha ricordato che fu lui, l’Elevato, a volere Draghi a Palazzo Chigi. E che adesso sarebbe contento di vederlo al Colle. E l’avvocato del popolo? Nelle ultime ore ha capito che qualcosa sta succedendo, la possibilità che si possa giungere a un accordo è davvero concreta. Salvini gli ha detto di tenersi pronto, dovrebbero incontrarsi. Enrico Letta gli ha detto la stessa cosa.
Poi, Salvini e Letta hanno telefonato a Di Maio.
giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza giuseppe conte luigi di maio foto di bacco (1)